Grazie ad Angelo Furlan che segue 2 atleti del pro team bmx Creazzo - Mattia Furlan e Camilla Zampese - scopriamo cos’è il bmx affrontato a livelli agonistici. Nella prossima puntata entreremo nel dettaglio del programma di allenamento specifico.
Nello scorso articolo ci siamo occupati degli aspetti principali del Bmx, di quanto sia importante a livello propedeutico per le altre discipline del ciclismo o altri sport nel preparare, attraverso un’importante componente ludico-coordinativa mai troppo pesante nel condizionare, i giovani atleti a schemi motori complessi e variati di cui avranno bisogno in età più adulta.
Molti atleti ciclisti di fama, come abbiamo visto, hanno iniziato con la Bmx; a conferma della duttilità formativa di questa specialità, molti ragazzini che facevano Bmx si sono dedicati ad altri sport con buonissimi risultati, uno su tutti il pilota di superbike Marco Melandri che faceva da apripista negli anni in cui Angelo Furlan e Luca Paolini si sfidavano nella medesima disciplina nelle categorie giovanili. Tra i molti altri esempi che possiamo portare, anche quello di Robbie McEwen, campione di bmx in età giovanile.
Ma quando il gioco si fa serio? Cosa succede quando i ragazzini diventano atleti adulti di bmx?
In breve, nella molteplicità di cose e discipline acrobatiche che si possono fare con la bmx, prendiamo in esame la tipologia di gara che viene svolta all’Olimpiade dagli atleti elite: il supercross (SX).
Questa è una gara che prevede una serie di difficoltà tecniche maggiori di quelle presenti nelle piste per i ragazzini (nelle strutture moderne vi è la possibilità della doppia scelta del percorso all’interno dello stesso perimetro di gara).
La gara di supercross prevede la partenza da una rampa alta 10 metri che può avere il 53% di pendenza negativa dove gli atleti partono in 8, affiancati l’uno all’altro, appoggiati ad un cancelletto che si abbassa seguendo il tempo del semaforo che ha una sequenza ogni volta casuale nelle tempistiche, per non dare troppi vantaggi agli atleti di casa.
Tra la sequenza di salti di varie tipologie che vengono inseriti, ce ne possono essere che arrivano ad 8 metri di altezza con una fase di volo anche di 15 metri tra un salto ed un altro. La gara dura mediamente 30-35” ed è un mix di forza massimale, rapida, esplosiva coordinazione anche in fase aerea, capacità neuromuscolare, è un continuo di micro accelerazioni massimali da 3-4 secondi.
Si procede a fasi eliminatorie in cui passano i primi 4 di ogni manche. La finale si disputa fra i migliori 8 atleti.
Concetrazione, nervi saldi e autocontrollo personale sono fondamentali: ci si può giocare 4 anni di preparazione e sacrifici nel giro di 1 centesimo di secondo, ad esempio con una partenza sbagliata.
Come si può evincere, ogni minimo sbaglio viene pagato a carissimo prezzo. Tra i molti aspetti che vanno tenuti presenti c’è anche la componente infortuni, eventualità da considerare quando si gareggia ad alto livello internazionale.
Succede che qualcuno voglia e abbia le qualità per proseguire la carriera, visto che come già detto la Bmx è disciplina olimpica: a quel punto la parola gioco lascia spazio all’allenamento più mirato e costante. La prima difficoltà a cui deve far fronte l’atleta italiano è, come per la maggior parte degli sport definiti ”minori”, quella economica visto che - a differenza di quello che succede oltre oceano - i riders di Bmx sono interamente sostenuti dalle rispettive società e dalle famiglie, che si sobbarcano la maggior parte delle spese.
A livello nazionale molti atleti di interesse olimpico devono alternare lavoro e studio agli allenamenti, situazione questa che mette gli italiani in situazione di forte svantaggio in ambito internazionale, visto che tra i paesi concorrenti molti atleti hanno la possibilità di svolgere l’attività in maniera professionale.
Angelo Furlan
www.angelofurlan360.it
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