I PIU' LETTI
CECCHINI. «PRONTA PER UNA NUOVA AVVENTURA»
di Giorgia Monguzzi | 22/02/2021 | 07:49

Elena Cecchini è ormai da anni una delle atlete più rappresentative del movimento italiano: per lei parlano cinque titoli tricolori tra strada e cro­no e una collezione impressionante di convocazioni in nazionale. Dopo un quinquennio tra le fila della Canyon Sram, la friulana ha deciso di approdare nel team Sd Worx, la formazione capitanata da Anna Van Der Breg­gen.

«Dal 2021 mi aspetto davvero tanto, c’è l’esigenza di ripartire, ma mi guardo intorno e tutto è un disastro» ci dice Elena dalla sua casa di Montecarlo, dove la situazione ospedaliera a fine gennaio è quasi al collasso. L’atleta del gruppo sportivo Fiamme Azzurre è tornata da nemmeno un giorno dal primo ritiro con la sua nuova squadra ed è re­duce dalla trafila ormai inevitabile di tamponi. C’è bisogno di ripartire, ce lo dice lei stessa e non c’è occasione mi­gliore che iniziare un’avventura tutta nuova al fianco della campionessa del mondo.

Dopo cinque anni in Canyon Sram inizi una nuova avventura…
«In Canyon ho vissuto cinque stagioni intense e assolutamente belle, in quella squadra sono cresciuta e sono diventata quell’atleta che desideravo tanto es­sere. Andarmene non è stato per nul­la facile, ma sentivo di aver bisogno di cambiare, non tanto a livello personale quanto piuttosto lavorativo. Io credo molto nel destino e il fatto che, in se­guito allo spostamento delle Olim­piadi, Anna Van Der Breggen abbia deciso di correre una stagione in più, l’ho interpretato come un segno, appena mi han­no proposto di essere al suo fianco ho accettato la sfida»

Come è stato il primo impatto con la squadra?
«Devo ammetterlo, prima di partire per il ritiro ero veramente terrorizzata. Sia­mo state nella zona di Calpe, in Spa­gna, per dieci giorni, ma per quattro di questi ha piovuto incessantemente. Non potevamo uscire in bici e così ci siamo ri­trovate tutte insieme chiuse in una villa megagalattica e tutto questo ha aiutato il gruppo ad entrare in sintonia. Ab­biamo fatto delle cooking class, lezioni di yoga, rulli, palestra e molte altre attività. È stata un’occasione per conoscerci meglio, capire cosa c’è oltre la bicicletta. Questa squadra è veramente fortissima e non è un caso se le atlete olandesi sono sempre così competitive, hanno una maniera particolare di interpretare il ciclismo, affrontano il lavoro al 200% ma, una volta finita la gara, sono serene e rilassate, a volte stressarsi troppo non fa bene»

Quest’anno sarai in squadra con la campionessa del mondo Anna Van Der Breg­gen. Come sarà non averla più come av­versaria ma come capitana?
«Avere Anna Van Der Breggen in squa­­dra è sicuramente uno stimolo. È una ragazza fantastica, ho avuto modo di parlare molto con lei e ho notato quanto sia serena e rilassata nonostante sia consapevole di essere il faro della squadra, penso che questo modo di fare l’abbia aiutata molto nella sua carriera. Poter essere al suo fianco è una opportunità grandissima, farò di tutta per aiutarla, ma so anche che lei è sempre ben disposta a dare una mano, quindi se io sto bene e se c’è una corsa a cui tengo particolarmente sono sicura che sarà dalla mia. E poi si sa, l’aiuto del campione del mondo dà quella spinta in più che manca».

