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GIRO D'ITALIA. 5^ TAPPA A UNO STRAORDINARIO GANNA
di Giuseppe Figini | 07/10/2020 | 08:00

Dopo l'incertissima volata di Villafranca Tirrena, vinta da Arnaus Demare di un soffio su Sagan e Ballerini, la corsa rosa giunge nel continente, in Calabria, per partire in questa quinta frazione da Mileto, in provincia di Vibo Valentia, percorrere la dorsale appenninica interna della regione e giungere a Camigliatello Silano, in provincia di Cosenza, dopo 225 chilometri

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Mileto è un comune situato su una collina, di forma allungata, a est del monte Poro e a sud di Vibo Valentia. E’ titolare di una lunga e importante storia iniziata con i greci e poi continuata nel tempo e che, con Ruggero I^ d’Altavilla (Hauteville-la-Guichard 1031 circa-Mileto 1101) ha visto Mileto eretta a sua residenza rendendola uno dei centri più importanti della regione e d’Europa. E’ nato qui suo figlio, Ruggero II^, primo re di Sicilia (1095-Palermo 1154). I resti di una cattedrale del 1081 e quelli dell’abbazia benedettina della SS. Trinità testimoniano quel periodo con Mileto sede vescovile, come lo è tuttora, con la basilica cattedrale neoromana di Santa Maria Assunta e San Nicola sede della diocesi di Mileto, in abbinata con Nicotera e Tropea. Altri luoghi d’interesse sono il Museo Statale, la zona del Parco Archeologico e vari edifici storici. Un forte terremoto nel 1783 distrusse il nucleo costitutivo e la cittadina fu ricostruita a circa 2 chilometri ad ovest. Il 28 maggio 1807 la battaglia di Mileto vide i Borboni sconfitti dall’esercito francese che dominarono la Calabria per circa un decennio prima del ritorno dei Borboni affiancati dagli inglesi.

Conserva molte tradizioni popolari fra le quali è in primo piano il “raduno dei giganti” con delle caricature in cartapesta di grandi dimensioni che rievocano personaggi delle scorrerie barbariche del passato. E’ una manifestazione che richiama gran numero di turisti.

Il ciclismo, in varie declinazioni, è particolarmente seguito a Mileto grazie anche alla straordinaria passione di un suo cittadino, Domenico “Mimmo” Bulzomì, volano d’iniziative continue con lo Sport Club Mileto, organizzatore della Sei Giorni del Sole, già importante gara a tappe internazionale, dirigente federale e riferimento in zona calabra di tappe e itinerari della corsa rosa, oltre che amico di molti esponenti delle due ruote. E la partenza da Mileto è la realizzazione di un suo sogno ultraquarantennale.

Per sua natura il tracciato, mosso e sovente tortuoso sui rilievi, si presterebbe a colpi di mano di coraggiosi attaccanti.

Si tocca il capoluogo di provincia, Vibo Valentia, contornata dalla catena delle Serre e con una piacevole marina, con storia ultramillenaria, con un bel duomo e varie chiese di rilievo e il castello, sede del museo archeologico e diversi altri motivi d’interesse. E’ pure zona di fertile agricoltura e, dal Belvedere Grande, offre una spettacolare vista, in giornate terse, che va da Palinuro alle nevi dell’Etna.

Si scende sulla litoranea e dopo i bivi per Vibo Marina, Pizzo e dell’A2 di Pizzo, si passa nella provincia di Catanzaro, puntando verso l’interno, superando i bivi di Curinga, Roccelletta e Cortale, con i centri abitati che sorgono in altura in un panorama agricolo dove spiccano gli uliveti. Si passa da Borgia, antico centro dove, verso il litorale, nella frazione di Rocceletta, si trova Scolacium, antico insediamento con importanti resti romani. Si passa a Catanzaro Lido, primo traguardo volante e quindi si sale a Catanzaro, il capoluogo, dove è posto il GPM di 3^ cat. a m. 345. E’ la striscia di terra più stretta d’Italia, istmo di circa km. 35 che separa il Tirreno dallo Ionio. La città vanta una lunga storia, in varie epoche, e sorge su tre colli con il Duomo e diversi palazzi storici di differenti epoche. Importante è il polo universitario. Dal 1962 ne caratterizza il paesaggio un ardito ponte ad arcata unica, in calcestruzzo armato, progettato da Riccardo Morandi che supera il torrente Fiumarella, il ponte Bisantis. Renato Dulbecco (1914-2012 USA), biologo e medico, premio Nobel per la medicina nel 1975, era nativo di qui.

Vincitori di tappa a Catanzaro sono Luigi Marchisio 1930, Nino Defilippis 1954, il belga Frans Brand nel 1965, nel 1972 lo svedese Gosta Pettersson che riuscì a resistere a uno scatenato Merckx partito a tutta già al via di una lunga tappa, il francese Hervé Pascal nel 1996 e nel 2008 sprint di Mark Cavendish a Catanzaro Lido dove si trova come detto il primo traguardo volante. La città è stata pure sede di altre partenze di tappa. Si passa il posto di rifornimento fisso per riprendere a salire verso Tiriolo, centro agricolo e commerciale nel territorio della Sila Piccola e giungere al secondo GPM di giornata, sempre di 3^ cat., ai m. 865 di Monte Trearie, salita che consente d’apprezzare vedute che arrivano sia al Tirreno, sia allo Ionio e poi, dopo Bivio Zeta, contrada del comune di San Pietro Apostolo e giungere così a Soveria Mannelli, centro di riferimento della zona con l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo dichiarata monumento nazionale nel 1910.

