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GF NEL PARCO SARTO, ECCO I PERCORSI
dalla Redazione | 14/05/2018 | 11:02

La Gran Fondo Nel Parco Sarto, giunta alla terza edizione, muove da Villetta Barrea [1], sulla riva ovest del lago di Barrea. Quest’anno, per la prima volta, attraversato il centro del paese, al “Ponte Vecchio”, si salirà a velocità controllata, per circa 2 km, a Civitella Alfedena [2]; altri due km di discesa facile separano il centro dove risiedono le Oasi del Lupo e della Lince, dal panoramico ponte sul lago[3]; si torna sulla SS83 in direzione Villetta per il via agonistico che avviene sotto l’arco di partenza posizionato di fronte al Centro Servizi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise [4].
In leggera salita, dopo aver sfiorato la Camosciara e Val Fondillo, si raggiunge il primo “strappo” di giornata: a 700 m dal bivio per Forca D’Acero [5], c’è un breve tratto di salita “vera” che scalda le gambe! La piana che conduce a Pescasseroli offre respiro e possibilità di condurre già in buona velocità. Si entra nella “Capitale del Parco” seguendo in senso di marcia la rotonda nei pressi della Casa Cantoniera [6], si attraversa il centro  abitato transitando nei pressi del Comune [7] e percorrendo un breve tratto in senso contrario alla normale marcia si esce reimmettendosi sulla SS83 .
Al 22° km, in corrispondenza del bivio di Gioia dei Marsi [8], si prende la strada a destra e inizia la prima salita di giornata che conduce al panoramico Valico di Bisegna [9]: poco meno di 5 km di pendenze morbide e rinfrancate dall’ombra degli aceri. E’ facile, in questo tratto, in condizioni di silenzio e calma, incontrare una volpe che ha eletto questi boschi a suo ambiente prediletto.
Percorsi 32 km, si attraversa il comune di Bisegna e si prosegue verso la sua frazione San Sebastiano dove attende il primo ristoro curato dalla Pro Loco [10]. Bisegna è sede del Presidio del Parco Nazionale in corrispondenza del quale la strada richiama l’attenzione dei partecipanti per una serie di curve impegnative.
Dopo 8 km si sfiora Ortona dei Marsi con il suo caratteristico paesaggio fatto di case di pietra e strade lastricate.
Il 45° km segna l’inizio della seconda salita, quella che conduce all’Olmo di Bobbi [11]: 5 km e mezzo, regolari che, condotti al giusto ritmo, offrono l’opportunità di sentire gli odori dei tipici arbusti, delle erbe particolari che crescono nel terreno roccioso e delle conifere che caratterizzano la sommità del passo. Giunti in vetta, si attraversa un’ampia galleria la cui fine è pienamente visibile dall’ingresso, e il secondo ristoro [12] ripaga le fatiche fin qui compiute.
Qualche secondo per apprezzare il panorama della valle Peligna che si apre davanti agli occhi dei corridori e inizia la discesa che conduce a Cocullo: 9 km di strada ampia e veloce; si raccomanda di tenere sempre la destra e di non “tagliare” le curve: siamo cicloamatori e la sicurezza deve essere sempre il faro che illumina i nostri percorsi.
Attraversata la frazione Casale, circa al 62° km, se ne percorrono ancora quasi 3 di discesa per giungere a Anversa degli Abruzzi; davanti alla bellissima chiesa di Santa Maria delle Grazie, rinfrancati dalle acque freschissime del fontanile antistante, si possono apprezzare, presso il terzo ristoro, le tradizionali “ferratelle” offerte da Giuseppe Del Rosso del Bar Angolo delle Grazie [13]. Attraversando il caratteristico borgo anversano, si arriva alla porta dello scenario, senza dubbio, più strabiliante dell’intero percorso: le Gole del Sagittario! L’Oasi Naturale del WWF ne preserva lo splendore. Lo strapiombo delle rocce disegna figure impensabili e, salendo verso Villalago [19], si immerge in un laghetto dalle acque pure e azzurrissime nei giorni migliori. Inizia ad Anversa degli Abruzzi la terza salita che porta a Villalago: quasi 10 km di ascesa incostante nelle pendenze, tortuosa e panoramica [14]. L’eremo di San Domenico [15], al di là del caratteristico doppio ponte, offre un paesaggio unico e apprezzatissimo. Anche in questo tratto il richiamo alla prudenza e al rispetto del codice della strada, offrono la chiave per godere in sicurezza la giornata sui pedali.
Lasciando Villalago sulla destra, termina la salita delle Gole [16] e si giunge, dopo un tratto di pianura, al lago di Scanno; siamo al 76° km di gara, 83° dall’inizio della manifestazione, e lo specchio d’acqua alla destra è rinfrancante. Dopo circa 1 km, il suggestivo passaggio sotto l’arco della Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, prelude all’inizio dell’ultima salita [17], la regina dell’evento: la salita di Passo Godi! 15 km di fatiche, le ultime, le più entusiasmanti, quelle che daranno ai primi l’occasione per fare la differenza, agli ultimi la benedizione per avercela fatta. Si passa nel centro di Scanno, di fianco alla stupenda Chiesa di Santa Maria della Valle, il ciottolato caratteristico di via Napoli anticipa il quarto ristoro che l’associazione MTB Scanno allestisce nei pressi della “pesa pubblica” [18]; si esce da Scanno e percorrendo i primi tornanti si giunge all’inizio del tratto cronometrato della salita [19]; mancano quasi 11 km a Passo Godi e poco più di 25 all’arrivo; a metà ascesa un ristoro idrico salino [20] allevierà le fatiche prima del Valico di Monte Godi [21]; sulla piana del passo dove si conclude anche la cronoscalata [21], grazie al sostegno di Candido del Rifugio Lo Scoiattolo, l’ultimo sostegno prima dell’arrivo.
La discesa a Villetta Barrea offre lo sguardo verso la valle del Lago di Barrea e fila veloce su una carreggiata per lo più ampia e sicura; qualche tornante rallenta la corsa e in prossimità del paese una chicane tra i caratteristici pini neri italici (pinus nigra) testa l’attenzione del corridore; non ci stancheremo di appellarci alla prudenza e al rispetto delle regole di convivenza sulle strade: controllo e cautela assicurano la gioia dell’arrivo.
Ed eccoci, finalmente, a Villetta Barrea! Al termine della discesa da Passo Godi, dopo 108 km di corsa, 115 di pedalata, si gira a sinistra e la dirittura d’arrivo [23] è il premio tanto desiderato!
Il ristoro dopo la “linea bianca” è il luogo degli eroi! Lì i racconti si fanno leggenda!

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