Non capita tutti i giorni di essere invitati a cena, non capita
tutti i giorni di essere invitati a piantare la tenda in un giardino,
non capita tutti i giorni di essere invitati in una casa senza il
proprietario.
Non capita tutti i giorni di condividere la strada e la tavola,
non capita tutti i giorni di unire il bivacco e il rifugio, non capita
tutti i giorni di raddoppiare gli obiettivi e i traguardi.
Non capita tutti i giorni di saltare su una bicicletta e scendere dalla Norvegia all’Italia,
da un fiordo a Feltre, duemila chilometri a forza di pedali, ma anche
di curiosità e interessi, di allegria e fatica, di avventure e storie.
Da raccontare.
E’ capitato a tre ragazzi di Feltre: Nicola Bilardo, Tobia De Marco e Mattia Rimessi. L’idea
nel 2012, il viaggio nel 2013, e poi un libro, una mostra, una serie di
incontri, e adesso la riproposizione del viaggio attraverso foto e
testi (a cura di Tommaso Calabro) nel Fondaco delle biade, a Feltre, durante il festival “W la bici viva” (fino al 15 aprile, ingresso libero).
Non capita a tutti, però capita. Basta volerlo.
E quando capita, cioè quando lo si vuole, è una storia di quelle da
ricordare e raccontare. Perché in bicicletta si torna alla semplicità,
alla essenzialità, alla nudità. In bici ci si spoglia, e i pesi
superflui non sono soltanto quelli fisici, ma anche quelli imposti dalle
mode, dai sistemi, dalle tendenze. Più leggeri addosso, più aperti
dentro. Ed è così che si esplora, che ci si esplora, e che si scopre, e che ci si scopre.
E non è un caso che stavolta “Dai fiordi a Feltre” abbia
ospitato prima l’esposizione, poi la vendita di una decina di
biciclette recuperate e poi messe in vendita dal Comune di Feltre a
prezzi quasi stracciati. Perché quelle bici possano seguire il loro
destino: regalare altre strade, viaggi, esperienze, emozioni. Altri “non capita tutti i giorni di”. Magari in un fiordo, magari a Feltre, o altrove, o dovunque.
Marco Pastonesi