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MONDIALI CICLOCROSS. UNA SFIDA APPASSIONANTE, UNA QUESTIONE D'ORGOGLIO
di Francesca Monzone | 05/02/2023 | 08:18

Nessuno sarà sorpreso se oggi il Mondiale si deciderà in una volata a due tra Van Aert e Van der Poel, che nel finale dovranno affrontare un lungo e forte tratto in salita per arrivare a giocarsi la vittoria. I bookmaker parlano chiaro e i super favoriti sono loro: Van Aert e van der Poel, con il belga leggermente più avanti rispetto all’olandese per quanto riguarda le quotazioni. Il ciclocross è uno sport particolare dove gli equilibri e la forza si intrecciano tra di loro, così come la tecnica che può fare la differenza. Questo è uno sport per pochi eletti ma seguito da tanti e quando si parla di prova iridata, allora in campo scendono esperti e tecnici delle materie più varie, pronti a scommettere le cose più incredibili su chi e come vincerà la maglia arcobaleno.

Questo però sarà un Mondiale particolare perché in qualche modo, si è tinto di giallo. Il protagonista di questo thriller è niente di meno che Adrie van der Poel, il padre di Mathieu che ha fatto spostare le assi di legno sul percorso per questioni di sicurezza. In molti hanno alzato il dito contro Van der Poel senior, dicendo  che  avrebbe apportato modifiche al percorso per favorire il figlio Mathieu. Al riguardo e per mettere a tacere tutte le critiche, è stato proprio Van Aert che venerdì alla stampa ha detto: «Penso di aver vinto quasi tutti i Mondiali che Adrie ha disegnato, quindi non ho nulla da temere e penso che Adrie disegni grandi percorsi».

La risposta di Adrie Van der Poel non ha tardato ad arrivare e il tecnico olandese, che certamente non ha gradito le critiche in particolare da parte dei sostenitori di Van Aert, ha risposto: «Non sono una persona che pensa a queste cose. Se poi avessi voluto favorire mio figlio, a quanto pare non sono stato molto bravo perché Mathieu non ha vinto negli ultimi percorsi che io ho disegnato».

Fatto certo è che il belga e l’olandese vanno più forte degli altri e che la gara sarà un discorso unico tra loro due.

La polemica delle barriere di legno è nata perché, rispetto al percorso iniziale, le assi sono state spostate in avanti e precisamente poco prima del traguardo. Mathieu di fatto salta più agilmente rispetto a van Aert e questa revisione del tracciato, secondo alcuni esperti, potrebbe favorire l’olandese.

Le travi in questione sono alte 35 e 37 centimetri, un po’ più alte rispetto a quelle affrontate nelle ultime gare ma comunque rientrano nelle misure stabilite dall’UCI. Adrie van der Poel ha poi dichiarato che le barre di legno, che inizialmente erano posizionate davanti la tenda VIP, sono state spostate 500 metri prima del traguardo a causa del terreno reso troppo umido dalle piogge dei giorni scorsi e quindi per evitare che i ciclisti scivolassero per il fango come successo in precedenza. Sarà una gara questa, dove la potenza e la tecnica faranno la differenza e gli errori saranno i veri avversari di tutti i corridori. Ma se Van Aert e Van der Poel faranno da padroni, non bisogna dimenticare che in gara ci saranno anche Michael Vanthourenhout ed Eli Iserbyt, che di certo non resteranno fermi a guardare e che potrebbero sorprendere.

In Belgio e in Olanda, alla vigilia della prova iridata gli esperti si interrogano guardando le statistiche, certi che il corridore che vincerà il Mondiale sarà anche il grande favorito per la vittoria a Strade Bianche e la Parigi-Roubaix.

A dire la loro sono intervenuti anche noti docenti di economia dello sport che, carte alla mano, hanno spiegato che un corridore come Van Aert potrebbe cedere tutti i suoi titoli nel ciclocross in cambio di una vittoria alla Roubaix o al Fiandre, ma questo solo se ad entrare in causa fosse esclusivamente l’aspetto economico. Il ciclocross non rende ricchi come la strada e questo lo sanno bene tutti i corridori, ma allora per quale motivo oggi assistiamo ancora alle sfide epiche tra il belga e l’olandese? La risposta degli esperti di economia dello sport è semplice: Van Aert e Van der Poel sono ambiziosi e non vogliono essere inferiori l'uno all'altro, quindi si tratta di una questione di prestigio tra loro due e non del valore del titolo.

Ovviamente la battaglia tra i due campioni è qualcosa di speciale e in ogni caso il vincitore aumenterà comunque il valore del proprio marketing. Il duello Van Aert contro Van der Poel offre una battaglia che non guarda solo a due corridori perché ad essere coinvolte sono due intere nazioni, ovvero Belgio e Paesi Bassi, che coinvolgono un’economia più ampia rispetto a due corridori dello stesso Paese.

Ad esempio la Jumbo, catena leader di supermercati, è attiva principalmente nel mercato olandese, il che significa che i successi del belga Van Aert nel ciclocross sono di grande valore per lo sponsor principale, che in questo modo scavalca il confine. Mentre la squadra di Van der Poel con Deceuninck e Brustor, sponsor belgi, puntano su una squadra il cui leader è olandese.

In ultimo se guardiamo all’economia dei premi, Belgian Cycling offrirà un bonus di 20.000 euro al belga campione del mondo, mentre la federazione olandese non darà soldi. Va poi evidenziato che il ciclocross ha un mercato molto ristretto, infatti, il pubblico principale è in Belgio e in Olanda, di conseguenza alle squadre World Tour, un titolo nel ciclocross non offre nessun vantaggio.

In poche parole, in gioco non c’è solo la maglia iridata ma l’orgoglio di due grandi corridori, che si sfidano da quando erano dei ragazzini. Le loro imprese sono diventate avvincenti e se il mercato del ciclocross ha guadagnato per lo più con la vendita dei biglietti, senza aumentare il numero degli sponsor, a fare la differenza sono stati i due corridori che si contenderanno il titolo di più forte del mondo.

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