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dalla Redazione | 07/04/2016 | 07:24

E’ stato uno dei masseur storici del gruppo Enrico Maggioni, un giovanile “giovanotto” del 1938, nativo di Cesano Maderno, residente a Bovisio Masciago, grossi e contigui centri nell’hinterland milanese, a nord, lungo la strada verso Como.

Ha frequentato con assiduità il gruppo dei professionisti dalla fine degli anni 1960 fino a quelli a cavallo del 2000. E’ successo che, subito dopo il diploma conseguito ai corsi di massofisioterapista indetti dalla FMSI (Federazione Italiana Medici Sportivi) con il prof. Emilio Rovelli, all’Arena Civica di Milano, entra in gruppo per due stagioni con la Sagit di Tregasio, formazione che puntava sui giovani diretta da Lodovico Lissoni e Pierino Baffi. Nel 1971 passa poi alla G.B.C. di Enzo Moser e Umberto “Lupo” Mascheroni, altra squadra garibaldina e, dopo un paio d’anni, approda alla Zonca. La formazione di Voghera, ancora oggi produttrice di materiali per illuminazione, dei tre fratelli Zonca, in ordine anagrafico Maffeo, Luigi e Giorgio, era diretta dal grande Ettore Milano e coordinata dal segretario Carlo Nilo. Era una squadra un po’ speciale, una “squadra-famiglia” se così si può definire, che privilegiava valori di comportamento e d’approccio alla professione accanto a quelli di natura sportiva. Maggioni, a proposito, ricorda la simpatica figura di Riccardo (Riccardino per gli amici) Arienti, imprenditore di Desio, amico di tutta la Zonca.

Enrico Maggioni si trova a meraviglia nella Zonca ma, com’era in uso allora, anche per molti suoi noti colleghi che andavano per la maggiore, nomi di rilievo nella professione di massaggiatore, svolgeva l'attività in una struttura ospedaliera, nel suo caso il grande ospedale milanese di Niguarda lavorandovi per ventinove anni. Qui, grazie alla comprensione e collaborazione dei responsabili del reparto, era in grado di gestire la propria presenza modulandola anche in funzione dei suoi impegni ciclistici. Ovvio che le ferie e le festività sono state per lui situazioni praticamente mai vissute e sempre sacrificate, comunque con piacere precisa, al ciclismo, sport del quale serba ottimi ricordi e da buon “masseur”, è depositario anche di confessioni intime e di episodi vissuti in diretta. Naturalmente respinge e rimanda al mittente con un sorriso, scuotendo la testa, ogni richiesta di conoscere qualche confidenza. Neppure “off record”, proprio come un confessore e, come si diceva nel passato, il massaggiatore bravo, oltre ai muscoli, è quello che sa pure “massaggiare l’anima” essendo la figura che ha maggiore intimità – talvolta complicità - con il corridore, campione o gregario che sia.



Dopo che la Zonca mise termine all’attività professionistica, Enrico Maggioni è stato con la Bianchi, con la Gewiss e con l’Alessio-Ballan, a contatto con altri campioni e occupandosi soprattutto ”dell’albergo”, come si definisce in gergo l’attività svolta dal massaggiatore che dalla partenza si reca direttamente all’albergo dell’arrivo di tappa. Un compito che presuppone, soprattutto per il passato, quando i moderni e mastodontici “motorhome” di oggi erano di là da venire, capacità d’interazione con la struttura alberghiera, sia per l’assegnazione delle camere migliori, in concorrenza magari con chi svolgeva il medesimo lavoro per altre squadre, per arrivare primo e si sa che “chi primo arriva, meglio alloggia”. Altro momento di lotta e persuasione, con vari mezzi, era anche e soprattutto quello per l’agibilità della cucina per ottenere la disponibilità del personale a collaborare con le soventi strane richieste per i menù e gli orari dei pasti dei corridori. Qualunque fosse la lunghezza della tappa, la sveglia per il massaggiatore d’albergo è sempre in ore antelucane, le quattro e trenta del mattino ricorda Maggioni.

Ai suoi tempi pure la disponibilità del ghiaccio in cubetti, nella quantità necessaria per la squadra, era un problema che Enrico Maggioni risolveva con bottiglie di plastica con l’acqua contenuta trasformata in ghiaccio. Pure la lavanderia richiedeva abilità diplomatica da parte del massaggiatore preposto per avere udienza e riscontro da parte del personale alberghiero di tale importante servizio da effettuare in tempi strettissimi, “tutto in una notte”, parafrasando il titolo di un film.

E’ stato più volte nello staff azzurro della nazionale del grande C.T. Alfredo Martini che rammenta con particolare affetto così come, ricorda fra i numerosi corridori affidati alle sue cure, Moreno Argentin, al quale era legatissimo e che ha accudito pure nel periodo della sua vittoria mondiale negli Stati Uniti nel 1986 a Colorado Spring.

Bei tempi ricorda, ma senza rimpianti passatistici, Enrico Maggioni che negli anni dopo il ciclismo ha seguito per un certo periodo i calciatori del Lecco e ha messo a disposizione di pazienti della sua zona, molti dei quali amici, e alcuni personaggi le sue esperienze e le sue conoscenze nella faticosa specialità del massaggio.

Bovisio Masciago è pure il paese d’adozione del grande specialista della pista Franco Giorgetti, nato a Varese nel 1902 ma che, dall’età di sei anni, vi abitò e qui morì nel 1983 dopo il suo andirivieni dagli Stati Uniti. Oltreoceano era un acclamato protagonista sulle piste e nel bel mondo che gravitava attorno ai tondini delle principali città statunitensi, vincitore di Sei Giorni e specialista del dietro-motori. E qui, nella sua casa, Enrico Maggioni si dedica ai nipoti, al giardino, a piccoli lavori e incontra amici. Fra questi c'è il fotografo Fabrizio Delmati, pure lui di Bovisio Masciago, con un lungo passato nel ciclismo e in altri sport. Ricordano ma non rimpiangono il tempo che fu e vivono con soddisfazione il presente.

Giuseppe Figini
foto di Fabrizio Delmati

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