I PIU' LETTI
CAPITANI CORAGGIOSI. STIJN VRIENDS: «VITTORIA E' GIA' IN UNA NUOVA DIMENSIONE GRAZIE A MATERIALI NATURALI O RICICLATI». GALLERY
di Pier Augusto Stagi | 05/02/2025 | 08:10

Viene dal Paese dei fiori e ado­ra la musica. In un certo senso Stijn Vriends, presidente e AD di Vittoria Spa da quattro anni, è un direttore d’orchestra, visto che ha senso del gruppo e del comando in­nato, che svolge con abile e amabile fermezza. Non viene da Sanremo, dove musica e fiori sono un tutt’uno, ma dal­la patria di quei tulipani che sono simbolo della sua terra: l’Olanda. E la mu­sica? È la sua passione, in particolare il sassofono, che suona appena può per liberare la mente e trovare dentro sé quell’armonia che con il sax si fa timbro caldo e avvolgente: sensuale.

Stijn Vriends è il nostro “Capitano Coraggioso”. Questo mese conosceremo meglio questo manager cinquantaduenne che da diversi anni si è stabilito in Italia con la famiglia e che ormai considera a tutti gli effetti il nostro Paese come una seconda Patria.

«Se mi trovo bene qui da voi? Moltissi­mo, altrimenti farei di tutto per cambiar aria, ma l’Italia è davvero bella. Se mi manca l’Olanda? Certo che sì; è il mio e il nostro Paese, ma qui da voi ci sentiamo a casa», mi assicura Stijn.

Come è stata la sua infanzia?
«Bella. In assoluto serena e gioiosa, all’aria aperta, come per tutti i ragazzini della mia generazione, che stavano fuori di casa a fare ogni tipo di sport o di gioco. Nasco il 15 maggio 1972 a Breda, parte cattolica d’Olanda (curiosità: la Cattedrale di Breda è intitolata a Sant’Antonio da Padova - Sint-An­to­nius­kathedraal-, ndr). Da ragazzino riempivo le mie giornate con tanto sport, in particolare l’hockey su pra­to, sport che ho praticato fino a 18 anni e in seguito ho anche fatto il coach. E poi, chiaramente, lo studio. Da noi le scuole medie non esistono: le elementari vanno dai 4 a 12 anni, poi le superiori dai 13 a 18. Io ho frequentato il ginnasio, dove ho studiato an­che greco e latino. Quindi l’universi­tà, non più a Breda, ma questa volta a Delft».

In cosa si è laureato?
«Ingegneria meccanica».

Figlio unico?
«No, felicemente circondato da don­ne: ho tre sorelle più pic­cole e oggi che sono sposato ho anche tre magnifiche figlie. Mamma ha fatto per anni l’insegnante alle elementari seguendo il me­todo di Maria Montessori, basato sulla responsabilizzazione e la scelta del bam­­bino. Papà è stato invece per anni un dirigente in ambito edile. Pri­ma direttore di alcune aziende, poi in proprio».

Il ciclismo quando lo scopre?
«Come sport fin da ragazzino, anche se non ne sono mai stato un patito. In Olanda in bicicletta è impossibile non andare: è il mezzo di locomozione prediletto da tutti, in particolare dai ragazzi».

Da ragazzo seguiva le corse in tivù?
«Qualcosa, diciamo che ero informato, ma con moderazione. Ho sempre buttato un occhio alle cronache delle maggiori competizioni e quando c’erano le tappe più importanti di Tour o Giro mi è capitato di seguirle con qualche ami­co, ma sarei un bugiardo se le dicessi che ero un grande appassionato».

Se le faccio i nomi di Zoetemelk e Kuiper, le dicono qualcosa?
«Certo che sì, come potrei non conoscere due immensi campioni che hanno fatto grande il ciclismo olandese negli Anni Settanta e Ottanta, al pari di un altro campione di prima grandezza co­me Jan Raas? Li seguivo in tivù e qualche volta mi capitava di andare a vederli dal vivo con i miei amici nei circuiti post Tour che si disputavano nella no­stra zona. Diciamo che mi è sempre piaciuto il clima di happening che si veniva a creare attorno a questo tipo di corse e avvenimenti. Il ciclismo è un ottimo veicolo di aggregazione, per i ragazzi era il massimo».

