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LE STORIE DEL FIGIO. L'HIGHLANDER
dalla Redazione | 03/12/2017 | 07:27

La presentazione del percorso del Giro d’Italia 2018 ha confermato felicemente le attese e le speranze dei molti appassionati delle due ruote che popolano la città di Imola e il territorio circostante, sempre fervido d’interesse e ricco di storia per le due ruote, in molteplici forme e declinazioni.
La tappa n. 12 della corsa rosa, alla sua 101.a edizione, la Osimo-Imola di km. 213, pone il traguardo nella città romagnola, in provincia di Bologna. Una tappa che non è una semplice frazione della corsa rosa e che presenta differenti motivi d’interesse, anche se il profilo altimetrico, salvo lo strappo nel finale dei Tre Monti, è una lunga linea piatta.

Il ciclismo è solito ricordare le date importanti della sua storia e così non poteva essere dimenticata la ricorrenza dei cinquant’anni della straordinaria impresa con l’iride conquistata, firmata dal parmense Vittorio Adorni, primo al traguardo dopo oltre 90 km percorsi in solitaria, ai quali vanno aggiunti, peraltro,  i molti altri percorsi con i compagni di fuga della prima ora. Era il 1^ settembre 1968. E’ iconica, come si suole dire ora, la foto di Adorni trionfante, a braccia levate, che esulta al traguardo e alle sue spalle l’ammiraglia azzurra con il C.T. Mario Ricci ed Ernesto Colnago che esultano con lui.
Il belga Herman van Springel, medaglia d’argento, è cronometrato con un distacco di 9’50” e terzo un altro azzurro, il bresciano Michele Dancelli, a 10’18”. E’ ancora oggi il distacco record fra primo e secondo della lunga storia iridata della strada professionisti.

E’ un “amarcord”, per dirla alla romagnola, che ha ancora oggi un particolarissimo valore, affettivo e professionale, per molti, soprattutto per un giovanotto di 90 anni o giù di lì, Giovanni Ceroni all’anagrafe, ma per tutti semplicemente “Nino”, imolese purosangue che fu il riferimento organizzativo, con altri e validi collaboratori,  di quella fortunata edizione dei mondiali con il circuito dei Tre Monti e i vari passaggi, oltre alla conclusione, nell’autodromo ora intitolato a Enzo e Dino Ferrari. E' un lavoro coordinato con le istituzioni locali, sempre messe in rilievo dall’operato di Nino Ceroni, scrupoloso e attento “sollecitatore” dell’interesse per il ciclismo con la sua Coppa Placci e la sua attività di direttore di corsa di lungo corso in tante, tantissime, gare e per tantissimi anni, in tutta Italia.

Nella sua amatissima e curatissima Coppa Placci era partecipato e sentito anche dai gruppi sportivi il momento istituzionale con il tradizionale e beneaugurante incontro della vigilia, dopo la “punzonatura”, nello storico Palazzo Comunale, al piano nobile, dal sindaco con la visione della splendida piazza centrale sottostante della città della ceramica, e non solo. Consuetudine sempre seguita e osservata da Nino Ceroni pure nella vicina Repubblica di San Marino e in altri luoghi che hanno ospitato la storica Placci.

La premessa è per dare atto al baldo novantenne del lavoro che ha portato avanti, con il “placet” d’assenso dell’amministrazione comunale, muovendosi in sordina, riservatamente, per preparare una grande rievocazione dell’importante ricorrenza dei 50 anni dal mondiale, osservando sempre la riservatezza e il “low profile” fino all’agognata e positiva ufficialità dell’accoglimenti da parte di RCS Sport della candidatura di Imola quale arrivo di tappa.

Nino ha già scandagliato, sondato, sollecitato la disponibilità alla presenza di tutti i protagonisti, quelli di prima fila ma non solo quelli, rivolgendosi pure ai superstiti di quelli che sono stati tutti i componenti la formazione azzurra ai mondiali del 1968.

E’ ora pronto, e può parlare liberamente, senza i vincoli della richiesta riservatezza, di un progetto di rievocazione e festa che gli sta particolarmente a cuore e da condividere con l’amministrazione comunale soprattutto, quale “main sponsor”, almeno sul piano definiamolo ideologico, del grande momento sportivo – e non solo -, emozionale, vissuto nel 1968 e già da anni proposto e poi sostenuto dal sindaco Daniele Manca e da Davide Tronconi, assessore alle risorse del territorio con, fra altre deleghe, quella alle politiche sportive.

Un progetto che comprende, pure, il ricordo della prima medaglia conquistata nella competizione mondiale da un’italiana nella prova su strada, la romagnola di nascita (Predappio), l’anno non si cita per una signora, Morena Tartagni, bronzo sul podio di Imola 1968 con l’iride vinta dall’olandese Keetie van Oosten-Hage.

E Nino Ceroni intrattiene tutti questi contatti nel suo stile amichevole e colloquiale, in modo diretto, a voce, di persona o massimo al telefono, proprio come nel 1968, quando l’informatica era di là da venire, senza volere apparire, ottenendo sempre sostegno e adesione al suo progetto. Sono stati particolarmente apprezzati da Ceroni il pronto impegno e l’adesione manifestati in modo attivamente partecipato e fattivo da Ernesto Colnago.

E dopo anni di silenzioso e discreto operare il vagheggiato sogno è pronto per divenire realtà fra soli cinque mesi circa per tagliare l’agognato traguardo con il prezioso sostegno dell’amministrazione comunale per questa sorta di “highlander” col ciclismo nel cuore, Giovanni “Nino” Ceroni da Imola.

Giuseppe Figini

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