Mark Padun ha conquistato la prima corsa a tappe della sua carriera. Vincitore a Misurina, il 23enne della Bahrain-Merida ha controllato senza troppi problemi la situazione nelle ultime due tappe, portandosi a casa la seconda edizione dell'Adriatica Ionica Race. « È stata una tappa molto nervosa, soprattutto nell'ultima discesa, dove tutti volevano rimanere davanti - spiega l'ucraino a tuttobiciweb prima della premiazione, nella suggestiva cornice di Piazza Unità d'Italia a Trieste - Devo ringraziare i miei compagni, che mi hanno protetto perfettamente e hanno riposto in me molta fiducia durante questa settimana. Voglio continuare a crescere, sono un corridore da corse a tappe più che da corse di un giorno. Era solo la mia seconda corsa dell'anno, per me è come essere ad inizio stagione. La stagione finisce ad ottobre in Cina, quindi ho ancora tempo per togliermi delle belle soddisfazioni. Intanto ripartirò dalla Clasica San Sebastian e sono in lista per la Vuelta a España».
Insieme a tutti i giovani che in questi giorni si stanno prendendo le luci della ribalta, quindi, c'è anche lui. Avere in squadra fior fiori di campioni, a cominciare da Vincenzo Nibali, non può che essere un vantaggio da sfruttare: «È molto importante avere questi campioni da cui apprendere, perché non c'è bisogno che sbagli prima di imparare, in quanto grazie ai loro consigli posso prevenire i miei errori. Ma penso che sia ancora più facile imparare dai miei direttore sporitivi, come Franco Pellizotti, che fino all'anno scorso era in gruppo e aveva caratteristiche simili alle mie. Per me è un punto di riferimento».
La missione è quella di valorizzare il ciclismo nel suo paese, che ancora non sembra essere attratto da questo sport: «Mi piacerebbe diventare un simbolo sportivo in Ucraina, ma non è assolutamente facile, perché a differenza dell'Italia il ciclismo non è per niente seguito. Come faccio a diventare un simbolo di una cosa che non ha risalto? Speriamo che col passare degli anni possa crescere, ma non ne sono convinto».