Quando ha cominciato a lavorare?
«Ho iniziato prima ancora di finire gli studi universitari. Ero in Canada, lavoravo e studiavo. Ero stato preso per uno stage in un’azienda mineraria, correva l’anno 1997. Mi sono poi laureato in Olanda e sono andato a lavorare alla Tata Steel, un’acciaieria nei pressi di Amsterdam. Lì ci restai per un paio di anni, prima di essere trasferito sempre dalla Tata Steel ad una filiale in Belgio, visto che mia moglie (sposata nel 2020, ndr) aveva avuto un’ottima opportunità lavorativa in quel Paese. In Belgio ci restiamo tre anni e mi occupo sia di acciaio che di alluminio, poi nel 2003 sento l’esigenza di prendermi una pau­sa per fare un salto in alto e riprendere il mio cammino professionale. Torno allo studio e decido di fare un MBA (Master in Business Admini­stration) in Svizzera, a Losanna per la precisione. Avevo capito che se volevo davvero fare di più, dovevo avere più competenze, più know-how. Per poter gestire un’azienda mi servivano altre informazioni: economia, finanza, marketing e la cosa più logica era fare un master. Dopo un anno torno sul mercato».

E l’Italia come compare nella sua vita?
«Per puro caso, come spesso accade. Inizialmente il piano prevedeva che noi tornassimo a vivere in Olanda, ma la vita vuole che io intercetti Andrea Guer­ra, che in quel periodo era il Ceo di Merloni Elettrodomestici, e mi convince di andare a lavorare in Italia, con tutta la famiglia: è gennaio 2004. Ci resto per tre anni: prima direttore operativo per il lavaggio con sede nello stabilimento di Brembate, un altro segno del destino, anche se io in quel periodo ne ero assolutamente ignaro. Ogni giorno, per andare in fabbrica, passavo davanti alla sede della Vittoria e l’ho fatto fino alla fine del 2006».

Cosa succede a quel punto?
«Colgo un’altra opportunità lavorativa. Passo alla Carraro di Campodar­sego (Padova), con il ruolo di COO (chief operating officer, direttore operativo, ndr) e poi direttore generale del business unit dei trattori. Continuo a fare il pendolare, da Milano al Veneto. Dal gennaio 2015 sono invece CEO alla Faster di Rivolta d’Adda, azienda produttrice di componenti per trattori. Ci rimango per quattro anni, prima di andare a gestire l’integrazione tra una azienda olandese e una italiana - creando Ammega Group - che fa prodotti di gomma, nastri trasportatori e cinghie. È in questo periodo che incontro Ru­die Campagne, il presidente di Vitto­ria».

Come avviene il vostro incontro?
«Entrambi eravamo stati invitati dal Console olandese a Milano, per una serata. Ci presentiamo, cominciamo a parlare e chi ha avuto la fortuna di co­noscere Rudie sa che Campagne ha un’energia contagiosa: mi invita a visitare i suoi nuovi uffici di Brembate e da lì inizia in pratica tutto. In quel pe­riodo Rudie cercava qualcuno che potesse prendere il suo posto, ma era anche interessato a cedere l’azienda. Così mi sono messo alla ricerca di un in­vestitore che potesse garantire ad una realtà bellissima come Vittoria un futuro degno del suo passato e potesse assicurare ad una eccellenza dell’industria italiana un salto di qualità. Trovo la Wise Equity, specializzata nell’investimento in piccole e medie aziende italiane, una società di gestione del fondo Wisequity V (11 luglio 2020, ndr), Fon­­do interamente italiano, molto at­tento e scrupoloso, che mette al servizio di Vittoria le proprie competenze. Entro in Vittoria nel luglio 2020. In quel periodo fatturavamo poco più di 50 milioni ed ora - nonostante la brusca frenata del mercato della bicicletta e dei componenti - siamo oltre i 70 milioni, dopo aver toccato e superato nel momento boom di post Covid an­che i 105 milioni. All’inizio del 2023 è entrato un altro investitore: Vittoria in pratica ha cambiato proprietà, visto che è stata acquisita da Telemos Ca­pi­tal, fondo d’investimento londinese, anche se Wisequity è restata con una quota minoritaria».

