Perché è democratica, liberale e libertaria, sociale e socievole se non socialista, a volte comunitaria se non proprio comunista.
Perché è silenziosa, ma di quei silenzi fatti per risparmiare il fiato ma non i pensieri, dunque silenzi leggeri e allegri, mai pesanti e cupi.
Perché è ecologica e volendo, addirittura enologica, perché è epica e – finché non si propinano intrugli chimici – anche etica.
Perché è pulita dentro anche quando è sporca fuori.
Perché aiuta a sudare e poi a sognare, a penare e poi a pensare, a esplorare fino a espatriare.
Ecco cinque motivi – ma ce ne saranno almeno altri novantacinque – perché si festeggi sempre, comunque e dovunque, la bicicletta. Stavolta lo si fa per tre giorni, da venerdì 25 a domenica 27, nelle Langhe, Monferrato, Piemonte, Italia. E un altro motivo per festeggiare è che la festa, triplicandosi, prende il posto di una gran fondo.
Si chiama (con una festosa abbondanza di maiuscole) Bike Festival Gran Fondo della Nocciola 2017 e viene vissuto come il numero 0: si comincia, si guarda, si impara, così si farà sempre meglio. Il programma inizia venerdì a Murazzano con una competizione su un circuito cittadino di 5 km da ripetere sette volte con due partenze differenziate per fasce d’età. La stessa sera c’è la possibilità di affittare e-bike in paese e muoversi tra le vie del centro storico degustando prodotti locali. Nella piazza del paese si tiene la premiazione della gara, poi un concerto e la presentazione della nuova “Salita dei Campioni”.
Sabato 26 è in programma la cronoscalata da Sinio ad Albaretto Torre attraverso la panoramica e tecnica via Lesme, con vista sull’intero arco alpino occidentale. Anche qui, a seguire, eventi collaterali legati ai prodotti locali.
Domenica 27 la Gran Fondo della Nocciola con due percorsi, con partenza e arrivo a Bossolasco: impegnativo, senza però essere estremo, con 133 km e 2850 metri di dislivello distribuiti su salite panoramiche e mai eccessive come pendenze, riservato a cicloturisti allenati e abituati a lunghe distanze; e mediofondo con 105 km e 1800 metri di dislivello, con alcuni tratti in comune con il percorso più impegnativo.
Fra gli eventi collaterali, bella l’idea del ciclo terapista, un laboratorio clinico e scientifico, proposto dai fisioterapisti e dedicato ai fisioterapisti, sull’uso della bici in fisioterapia.
Gli organizzatori (l’Unione montana, che ha rilevato il marchio dalla Fausto Coppi asd) si sono posti l’obiettivo di riuscire, in tre-quattro anni, a “creare un evento di richiamo per gli appassionati con attività che si articolino nell’arco di cinque-sei giorni in differenti paesi dell’Alta Langa”. Ce la faranno. Perché la bici è, di per sé, già una festa.
Marco Pastonesi