Van Der Breggen ha detto che il 2021 sarà la sua ultima stagione da prof...
«Anna ha un’idea chiara della sua vita e sa quello che vuole. Mi ha detto che ha scelto di smettere non tanto perché non le piace più il ciclismo quanto perché non vuole più sentire addosso la competitività, non vuole continuare ad andare in bici per essere a tutti costi la prima. Nella sua testa ha l’idea di di­ven­tare mamma e sa cosa vuole fare do­po, smettere avendo già un piano è una cosa fondamentale. Lei è molto serena, anche perché ha già un lavoro offerto dalla squadra come direttore sportivo, ma sa benissimo che non è un compito semplice, non è sufficiente avere carisma, bisogna fare tante in contemporanea, sa di avere molto da imparare»

Invece tu ti vedresti come direttore sportivo?
«Fino a qualche anno fa avrei detto che, una volta smesso, non avrei più voluto avere più a che fare con il ciclismo: ormai da 22 anni sono in sella ad una bici, ma vi ho dedicato talmente tanto che sarebbe anche un po’ difficile lasciarlo. A questo punto della vita, però, non mi precludo nulla. Nel 2020 ho fatto il corso di primo e secondo livello per allenatori organizzato dalla Federazione, per il terzo invece preferisco aspettare quando smetterò di correre. A mio avviso, è davvero difficile diventare direttori sportivi appena si scende dalla bici, bisognerebbe aspettare un attimo e poi prendere tutta l’esperienza che si è accumulata negli anni e staccarla dall’essere atleti, altrimenti si è inevitabilmente portati a fare dei paragoni. Ritengo che continuare a confrontare le proprie atlete con quello che si è state non porti a risultati concreti, perché si rischia di compromettere la serenità di un ambiente. Forse è meglio staccare e poi ripartire».

Tornando invece al 2021, quali saranno i tuoi grandi obiettivi della stagione?
«Al primo posto metto i Giochi Olim­pici, penso che sia un po’ l’obiettivo di una carriera intera, un sogno grandissimo. Correre a Rio è stata un’emozione pazzesca, mi piacerebbe avere ancora quell’onore, ma so benissimo che non è facile, i posti sono pochissimi e ci so­no molte atlete giovani che scalpitano per essere della partita. Non ho an­cora studiato bene il percorso e non so quanto possa essere difficile, ma sono sicura che le favorite andranno a tutta e renderanno la gara dura»

E poi c’è il mondiale in Belgio…
«Assolutamente si! Ho indossato la ma­­glia azzurra in molte occasioni, ma quest’anno in particolar modo punto a fa­re veramente bene. Correremo in Bel­­gio, i muri sono sempre difficili, ma sono strade che conosco bene perché li affronto ogni anno in occasione delle classiche. È un percorso che mi piace e che mi sta a cuore, spero di avere l’occasione di dire la mia»

Come sarà il tuo percorso di avvicinamento ai Giochi Olimpici?
«È difficile fare programmi precisi con i calendari che cambiano praticamente ogni giorno, ma è certo che avrò sempre un occhio di riguardo per le classiche del nord che sono le corse che mi piacciono maggiormente. Inaugurerò la stagione con la Nieuwsblad, la Strade Bian­che, il Trofeo Binda in cui spero veramente di fare il colpaccio, poi il Fian­dre e molto probabilmente il Thu­ringen Tour a fine maggio. Quindi il Giro Rosa»

Hai già disputato sei volte il Giro d’I­ta­lia, è una corsa che ami molto….
«Essere al via del Giro d’Italia è sempre un onore grandissimo, ma è anche molto difficile, l’anno scorso in particolar modo è stata l’unica corsa a tappe che è sopravvissuta al Covid e abbiamo corso veramente a tutta, anche perché non abbiamo avuto gare intermedie per prepararci. Il percorso era piuttosto duro e già dalla seconda tappa la classifica era praticamente chiusa. Mi sento di chiedere agli organizzatori di pensare a delle tappe diversificate, non tanto per aprire la lotta alla generale, che do­vrebbe essere comunque riservata alle scalatrici, quanto invece delle frazioni intermedie anche rivolte alle velociste: in questo modo molte più atlete sarebbero invogliate ad essere della partita».