Come è oggi il mercato?
«Come le dicevo, dopo due anni super, il 23 e 24 sono stati anni molto complicati e difficili, per tutti. Il mercato non è ancora ripartito, anche se vediamo segnali di ripresa nell’after-market, ma non ancora tra i costruttori di biciclette. Penso che il 2025 sarà ancora un an­no di sacrificio e transizione, ma dobbiamo stare pronti: l’attesa sta per finire».

Lei va in bicicletta?
«Sì e mi piace moltissimo. È un modo perfetto per stare in forma e allenare anche la mente, visto che la bicicletta è un mezzo che ti consente sia di stringere amicizie sia di pedalare affinando il pensiero. Non è un modo di dire: in bi­cicletta si prendono sempre delle buo­ne decisioni. In bicicletta ci si confronta con grande lucidità. Inoltre, il mon­do della bicicletta, e in questo caso parlo di business, mi piace un sacco, perché è un mondo gentile, dove regnano molto rispetto e correttezza. Noto che chi entra nel ciclismo, ci resta. Di contro, per molti aspetti, tro­vo che sia ancora un ambiente molto acerbo e per certi versi immaturo, nel quale c’è grande margine di crescita e questa è la cosa che più mi piace, che mi stimola a progettare e a fare cose nuove».

Quando non lavora cosa ama fare? Qual è la sua passione?
«Mi piace stare in famiglia, andare a fare dei viaggi con mia moglie e le mie ragazze e, quando posso, suono il sassofono. Sa che mi piace anche cantare?...».

Quale è il suo cantante preferito?
«Non ho dubbi: Frank Sinatra. Nes­suno come lui».

Che musica ama?
«Il jazz, quindi, di conseguenza, le anticipo la domanda: come musicista per me c’è Charlie Parker, quello che è considerato da tutti come il padre del jazz moderno. Un sassofonista pazzesco».

Lei suona bene?
«Direi di no, suono. Ma questo poco importa, quello che conta è farlo con impegno e passione. È come andare in bicicletta: se in bici dovesse andarci so­lo quelli che vanno forte come Po­ga­car, non pedalerebbe nessuno. L’im­por­tante è dare il meglio di sé, provare a misurarsi, con impegno e dedizione, con continuità. Esattamente come in qualsiasi altra cosa della vita. La musica educa, la musica ci rende migliori. Sa perché suono?».

Perché?
«Perché mi piace un sacco. Lo sa che è una buonissima ragione?».

E i vicini cosa dicono?...
«Spero che apprezzino… a parte le battute, cerco di suonare nei momenti più idonei, cercando di non disturbare più di tanto. Per il momento nessuna la­men­tela».

Cosa ama del tuo strumento?
«Prendermene cura. Ho scoperto qualche tempo fa un artigiano bravissimo che rimette a posto gli strumenti in ma­niera sublime. Si chiama Paolo Sartori ed è il titolare de “L’ancia e L’ottone”, un laboratorio di riparazione e vendita di strumenti musicali di Cernusco sul Naviglio (Milano, ndr) che ha rimesso a nuovo i miei tre sax. Sono strumenti importanti, dal punto di vista af­fettivo ma anche oggettivo. Hanno quasi 100 anni, sono bellissimi, sono oggetti di valore che necessitano di una manutenzione quotidiana attenta e scrupolosa. Ora che li ho risistemati, anch’io appaio più bravo, perché il suono è chiaramente più pulito e caldo. Ne vado orgoglioso».

