Sabato 5 maggio il Giro d’Italia si sdoppierà: i corridori di oggi saranno in Israele per la seconda tappa, la Haifa-Tel Aviv, di 167 km per velocisti; e i corridori di ieri saranno in Veneto per una pedalata solidale, a Feltre e dintorni, di una decina di km per umanitari. In Israele si sfideranno Chris Froome e Fabio Aru, Tom Dumoulin e Domenico Pozzovivo, e altri 172 corridori; in Veneto si ritroveranno – salvo contrattempi - Moreno Argentin e Dino Zandegù, Alessandra Cappellotto e Mara Mosole, e tanti altri.
Le Glorie del ciclismo triveneto (Veneto, Friuli-Venezia Gulia e Trentino-Alto Adige) hanno un cuore grande così. Un po’ come gli alpini (titolo meritato per via di tutte quelle salite scandite a forza di pedali) e un po’ come i rugbisti (che dopo i primi due tempi si stringono – a tavola – nel terzo), gli ex corridori del Nord-Est manifestano la loro passione rotonda anche, e ancora, in bicicletta. Stavolta l’associazione presieduta da Mario Beccia si è innamorata della Comunità di Villa San Francesco diretta da Aldo Bertelle e illuminata da Vico Calabrò. E così ha organizzato una pedalata solidale: la partenza dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno ’86 Onlus in Località Casonetto a Vellai di Feltre, l’arrivo alla Comunità di Villa San Francesco a Facen di Pedavena, il ritrovo alle 9.30, la partecipazione libera, gratuita, aperta. Prima tutti in bici, poi tutti a tavola. E tutti insieme. L’occasione è speciale: i primi settant’anni della comunità.
Tutto cominciò nel 1948, come luogo in cui i bambini più deboli e fragili potevano ritemprarsi. Tutto ricominciò nel 1975, quando si intuì che si poteva dare ospitalità non solo ai bambini e ragazzi (dai sei ai diciotto anni) bisognosi per problemi fisici, ma anche familiari. Tutto si colorò nel 1986, quando nacque la prima cooperativa di solidarietà con il nome simbolico di Arcobaleno ’86, “i colori della vita dopo il buio del temporale”. E da allora è stata una gara di idee e iniziative per costruire fantasie, per fabbricare miraggi, per realizzare miracoli. Come il Museo dei sogni, della memoria, della coscienza e dei presepi. E come, all’interno di questo museo, la corsa da Marcinelle a Feltre di un pezzo di carbone dalla miniera belga attraverso il Giro d’Italia per ricordare i 262 minatori (tra cui 136 italiani e 95 belgi, soltanto 13 i superstiti) morti l’8 agosto 1956.
Così sabato 5 maggio il Giro d’Italia si sdoppierà: in Israele l’importante sarà vincere, nel Feltrino partecipare. Poi, quando la Corsa Rosa arriverà in Italia, le strade dei corridori di oggi e ieri si incroceranno ancora: il 18 maggio, per la Ferrara-Nervesa della Battaglia, Beccia e compagni saranno all’arrivo con uno spazio dove accogliere tifosi e sportivi. Per informazioni: info@comunitavsfrancesco.it
Marco Pastonesi