Ammettiamolo, siamo stati in molti a dubitare dell'origine delle ferite di Ventoso, anche se il taglio che il corridore si è trovato su una gamba sembra provocato da una lama rotante.
Comunque una soluzione ci voleva e finalmente Romolo Stanco, capo del dipartimento design di T°RED Bikes, ha tirato fuori dal cilindro una soluzione che elimina in partenza tutti i se e i ma riguardo l’utilizzo del freno a disco.
Romolo, mente brillante con un passato da fisico, crede fortemente nell’efficacia del sistema frenante a disco e ne è gran portavoce con le sue fantastiche bici.
Il sistema di protezione, il cui nome in codice è Donchisciotte, è stato recentemente prototipo, provato e brevettato ed ora è in veloce fase di sviluppo.
Si tratta di un dispositivo molto semplice, e per questo motivo geniale, che evita ogni possibile contatto con il rotore durante la marcia o in caso di caduta e non ne limita la naturale dispersione di calore.
Il sistema è composto da due pezzi, una cover (sarà in carbonio o plastica) ed una parte che permette il fissaggio della prima al mozzo.
Donchisciotte non interferisce nel sistema ruota, né viene vincolato al telaio! Il fissaggio avviene grazie ad una boccola che si aggancia all’endcap esistente sul mozzo oppure sostituendo l’endcap del mozzo con uno che integri i sistemi di aggancio del copri-rotore.
«Non ho sviluppato DonChisciotte perché penso che i rotori siano così pericolosi da richiedere una protezione - afferma Romolo Stanco -. Il mio punto di partenza è semplice: in T°RED lavoriamo molto in ricerca e sviluppo, anche collaborando con importanti centri di ricerca, perché non offrire ai ciclistii una soluzione capace di eliminare ogni paura? La vita sarà più semplice e più sicura per i ciclisti, e i freni a disco potranno essere sempre più diffusi anche sulle bici da strada».
Personalmente credo che i freni a disco siano degli ottimi sistemi anche per le bici da corsa, ma sono anche convinto che la loro introduzione sia stata troppo frettolosa. Adottare in partenza una soluzione per la protezione del disco avrebbe ridotto all’osso le polemiche e avrebbe permesso a qualche azienda di produrre pezzi come Donchisciotte per di ritagliarsi una fetta di mercato. Vogliamo parlare di cadute di gruppo come l’ultima che ha funestato il Tour de France 2015? E se ci fossero stati i dischi? Chi lo sa, certamente con la protezione dei dischi non ci sarebbero state lesioni imputabili a loro. Inoltre, non mi sembra che i dischi siano le uniche cose “dure” su una bici da corsa. Ci scordiamo per caso delle corone?
Le immagini del prodotto di T°RED Bikes sono molto chiare e sanciscono la riuscita del prototipo in tutte le sue prerogative. Questa giovane e brillante azienda ha cuore e cervello da vendere e farà certamente parlare di sé.
www.tredbikes.com
Giorgio Perugini