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SPORTFUL E IL MONDO DI SAGAN
di Pietro Illarietti | 01/10/2018 | 18:34

La pagina del mondiale di Innsbruck è già archiviata, Peter Sagan guarda dritto verso il futuro. Di ritorno dall'Austria, il campione slovacco ha fatto tappa a casa Sportful, invitato dalla famiglia Cremonese che da anni lo affianca.

Dopo una visita in azienda, l'appuntamento è fissato al Teatro De La Sena di Feltre, la "Piccola Fenice": Sagan è la star assoluta, un affabulatore, un incantatore, un uomo che è anche capace di spiazzare.

Ad aprire gli interventi Alessio e Dario Cremonese, amministratori della società veneta, e Paolo Berenzin, sindaco di Feltre. Il moderatore è Paolo Mei.

Alessio Cremonese ha ringraziato il pubblico e gli Enti Locali che hanno messo a disposizione la prestigiosa sede.  Dario Cremonese ha introdotto l’arrivo di Peter Sagan che ha aperto la discussione. “Da 5 anni sono in contatto con il brand Sportful. È un mio partner, fra i migliori che abbia avuto”.

Si è subito passati a parlare della stretta attualità con un commento alla prova iridata di ieri. “E’ stata una giornata molto difficile per me, ma dobbiamo essere orgogliosi di questo nuovo campione del mondo che ha lottato per tanti anni prima di arrivare a vincere la maglia arcobaleno.Nel 2003 quando Valverde vinse l’argento ad Hamilton, non guardavo le gare di ciclismo. Ero nel mio mondo (e anticipa l’uscita a breve di un suo libro)”.

A proposito della maglia iridata persa: “Ho avuto modo di toccare la nuova maglia iridata, che per 3 anni è stata con me e iniziava ad essere pesante”.

Gli chiedono se alla vigilia nutrisse speranze per un poker iridato. “Chi visse sperando morì cagando... Comunque non ci pensavo. Ho fatto tutto per andar bene a questo Mondiale e alla fine è andata così”.

Valverde ha chiuso idealmente una parabola iniziata nel 2003: tu cosa facevi allora? «Correvo in mtb ma non guardavo il resto del ciclismo. Io stavo nel mio mondo».

È come era il tuo mondo? «Era bello, era il mio mondo».

Scorrono alcune immagini sullo schermo. Appare il volto di Sagan al termine della Strade Bianche, completamente coperto di fango. “Ero stato in spiaggia… scherzi a parte, una gara molto bella e dura. Venivo dall’altura ed è stata una grande fatica. Spero di vincerla presto anche perché si tratta di un evento Sportful”.

La seconda foto riguarda la Gand Welgevem. “Hai fatto piangere Viviani” - gli fanno notare. “Non sono stato io, lui si è messo a piangere. Questa Gand mi ha dato morale dopo un periodo difficile. La mia prima vittoria qui fu in maglia Liquigas, impennando. Feci qualcosa di divertente per i tifosi, un gesto da biker”.

La terza foto rappresenta la gioia di Sagan che solleva al cielo Giovanni Lombardi dopo il successo di Roubaix. “Arrivare in maglia di campione del mondo è speciale, anche se non cambierei un Mondiale per una classica. L’iride è speciale. Ci sono molti campioni che non hanno mai vinto quella maglia nella prova in linea ad esempio Cancellara. Valverde per riuscirci ha dovuto faticare parecchio”.

Cos’ho detto a Valverde? “Di godersi quella maglia e di portarsela in giro. Non è facile vestirla per il mondo. Pedalo da 9 anni e non è mai facile arrivare al top. Ringrazio per questo la mia famiglia”.

Il momento migliore della vita. “A livello privato la nascita di mio figlio. A livello professionale il terzetto iridato. L’altra cosa bella è avere nel mio team Giovanni Lombardi e Gabriele Uboldi”.

La quinta immagine vede lo slovacco che impenna al Tour de France durante la presentazione. “Cos’altro potevo fare. Il Tour è un grande casino, con molta visibilità e tutti ti pressano perché tutto è importante con una visibilità che non ha eguali”.

