Una mountain bike. Davanti, un’insegna. Dietro, una cassetta. E’ una bibliobicicletta: la bicicletta della biblioteca, la biblioteca in bicicletta, la biblioteca a pedali.
Saber Hosseini è un maestro: insegna in una scuola di Bamiyan, in Afghanistan, ma i giorni di festa sale e cavalca la sua bibliobicicletta, e porta libri ai bambini nei villaggi più lontani e dimenticati. E non vuole nulla: né per i libri, né per sé. E’ lui il Maestro dei Cento Soli e delle Cento Lune cui si ispira il libro “Storia del maestro che sfidò la guerra”, scritto da Alberto Melis e illustrato da Elisa Macellari (Mondadori, 120 pagine, 9,50 euro).
L’idea: “Da bambino ho visto morire molte persone perché non avevano a disposizione neppure un dottore. Anche un mio fratello più piccolo si ammalò e, una notte, morì. Si chiamava Sawar. L’indomani, quando ci fu il funerale, piangevo e mi sentivo come se fosse andata via una parte di me”. Le domande: “Perché in Afghanistan i bambini muoiono per malattie che altrove si possono curare? Perché ci siamo ritrovati a combattere guerre fratricide? Perché oggi molti emigrano verso l’Europa e rischiano di annegare in mare?”. La risposta: “Io credo che la causa di tutto ciò sia anche una mancanza d’istruzione. Se la nostra gente fosse stata più istruita avremmo avuto più dottori, non avremmo combattuto guerre inutili e oggi non ci sarebbe la necessità di emigrare”. La soluzione: “Per questo ho cominciato a distribuire libri ai bambini”.
Il maestro Hosseini ha scelto la bici anche per il suo significato simbolico: “I Talebani a volte usavano le biciclette per compiere degli attentati terroristici. Io uso la mia per distribuire i libri, per donare gioia, pace e saggezza”. E la scritta “Campagna per la gentilezza” sull’insegna sulla bici? “Far comprendere a tutti che il nostro è un progetto di pace che va sostenuto in tutti i modi, anche dalle persone che in tanti Paesi del mondo seguono la nostra attività”. Tant’è che la bibliobicicletta corre pericoli: “I Talebani sono sempre in agguato e possono far del male a chiunque, uomo, donna o bambino. Personalmente ho ricevuto molte minacce. E così mia moglie, che si è salvata solo perché uno suo studente l’ha avvisata per tempo che i Talebani avevano intenzione di compiere un attentato contro di lei. Oggi ha abbandonato il Paese e vive in Svezia”.
Hosseini resiste: “Sono rimasto perché amo questo lavoro. Oltre a portare i libri ai bambini che vivono nei villaggi, sono riuscito a istituire sei biblioteche stabili”. E insiste: “Abbiamo bisogno di un Rinascimento. Di passare dal buio alla luce e ci riusciremo anche grazie all’aiuto dei bambini che oggi leggono i libri”.
Marco Pastonesi