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MAGNUS SHEFFIELD, L'UOMO NUOVO: PIETRE, PISTA, STRADA, MAMMA E...
di Francesca Monzone | 15/04/2022 | 08:15

Arrivato al ciclismo per caso, a soli 19 anni ha conquistato la Freccia del Brabante. Lui è Magnus Sheffield e domenica alla Parigi-Roubaix potrebbe essere una delle grandi sorprese. Nato e cresciuto nello stato di New York, Sheffield ha doppia cittadinanza: sua madre infatti è un medico norvegese, mentre il padre è docente di storia dell’arte ed architettura al Rochester Institute of Technology.

Il suo primo sport è stato lo sci ma quando a 15 anni ha conosciuto il ciclismo, per lui è stato amore a prima vista e dopo un po’ di ciclocross e mountain bike è subito passato a correre su strada. «Il padre di uno dei ragazzi con cui sciavo aveva un negozio di biciclette vicino a  casa nostra - ha raccontato Magnus Sheffield –. La prima gara che ho visto era un ciclocross: c’era mia madre con me e questo in qualche modo ha rafforzato il nostro legame, con lei ho fatto anche mountain bike, ma per lo più erano delle passeggiate». La madre di Magnus è stata fondamentale per creare il legame indissolubile che c’è tra la bici e questo diciannovenne che oggi è considerato uno dei corridori più forti della sua età.

«Quando sono venuto in Europa a correre con la nostra nazionale, per me non è stato uno shock perché mia madre è norvegese e quindi conoscevo già la mentalità europea». Prima ha corso a Izegem, in Belgio e poi con la nazionale statunitense è sbarcato in Olanda, a Sittard, dove ha potuto fare dei lunghi allenamenti e confrontarsi con i corridori europei. Fino all’agosto dello scorso anno, Sheffield correva con la Rally Cycling, poi ha sciolto il suo contratto per passare alla Ineos-Grenadiers.

I primi contatti tra il team britannico e lo statunitense risalogono al 2019 in occasione dei Mondiali di  Harrogate, dove Sheffield è salito sul podio della categoria junior. «Purtroppo allora non c'era posto per me. Sono stato però fortunato lo stesso, perché anche il mio allenatore alla Rally ha lavorato per farmi passare alla Ineos. Rispondevo al profilo dei corridori che stavano cercando e così ho avuto la possibilità di entrare in questo grande team».

Sheffield è un corridore a tutto tondo: con il tempo di 3'06”447 ha conquistato il record mondiale nell'inseguimento individuale juniores sulla distanza di tre km. «In realtà non sono uno specialista delle gare su pista, ma parteciperò alla Coppa delle Nazioni a Glasgow la settimana dopo Roubaix».

Magnus ha molte doti e senza ombra di dubbio ha una facilità incredibile nel guidare la bici, in particolare nel disegnare traiettorie quasi perfette quando è in curva. Per lui c’è anche una certa predisposizione nel memorizzare i percorsi, senza quindi avere la necessità di tornare sul terreno di gare più volte. Sono queste doti che probabilmente derivano dal periodo in cui era uno sciatore e che rispetto agli altri corridori lo hanno agevolato. «Memorizzare i percorsi è sicuramente una mia dote – ha sottolineato Sheffield – .Ad esempio il percorso della Freccia del Brabante non lo avevo provato prima, ho fatto solo una ricognizione sul circuito finale e questo per me è stato più che sufficiente perché ricordavo perfettamente ogni singolo metro».

Le corse del Belgio (in questa stagione ha già vinto anche una tappa della Ruta del Sol, ndr) gli si adattano bene e per questo anche domenica alla Parigi-Roubaix potrebbe essere uno dei corridori capaci di sorprendere. Magnus non ha mai partecipato alla classica delle pietre ma, come abbiamo visto anche lo scorso anno, è possibile vincere da esordienti in una corsa infernale come questa, dove l’importante sarà stare davanti per evitare cadute e forature.

«Ho vinto una semi classica e non lo avrei mai creduto, ho scoperto che correre sulle pietre mi piace. Sono contento di quello che ho fatto perché nel finale sono andato a tutto gas, anche se pensavo di dover tirare la volata per uno dei miei compagni. Veramente non avrei mai pensato di vincere, poi mi sono trovato da solo e questo mi dà sicurezza per la gara di domenica».

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