La gara è anche imprevisto. Compare l’immagine della caduta del Tour. “Un evento che mi ha segnato. La maglia verde mi ha dato una grande motivazione per continuare”.

Un’immagine di Peter e suo padre. Assomigli a tuo papà? “Solitamente sono i figli che assomigliano ai padri... Lui non correva, ma magari avrebbe fatto i buchi per terra, come quello che ho fatto io nell’asfalto del Tour. Mio padre alla Grande Boucle è un grande personaggio, sempre presente nella VIP zone”.

Dopo l’esperienza olimpica, nel futuro altra Mtb? “Vedremo, è difficile. Ma la Mtb per me è soprattutto divertimento”.

Arriva una sorpresa. Entra sul palco Daniel Oss. “Conosco Peter dal 2010”.  Il trentino si esibisce in una divertente imitazione di Peter. Oss spiega che il mestiere del ciclista è molto duro, ma lavorare con un campione come Sagan è bellissimo.

Sempre Oss: “Ogni giorno al Tour è durissimq e la caduta ha complicato le cose. Il giorno seguente ha disputato la volata, ma 48 ore dopo ha passato un calvario. Lì, in montagna, ha fornito una dimostrazione di valore pari ad una vittoria di tappa”.

Quante maglie verdi ancora in carriera? “Quante ne verranno…La maglia dei giovani non la posso vincere, quella a pois è impossibile e per la gialla sono troppo ciccione”.

A proposito di Gabriele Uboldi: “E’ la mia ombra. Ad esempio ha organizzato tutto per portarmi qui a Feltre”.

La foto numero 9 vede il campione che mangia delle caramelle gommose. “Abbiamo iniziato in Tinkoff a cercare qualcosa per recuperare in fretta il glicogeno dopo le corse optando per le Haribo. Mi piacciono”.

I supporter: “Avere tanti supporter è divertente. Con i tifosi con le bandiere slovacche I miei tifosi sostengono noi e anche Oscar Gatto. Sanno che siamo amici”.

Oss spiega la sua esperienza con “Just Ride”, una parte della stagione in cui pedala senza l’assillo della performance. Un modo divertente per godersi il mondo attorno, senza punti fissi”.

Sullo sfondo appare una diapositiva che mostra la copertina del suo nuovo libro. “My World”. “Lo presenteremo il 4 ottobre a Londra. Credo che per i miei tifosi ci saranno tante novità, belle e meno belle. Dal 5 ottobre anche in Italia, sarà edito da Mondadori”. L'hai scritto tu? «L’ho fatto io, e poi l’hanno sistemato, perché ce n'era bisogno, ve l'assicuro...».

I due interlocutori si calano nella parte dei giornalisti e fanno una domanda. “Dove andrai in vacanza? Niente vacanze. Vivo in una vacanza. Un sogno”.

Viene infine presentata la linea Peter Sagan. “Grazie ai Sportful che mi ha permesso di affiancare il mio nome a questa linea (disponibile su www.petersagan.com e nei negozi Sportful).

Intervengono i giornalisti.

Sagan fa una domanda a Pier Bergonzi de La Gazzetta dello Sport. “Perché voi della stampa scrivete cose diverse rispetto a quelle che dico”? Risposta. “Perché noi interpretiamo, ma nel tuo caso tu ci sorprendi sempre”.

Vieni al Giro il prossimo anno? "Ci pensiamo a novembre. Non si sa mai ma prima di finire la carriera voglio venire al Giro. L’anno prossimo si inizia con una cronoscalata? Allora facciamo che ne riparliamo l’anno seguente. Forse se capovolgiamo il percorso in stile kamikaze è meglio”.

Pier Augusto Stagi.: Il tuo gesto sul podio con Valverde, com’ è nato? "L’idea è nata all’ultimo. Nella boxe i contendenti si passano la cintura per il titolo. Ho chiesto all’UCI se era possibile. Ero orgoglioso di passare la mia maglia ad Alejandro e lui ne era felice”.

Bicisport: Ti vedremo correre fino a 38 anni? "Spero di no. Non mi vedo agguerrito come lui. Io mi sento già stanco”.

 

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