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PIDCOCK. «STRADE BIANCHE E' LA MIA CORSA PREFERITA, ORA VOGLIO LE ALTRE CLASSICHE E UN NUOVO ORO OLIMPICO»
di Francesca Monzone | 04/03/2023 | 18:02

Tom Pidcock ha scritto una nuova pagina nella storia di Strade Bianche: è il primo britannico a vincere la classica toscana. Il ventitreenne portacolori della Ineos Grenadiers è stato protagonista di una straordinaria corsa, caratterizzata da un potente assolo che lo ha portato a vincere la corsa con un vantaggio di 20” sul francese Madouas (Groupama -FDJ) e 22” sul belga Benoot (Jumbo-Visma). Il britannico è giovane e nella conferenza stampa post gara ha spiegato chiaramente come vede il proprio futuro, a cominciare dalle Olimpiadi di Parigi del 2024, dove vuole vincere un secondo oro nella mountain bike. Pidcock ha anche spiegato che la sua mancata partecipazione al Mondiale di ciclocross, per lui è stata la scelta migliore anche se fatta con sacrificio e che la vittoria a Strade Bianche ha confermato quanto aveva deciso.

«Non difendere il titolo nel ciclocross è stata una mia scelta: considerando il risultato di oggi, sono convinto di aver fatto la scelta migliore».

Pidcock è un corridore completo, capace di vincere sia su strada che nel ciclocross e nella mountain bike e Strade Bianche, con i suoi sterrati, è una corsa che gli piace tantissimo: «Strade Bianche è la mia corsa preferita. Qui tutto è perfetto a partire dal meraviglioso paesaggio al percorso e alla gente in strada che fa il tifo. Quando si corre qui, le sensazioni sono incredibili».

Il percorso è duro e il britannico non aveva la certezza di vincere e solo poco prima del traguardo ha capito che la corsa sarebbe stata sua: «Gli ultimi 20 km per me sono stati quelli più duri, ma allo stesso tempo anche i più belli. L’ultima salita mi preoccupava perchè era molto diversa rispetto a quelle del ciclocross dove andiamo a tutto gas, ma sono contento perchè sono riuscito a difendermi dai miei rivali».

Pidcock quando ha attaccato non aveva intenzione di andare da solo verso il traguardo, ma una volta accelerato nessuno è riuscito a stare al suo passo e a quel punto ha dovuto mantenere il ritmo alto fino al traguardo. «Non era quello il punto dove volevo attaccare ma quando siamo entrati in quel tratto di sterrato mi sono ritrovato a spingere forte sui pedali e mi sono accorto di essere rimasto da solo e  la situazione mi ha portato poi a gestire la corsa in quel modo». 

Il campione della Ineos – Grenadiers è giovane e lentamente il suo modo di correre sta cambiando e tra qualche tempo potremmo vederlo competere in un grande giro. «Il mio obiettivo e quello della squadra è di crescere e diventare competitivi nei grandi giri. Penso che sia un normale sviluppo delle mie caratteristiche. Correre fuori strada sicuramente mi porta ad essere migliore rispetto ad altri e lo abbiamo visto nelle discese di oggi».

Tom Pidcock è il primo britannico ad aver vinto Strade Bianche, una corsa che ama e che gli ha permesso di superare alcuni limiti: «La vittoria più bella per me rimane l’oro alle Olimpiadi nella mountain Bike. Ma sicuramente Strade Bianche resta la  corsa su strada più adatta alle mie caratteristiche. Ci sono tante Classiche alle quali adesso so che posso puntare e ho capito che posso correre in modo più aperto e con maggiore fiducia».

Strade Bianche ogni anno conquista sempre più pubblico e corridori e in molti sono convinti che dovrebbe diventare una Classica Monumento: «Prima di correre oggi pensavo che questa gara potrebbe diventare la sesta Monumento, ma dopo averla vinta ho la certezza che Strade Bianche deve diventare una Classica Monumento».

Il confronto con Pogacar, vincitore lo scorso anno, è stato inevitabile, ma Pidcock pensa di essere diverso e che un corridore come Pogacar sia in grado di vincere qualunque corsa: «Non penso di essere allo stesso livello di Pogacar  ma vorrei arrivarci. Lui può vincere tutto, qualunque corsa è alla sua portata. La mia priorità sarà quella di difendere il titolo olimpico nella mountain bike a Parigi e quindi c’è ancora del tempo per avvicinarmi al livello di Pogacar».

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