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GILBERT, L'AMSTEL E UN'ULTIMA VOLTA DAVVERO SPECIALE
di Francesca Monzone | 10/04/2022 | 08:05

E’ iniziata per Philippe Gilbert  la sua quindicesima e ultima campagna del Nord, perché il vallone a fine stagione scenderà dalla bici per salutare il mondo delle corse. Non ci saranno più classiche per Gilbert, che al Belgio ha regalato tantissimi successi.  Undici anni fa vinse in una stagione sola la Brabantse Pijl, l’Amstel Gold Race, la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi. Quelli erano gli anni in cui era lui l’uomo da battere, quello che dettava legge nelle corse da un giorno.

Oggi Philippe Gilbert con i suoi 39 anni, sarà al via dell'Amstel Gold Race per la quindicesima e affronterà ancora una volta il Cauberg, simbolo dell'Amstel , sul quale il vallone ha celebrato molti successi: ha vinto quattro volte l'Amstel Gold Race e un titolo mondiale nel 2012. A questi magnifici risultati vanno aggiunti anche un Liegi nel 2011, due Giri di Lombardia nel 2009 e 2010, un Giro delle Fiandre nel 2017 e la Parigi-Roubaix nel 2019.

Senza dubbio il ragazzo di Verviers è uno dei più grandi talenti della sua generazione e solo nell’ultimo biennio ha fatto registrare quel rallentamento che lo ha convinto a chiudere la propria carriera alla fine dell’anno. Oggi sarà al via della sua ultima Amstel e non è facile immaginare cosa passerà nella mente di questo grande corridore. C’è stato un incontro con la stampa e il vallone ha spiegato che non ha ambizioni di vittoria, anche se adesso la sua condizione fisica è migliorata. «Da quando è iniziata la stagione, ho avuto tanti piccoli malesseri – ha spiegato Gilbert -. Un'infezione alla gola poco prima dell'Omloop Het Nieuwsblad che ha continuato a trascinarsi fino alla Parigi-Nizza e poco prima della Milano-Sanremo ho preso un'altra bronchite». Anche il belga, rientra in quel folto gruppo di atleti, che nei primi mesi dell’anno, sono stati colpiti da diverse forme virali, compromettendo il periodo delle Classiche.

«Per molto tempo non sono stato in grado di portare a termine un allenamento di alta qualità e per questo le mie condizioni sono rimaste stagnanti. Mi sono allenato, ma non  come avrei voluto e per questo non sono così competitivo nelle corse che ho fatto. Adesso mi sento meglio e ho fiducia». La fiducia a Gilbert non manca, ma grazie alla sua esperienza, sa anche cosa serve ad un corridore per vincere una Classica e il belga è consapevole di non essere a quel livello. «Ci speri sempre, ma non voglio dire che questa sarà la mia ambizione. La gara della scorsa settimana mi ha dato fiducia perchè sono stato in grado di rispondere a molti attacchi. Quel lavoro mi è servito e sicuramente lo utilizzerò in questa corsa».

La Lotto-Soudal che di certo non sta vivendo un periodo facile, si presenta al via con una squadra molto giovane e Gilbert sarà l’uomo esperto del gruppo, chiamato a dare indicazioni importanti su un percorso che conosce bene. «Se sei un corridore abbastanza forte, puoi vincere qualsiasi corsa senza aver studiato troppo il percorso – ha continuato Gilbert in conferenza stampa –. L’Amstel è una gara molto tecnica, ci sono strade che si percorrono più volte. È complicato, soprattutto nella parte centrale del percorso, mentre il  finale di solito funziona meglio. L'ultimo giro è facile da memorizzare, basta aver fatto una buona ricognizione prima. Diversa è la rincorsa al Kruisberg, molto più tecnico con strade strette, curve e tornanti. Il momento più difficile sarà quando si affronteranno 4 salite consecutive, con il Kruisberg, Eyserbosweg, Fromberg e Keutenberg. Se non sei ben messo in quel punto allora sarà difficile lottare per la vittoria».

Gilbert è un uomo da Classiche e uno dei pochi ad aver vinto 4 Monumenti su 5, ma l’Amstel senza ombra di dubbio è stata la corsa con la quale ha instaurato un feeling speciale. «I miei risultati nell'Amstel Gold Race sono migliori perché ad un certo punto della mia carriera ho deciso di concentrarmi maggiormente sulle classiche fiamminghe. Ho aumentato la massa muscolare e ho guadagnato qualche chilo. Ciò ha avuto la sua influenza negativa su una Classica come Liegi-Bastogne-Liegi, che, con i suoi 4.200 metri di dislivello, è più una gara per scalatori. Alla Liegi le gambe contano ancora più che nell'Amstel Gold Race, dove sono importanti anche la tecnica e la tattica».

Gilbert continua: «Quest’anno per me è ​​stata 'l'ultima volta' ovunque in ogni gara. Ricordo in particolare l'omaggio che ho ricevuto a Gent, prima dell'inizio della Omloop Het Nieuwsblad. È stato impressionante. Ma l'Amstel sarà anche divertente e mi aspetto più tifosi alla partenza e lungo il percorso  rispetto a Liegi, dove la partenza sarà chiusa al pubblico».

Come per ogni atleta, anche la carriera di Gilbert è giunta al suo ultimo atto e per questo d’obbligo è stata la domanda sul suo futuro, argomento di cui molti atleti non amano parlare. «Siamo solo ad aprile. Ho ancora qualche mese di gare da fare e come professionista, che continua a investire molto tempo in allenamenti e gare, non voglio fare scelte di fretta. Dopo la mia ultima gara allora avrò abbastanza tempo per decidere cosa fare. Ho già ricevuto delle proposte, ma non mi piace fare un lavoro a metà. Quindi prima finirò la stagione e poi vedrò come proseguirà la mia vita».

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