Discipline 'da palestra' come Crossfit e Powerlifting, ma anche sport considerati 'puliti' come il rugby o la canoa e il ciclismo. A livello amatoriale, spiega il rapporto annuale del ministero della Salute, non c'è sport che non sia toccato dalla piaga del doping, con quasi tutte le discipline controllate che hanno degli atleti positivi.
Lo scorso anno, si legge nel documento, sono stati programmati controlli su 287 manifestazioni sportive, quasi cento in più rispetto al 2016.
"Sono stati sottoposti a controllo antidoping 1.211 atleti - scrivono gli esperti del ministero - di cui 821 maschi (67,8%) e 390 femmine (32,2%), di età media 27,7 anni. Dei 1.211 atleti sottoposti a controllo 30 sono risultati positivi ai test (il 2,5%) con una sostanziale differenza di genere (4 femmine e 26 maschi)".
La percentuale di positivi è sostanzialmente stabile rispetto al 2016, quando era il 2,7%, ed è più o meno la stessa dal 2003, anno in cui sono iniziati i controlli, a parte qualche picco sporadico fino al 4-5%.
Le sostanze più trovate sono gli agenti anabolizzanti (48,3%), stimolanti (17,2%), corticosteroidi (8,6%), diuretici e agenti mascheranti (8,6%).
Gli eventi maggiormente controllati sono le manifestazioni relative al ciclismo (17,9%), al calcio (17,1%) ed all'atletica leggera (13,6%). Crossfit e Powerlifting, due discipline legate appunto al mondo delle palestre, hanno avuto il tasso maggiore di positività, rispettivamente il 16,7% e il 12,5%, anche se con un numero molto basso di controlli, mentre nel ciclismo il tasso è del 5,5%, inferiore anche a canoa e rugby.
Il fenomeno, sottolinea il rapporto, riguarda maggiormente gli atleti 'di una certa età', mentre sembra non interessare quasi per nulla i giovani. "Le percentuali più elevate di positività in rapporto al numero di atleti controllati stratificati per fasce di età, sono state registrate in atleti con un'età compresa tra i 39 ed i 44 anni (8,9%) ed in quelli con età superiore ai 44 anni (6,8%), mentre la percentuale più bassa è stata registrata tra gli atleti con età inferiore ai 19 anni (0,8%). Anche nel 2017 pertanto, si consolida quanto già osservato negli anni precedenti, ovvero che nella popolazione di atleti oggetto di controllo da parte della SVD, le positività si concentrano tra gli atleti più maturi".