Quest’anno il Giro Rosa è stato retrocesso di categoria, c’è il rischio che non arriveranno più le grandi atlete del panorama internazionale?
«Nel 2020 il Giro ha fatto qualcosa di veramente incredibile, c’è da fare un grande plauso agli organizzatori: sono riusciti a mantenere una corsa a tappe nonostante ci fosse la pandemia e a ga­rantire tutte le misure necessarie, noi atlete eravamo assolutamente tutelate, il pubblico era ben distanziato e tutte le norme rispettate. Presumo non sia stato affatto semplice anche perché si è svolto tutto al Sud dove la cultura ciclistica non è così tanto sentita, bisognerebbe premiare queste cose, invece l’Uci l’ha ingiustamente retrocesso. È una decisione totalmente sbagliata che non condivido, ma la corsa rosa non ha bisogno di una classificazione per essere importante. All’estero gode di molto prestigio, è considerata come la corsa più importante in assoluto, anche se non è più nel calendario World Tour sono sicura che potrà sempre contare su un parterre di fortissime atlete straniere».

Quanto è cambiato il ciclismo femminile da quando hai iniziato a correre?
«Rispetto a 10 anni fa, quando sono diventata élite, sono cambiate tantissime cose e anno dopo anno miglioriamo sempre. Una volta non avevamo nemmeno il pullman, arrivavamo alle gare in macchina e ci cambiavamo per strada, ora invece tutte le grandi squadre ne hanno uno. È brutto dirlo, ma anche a livello di stipendio è tutto un altro mondo, prima guadagnavamo veramente pochissimo, ora anche una ragazza giovanissima che entra nel World Tour ha un salario più che dignitoso. Da quando le squadre maschili hanno creato la propria sezione femminile, si sono alzati anche il livello delle strutture e del materiale tecnico a nostra di­sposizione».

C’è ancora grande divario rispetto al mondo maschile?
«Fino a qualche anno fa non era assolutamente normale che una donna si allenasse con gli uomini, mi davano del­la matta e dicevano che non ne va­lesse la pena. Negli ultimi anni abbiamo fatto veramente passi da giganti, siamo riconosciute dai nostri colleghi e anche dalla stampa e l’avere in comune il 75% delle gare penso abbia aiutato molto. Purtroppo non si arriverà mai al livello del ciclismo maschile, ma credo che non sia nemmeno quello che desideriamo. Io vorrei che il ciclismo femminile venisse riconosciuto come sport vero e proprio, non come versione femminile di uno sport maschile».

C’è qualcosa che invidi al ciclismo ma­schile?
«Ormai abbiamo veramente tutto, ma sento che c’è proprio una cosa che mi manca: la Milano Sanremo. È una cor­sa che mi piacerebbe avere la possibilità di correre, provare a vivere quel so­gno che molti atleti uomini hanno. Pen­­so che a livello organizzativo non sia poi così tanto difficile: potrebbero farci partire a 160 km dal traguardo facendoci fare lo stesso percorso, le strade dopo tutto sono comunque chiuse dalle prime ore della mattina. Mi alleno su quelle strade ogni giorno e sarebbe bellissimo anche gareggiarci, ne verrebbe fuori una corsa non molto dura ma aperta a tantissimi colpi di scena».

Lanciamo un appello ad Rcs Sport?
«Assolutamente sì! Cara Rcs Sport, per il prossimo anno facci un pensierino».

da tuttoBICI di febbraio

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Sport Performance è il cerotto sportivo concepito da Omstrip per aiutare l’atleta a migliorare non solo la performance muscolare, ma anche  l’equilibrio e la resistenza durante l’attività fisica. Il marchio,...

Dovete trasportare la vostra gravel in aereo e siete pieni di dubbi? Metteteli da parte e per farlo puntate sulla Aerocomfort 3.1 Gravel di Scicon Sports, la nuova borsa porta...

Vuoi sostenere pienamente la tua crescita muscolare ed il recupero dopo intensi workout in palestra? EthicSport ha appena lanciato un prodotto che potrebbe rivoluzionare tutto: ecco a voi Whey PRO+,...

La nuova sella Nago R4 PAS AGX, una sella semi-tonda caratterizzata da un evidente e caratteristico T-shape, è l’elemento con cui Prologo va a completare la linea di selle AGX, quella...