Da qui si entra nella provincia di Cosenza, per Ponticelle, frazione del comune sparso di Scigliano e quindi si scende, sempre nel tipico e severo paesaggio delle macchie interne dei rilievi calabri, al ponte sul fiume Savuto per risalire poi verso Rogliano. Notevoli sono il Duomo dedicato a San Pietro e altre belle chiese. Specialità locale è il Savuto doc rosso di montagna apprezzato già al tempo dell’antica Roma e, in tema gastronomico, sapidi insaccati e le castagne locali, variamente utilizzate. Si prosegue per la zona industriale di Mangone e, al bivio Donnici, si entra nell’ambito comunale di Cosenza, secondo traguardo volante. Sorge alla confluenza dei fiumi Crati e Busento sul versante che guarda verso il Tirreno e con i contrafforti dei monti della Costiera meridionale e del Pollini a delimitazione. La parte più antica, Cosenza vecchia, sul pendio del monte S. Pancrazio, ha struttura chiaramente medievale. La sua importante storia è iniziata quale capitale dei Bruzi e poi capoluogo della Calabria Citeriore e, a seguire, della Calabria latina medievale. Il diffuso sviluppo urbano ha interessato la parte più a valle e i comuni limitrofi. Piazza Campanella è il punto di contatto fra città vecchia e nuova mentre il Duomo, il Castello in posizione elevata, e altre costruzioni di pregio, religiose e civili, costituiscono parte di un esteso patrimonio architettonico. Città di vivace cultura – è chiamata “Atene della Calabria”, e l’Acccademia Cosentina (1511) è la più antica d’Italia. Il filosofo e naturalista cosentino Bernardino Telesio (1509-1588) con le sue teorie è stato fonte d’ispirazione con la sua dottrina di Giordano Bruno, René Descartes (Cartesio), Francis Bacon e Tommaso Campanella. L’università con le sue innovative architetture e il “campus” ad Arcavacata di Rende sono un notevole polo di cultura.

Sotto il letto del Basento fu sepolto nel 410 Alarico, re dei Visigoti, armato e a cavallo e, secondo la leggenda, fu sepolto il tesoro acquisito con il “sacco di Roma” del medesimo anno che non è stato ancora ritrovato…..

Nel 1844, il 25 luglio, precisamente nel vallone di Rovito, furono fucilati i fratelli veneziani Attilio (1810) ed Emilio (1819) Bandiera, ufficiali della marina austriaca d’idee mazziniane, con altri sette compagni che si proponevano di sollevare la popolazione contro i Borboni.

Il Giro d’Italia ha qui proposto arrivi di tappa nel 1929, vincitore Alfredo Binda, 1930 Domenico Piemontesi, 1949 Guido De Santis, 1961 Antonio Suarez, 1967 Jean Stablinski, 1972 e 1976 doppietta di Roger De Vlaeminck, 1981 Moreno Argentin, 1986 Greg LeMond e nel 1989 Rolf Jaermann.  Altre volte è stata sede di partenze. Il compianto ciclista-pittore Giuseppe Faraca (1959-2016) e Michele Coppolillo (1967), buoni corridori, sono nati qui così come Francesco Reda (1982).

Il tracciato propone una lunga, però con pendenze agevoli, salita passando per la località di Magli, quindi Spezzano della Sila, centro montano con varie proposte riferibili ai prodotti locali e raggiungere poi il Valico di Montescuro, GPM di 2^ cat. a quota m. 1618. Poi c’è la discesa verso il traguardo di una decina di chilometri, passando per la frazione di Moccone, al traguardo di Camigliatello Silano.

La località è compresa nel comune di Spezzano della Sila, sulla Sila Grande, a quota m. 1277, con il nucleo urbano inserito nel Parco Nazionale della Sila, ricco di vegetazione con pini, larici, e faggi che sorgono ad altitudini variate. Costituiscono un’attrattiva naturale molto apprezzata con molteplici proposte di passeggiate, sia a piedi, sia in mountain bike, nella fruizione estiva.

E’ una rinomata stazione sciistica con moderno impianto di risalita e due piste di sci alpino e sci di fondo. E’ zona ricca di funghi celebrati in autunno con una sagra dedicata così come la “patata della Sila”, tubero assai apprezzato e prodotto I.G.P. (indicazione geografica protetta).

Il Giro d’Italia ha già fissato qui, nel 1982, un arrivo di tappa con partenza da Palmi. La vittoria fu del francese Bernard Becaas, connazionale e coéquipier nella Renault di Bernard Hinault, vincitore finale di quel Giro. La seconda posizione fu del veneto Giovanni Renosto a 3” e terzo un certo Davide Cassani a 9”.

E’ una tappa che potrebbe muovere, senza però sovvertire, posizioni di classifica generale.

 

 

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