“Ce n’erano cinque. Una con le rotelle, una da adulto e tre da bambino. Erano appese al soffitto con dei ganci, sembravano sul punto di cadere e fare del male a qualcuno. Rimasero a osservarle stando in disparte”.
Willa, Alene e Alice. La bici è per lei, Alice. Ha otto anni, non ha più madre né padre, ma una nonna, e adesso anche le amiche della nonna.
“Seguirono Rudy e rimasero sotto le biciclette sospese a guardare Bob che montava su uno sgabello e tirava giù dai ganci quelle di dimensioni adatte alla ragazzina. Rudy le appoggiava sul vecchio pavimento in legno rovinato e le sistemava sul cavalletto”.
Holt è una cittadina immaginaria del Colorado. Calore, polvere, odore di paglia e di grano tagliato d’estate, folate di vento e tormente di neve d’inverno. La Main Street dove i ragazzi, in macchina, la sera, suonano il clacson, e la Statale. E un negozio di ferramenta, dove si vende dai tosaerba alle biciclette.
“Alene posò un braccio sulle spalle di Alice e insieme fecero un passo in avanti e la bambina toccò le manopole in gomma del manubrio della bicicletta viola e Rudy disse, Fai pure, prova il sellino. L’altezza si può regolare”.
Un uomo sta morendo: intorno a lui si ramificano le storie di vita di “Benedizione”, un romanzo di Kent Haruf (NNE, 280 pagine, 17 euro) scritto nel 2013 e pubblicato in Italia nel 2015, quando l’autore americano era morto da poco, a 71 anni.
“Alice si mise a pedalare con le due donne che le camminavano accanto, prima con passo veloce, poi iniziando a trotterellare, infine annaspando con le mani per cercare di sostenerla, lei continuò a pedalare, non riuscivano a starle dietro, poi iniziò a ondeggiare e a piegarsi da un lato, stava per cadere, ma riuscì a fermarsi”.
America: quella della provincia, quella delle zone commerciali e dei recinti per il bestiame, quella dei drammi nascosti e delle tragedie incombenti, quella delle continue opportunità e delle eterne speranze, quella dei sermoni dei pastori e delle piccole congregazioni dei fedeli.
“Alice proseguì, vacillando sulla strada sterrata, pedalando, con le tracce delle ruote che formavano lunghe linee a serpentina sulla polvere; percorse una trentina di metri, fece un’ampia curva e tornò indietro”.
Per un Dad Lewis che lascia la vita, c’è un’Alice che la scopre anche a pedali. E attorno a lei, regalandole una spinta, una direzione, un equilibrio, ci sono cinque donne che, insieme, proprio intorno ad Alice, sembrano ritrovare il senso della vita.
“Ricomparve poco dopo. Cosa fai? Le chiese Berta May. Faccio ancora un giro”.
Marco Pastonesi