Il Giro d’Italia è una smisurata famiglia. Il figlio di Coppi, Faustino. La nipote di Malabrocca, Serena. Il nipote di Cuniolo, Giovanni Ferrari. Incontri teatrali.
Il Giro d’Italia è un’eterna classifica. Angiolino Piscaglia, maglia nera al tempo di Gastone Nencini, anno 1957. Franco Calvi, maglia nera al tempo di Fausto Bertoglio, anno 1975. E Fedele Rubagotti, maglia nera al tempo di Franco Balmamion, anno 1962. Incontri telefonici.
Il Giro d’Italia è una visita parenti. La moglie di Carrea, Anna. Le riserve di legna, accumulata da Sandrino come se si fosse sempre in guerra, fra miserie e freddo, nel freddo della miseria, si è esaurita. Incontro casalingo.
Il Giro d’Italia è una connessione wifi. La Bikipedia di Guido Foddis con Davide Cassani, lezioni di cadute, borracce, forature, fughe e controfughe, scatti e attacchi, e chi si attacca. Incontri virtuali.
Il Giro d’Italia è una bicicletta storica. Quella di Fausto Coppi e del suo record dell’ora, anno 1942, che il Museo dei campionissimi di Novi Ligure ci ha gentilmente prestato per fare da scenografia alla rappresentazione di un testo teatrale, cui ho collaborato, con i Tetes de Bois al Museo dell’automobile per il Salone del libro a Torino. Incontri magici.
Il Giro d’Italia è un’antologia letteraria. Si intitola “E vissero… sconfitti e vincenti”, ma io i puntini non li avrei messi, trattasi di racconti, fantasie e storie di sport, pubblicati dall’Associazione Pindaro per il Festival Overtime, diciotto contributi fra pezzi e vignette, più la prefazione di Bebe Vio, c’è roba buona, da Paolo Maggioni e Giorgio Terruzzi, per dirne due, da Angelo Carotenuto a Furio Zara, per dirne altri due, e buona è anche la causa, a favore di Castelsantangelo sul Nera terremotata. Il mio racconto parte da lontano e arriva vicino, vicino a Riccardo Stacchiotti, penultimo al Giro del 2016. Incontri cartacei.
Il mio Giro d’Italia è il Giro d’Italia di Tom Van Asch, belga, e delle immagini colorate che accompagnano il suo viaggio sentimentale, romantico, ciclistico, turistico, gastronomico, sorridente, rotondo in Italia. Incontri fotografici.
Il mio Giro d’Italia è la mia bici nera da città. Oggi, a Milano, il giorno di riposo, che riposo non è fra mille commissioni, prima di rientrare finalmente e fisicamente in gruppo, tra Serantoni e Gregori, i miei Burgnich e Facchetti, o meglio, i miei Gimondi e Merckx. Incontri umani.
Marco Pastonesi