Oggi  Colnago torna ufficialmente nei velodromi con un modello pronto a fare storia, ovvero il nuovo T1RS. In questa modernissima bici da pista si concentra quanto di straordinario è stato...

"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito...

In ASSOS la definiscono senza mezzi termini il capo invernale per eccellenza, una giacca progettata per consentire prestazioni elevate anche quando il freddo è pungente. Il limite per diversi capi...

La novità era nell’aria e dopo le varie prove sul campo nelle più importanti manifestazioni gravel al mondo, arriva oggi con tutta la sua forza la nuova piattaforma Super Record...

Se i pedali Kéo prodotti da LOOK Cycle sono un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e affidabilità, arriva oggi quello che potremmo definire un vero potenziamento del prodotto, un potenziamento...

Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo...

Consideriamola l’età del cambio di ritmo, una sorta di giro di boa ed è così che una volta compiuti i cinquanta anni dovremmo prendere in esame alcuni aspetti che prima...

Cosa ci fa un CEO da miliardi di euro con un due volte vincitore del Giro d'Italia? Venerdì 3 ottobre atleti e staff della Polti VisitMalta hanno avuto l'occasione di...

Il nuovo configuratore “YOUR LOOK A la Carte” diventa il braccio armato della tua immaginazione, anzi, direi che è e sarà il traduttore universale che ti permetterà di progettare il...

Ritorno alle origini per la settima edizione della Napoli Obliqua, con un meraviglioso percorso tra l'area del centro città Patrimonio Unesco, quello dell’area del Parco delle Colline Metropolitane e quello...

Vi piace sentirvi veloci? Tranquilli, non siete i soli a desiderarlo mentre pedalate. Oggi Wilier con la nuova Filante SLR ID2 vi porta in una nuova dimensione della velocità e...

Q36.5 amplia la sua proposta footwear con due nuove scarpe da ciclismo pensate per offrire prestazioni elevate su ogni terreno: le Gregarius Road Shoes, ideali per le lunghe uscite su...

Quando le aziende collaborano con numerosi team professionistici da molte stagioni mettendo a punto prodotti di altissima qualità e altamente performanti, gli effetti per i consumatori finali sono decisamente vantaggiosi....

I ragazzi di Partington.cc, capitanati dal fondatore Jon Partington, hanno una sola ambizione, ovvero quella di rivoluzionare il mondo delle ruote da ciclismo. Dalle volontà alle azioni il passo è breve,...

Gregario, giovane marchio italiano di biciclette artigianali in fibra di carbonio, è stato premiato con il prestigioso titolo di “Best New Builder” durante la fiera Bespoked 2025, svoltasi dal 10...

È tempo di un nuovo inizio. Dal Medio Oriente, all’Asia, fino al Nord Europa: ogni tappa, ogni curva e ogni numero sul reggisella raccontano un viaggio, una storia, un pezzo...

Il motore Polini EP-3+ si presenta oggi come una vera certezza nel mondo della pedalata assistita, un traguardo raggiunto con un grande sviluppo di cui il progetto ha goduto fino...

Quelli che vi propongo oggi sono due prodotti davvero di alto livello realizzati da Salice, due occhiali dedicati a chi vive il ciclismo con passione e dedizione. L’occhiale 020 si...

La gamma gravel Bianchi cresce e si rinnova, offrendo soluzioni su misura per ogni ciclista, dagli amanti della competizione fino a chi cerca libertà e avventura. Un’evoluzione che conferma la...

La collezione UNICO è la ricetta giusta per affrontare l’autunno/inverno 2025, una linea pensata per le pari opportunità e destinata ad offrire performance elevate, protezione e comfort sotto la strettissima...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui...
Vi piace sentirvi veloci? Tranquilli, non siete i soli a desiderarlo mentre pedalate. Oggi Wilier con la nuova Filante SLR...
Quando le aziende collaborano con numerosi team professionistici da molte stagioni mettendo a punto prodotti di altissima qualità e altamente...
di Giorgio Perugini
In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
di Giorgio Perugini
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
di Giorgio Perugini
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy