Maglia bianca: a maniche corte. Cinque strisce: sul petto, sulle braccia, sul collo. Il colletto: tipo camicia. I capelli: con la riga e la brillantina. Lo sguardo: dolce e malinconico. Il ritratto: a mezzo busto, in avanti, come piegato sul manubrio. La dedica: Al Rugby Genova augurandole tante vittorie. La firma: Coppi Fausto.
La fotografia – seppiata, ingiallita - è tratta da un giornale, e non si sa più quale. Il titolo: lo conoscete? (tutto in maiuscolo). La didascalia: Fausto Coppi, il supercampionissimo, è un tifoso del rugby ed è socio sostenitore dell’Associazione Rugby Genova. Il suo augurio di tante vittorie è stato realizzato solo in parte….
Coppi, se non proprio rugbista, almeno appassionato di rugby, è una delle mille scoperte, curiosità, ricordi, nomi e cognomi, facce, protagonisti del libro “Amatori Rugby Milano” (Acar Edizioni, 290 pagine, 28,50 euro), la storia e la leggenda di una squadra che non c’è più. Lo ha scritto Genesio Rossi, che dell’Amatori è stato giocatore, poi custode della memoria e ambasciatore di un club fondato nel 1927 che ha vinto 18 campionati nazionali, una Coppa Italia, quattro titoli italiani under 20 e otto cadetti, ed è stato insignito di una stella d’argento e una d’oro al merito sportivo, e fregiata dal Comune di Milano del privilegio, guadagnato sul campo, di fare parte del patrimonio storico dello sport milanese. La Juventus (di cui vanta gli stessi colori: il bianco della maglia e il nero dei pantaloncini), o la Pro Recco, del rugby italiano. Una società che ha visto, fra i suoi giocatori, leggende come Maci Battaglini e Andrea Taveggia, Marco Bollesan e Diego Dominguez, l’All Black Stu Wilson e il quattro-ottocentista Marcello Fiasconaro. E che, fallita e chiusa, è rinata con un altro nome (Amatori Union Rugby Milano).
Si sapeva di Coppi sampdoriano di fede (sugli spalti di Marassi) e milanista di maglia (all’Arena di Milano, mentre Bartali indossava – ovviamente – la maglia dell’Inter), si sapeva di Coppi cacciatore (lui più di volatili, il suo gregario Sandrino Carrea più di cinghiali), si sapeva di Coppi appassionato di auto (le Lancia), non ancora di Coppi rugbista. Forse entusiasmato dalla fisicità di uno sport che, nella polvere, ricorda le strade bianche, e che, nel fango, assomiglia al ciclocross. O forse convinto dalla durezza di un altro sport che fa della resistenza e del sacrificio, seppure concentrati in 80 minuti, il suo significato e il suo senso.
Genesio Rossi ha collezionato, per i primi 50 anni della storia dell’Amatori Rugby Milano (1927-1977, intanto), una inesauribile miniera di tabellini e articoli, vignette e foto, citazioni e tesserini, lettere e diari, manifesti e pubblicità, inni e canti, leggende e novelle, racconti e testimonianze lunghi una vita. Fausto compreso.
Marco Pastonesi