Ama il cinema?
«Chiaro che vedo i film, ma non posso definirmi un cinefilo, anche se in un certo periodo della nostra vita, appena giunti in Italia, io e mia moglie ricevevamo costantemente degli inviti da ami­ci italiani che ci proponevano film. È stato un vero e proprio un rito iniziatico: una volta alla settimana un film della vostra bellissima cinematografia italiana. In pratica abbiamo partecipato a dei cineforum in piena regola, a delle rassegne quasi complete dedicate a Fellini e Rossellini, De Sica e Sergio Leone, i fratelli Taviani e Luchino Vi­sconti, Sorrentino, Bertolucci fino a Be­nigni e Troisi. Se oggi sentiamo di­re: “Chi siete, dove andate, cosa portate”…, non solo comprendiamo il senso comico di questo modo di dire, ma sappiamo anche a quale film si riferisce (“Non ci resta che piangere”, ndr)».

Le piace vivere a Milano?
«Moltissimo. È una città molto bella, elegante e accogliente, anche perché è a misura d’uomo, grande il giusto».

C’è un luogo del cuore che lei e sua mo­glie considerate il vostro nido?
«Abbiamo una casa sulle colline piacentine, quello è il nostro “buen retiro”. Natura, semplicità, strade protette, ideali anche per andare in bicicletta, soprattutto con la gravel».

Niente bici da strada?
«Ogni tanto anche quella».

Un fiore?
«Che domande: il tulipano, non potrei certo  dire altrimenti».

Cosa le manca dell’Olanda?
«Trovo che in Olanda ci sia più equilibrio tra uomo e don­na. C’è più rispetto ed equità, anche se in Italia negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti notevoli. E poi l’Olanda è molto efficace: tutto è più organizzato e semplificato, c’è meno burocrazia. Mila­no in ogni caso non è assolutamente male: veloce, concreta e spontanea».

Cosa pensa degli italiani?
«Sanno accogliere e farsi voler bene: come si fa a non andar d’accordo con voi italiani?».

Di cosa va orgoglioso?
«Della mia famiglia, che è una gran bella famiglia. Dal punto di vista lavorativo sono orgoglioso della realizzazione del Vittoria Park. Un luogo per l’innovazione, l’animazione e il divertimento aperto a quanti amano la bicicletta, a chi vuole pedalare in tranquillità in uno spazio protetto non lontano dalla città. Questo spazio ha letteralmente cambiato il volto di Vittoria. Inoltre vado fiero anche della nuova unità produttiva che abbiamo varato in Thai­landia per la produzione dei co­pertoni in materiali naturali, come il cotone e la seta. Un’azienda mo­dello che è assolutamente ad impatto zero. Un vero gioiello di tecnologia green. Queste so­no due cose che mi rendono orgoglioso perché ha­nno identificato e se­gnato in maniera indelebile il nuovo corso della Vittoria gom­me».

Cosa riserverà il vostro futuro?
«Tra poco usciremo con prodotti sostenibili che sono fatti con più del 90% dei materiali naturali o riciclati, a ridotto impatto ambientale, con i quali porteremo i componenti del ciclismo in un’altra dimensione, un luogo dove Vit­­toria già da un po’ opera e si trova».

GIA' PUBBLICATI

NICOLA ROSIN: «VOGLIO PORTARE COLNAGO TRA I MARCHI PIU' DESIDERATI DEL MONDO»

CLAUDIO MARRA: «UNA VITA IN VIAGGIO E ORA VOGLIO PORTARE FSA NELLA TOP 5 MONDIALE»

DAVIDE ROSSETTI: «SIDI FACCIA VALERE IL SUO ESSERE MARCHIO DI QUALITA'»

STEFANO VIGANÒ: «LAVORARE IN GARMIN È UNA SFIDA CONTINUA»

DAVIDE BRAMBILLA: «IL SOGNO AMERICANO? GRAZIE A TREK E AD UN GRANDE GRUPPO E’ DIVENTATO... ITALIANO»

FEDERICO ZECCHETTO: «DIAMANT, ALE’, MCIPOLLINI: OCCASIONI SPECIALI CHE SI SONO TRASFORMATE IN IDEE VINCENTI»

ALESSIA PICCOLO: «RIVOLUZIONE A COLORI E RIVOLUZIONE FEMMINILE: COSI’ ALE’ HA CAMBIATO IL MONDO»

SALVATORE TRUGLIO: «STELLA YU CI HA CHIESTO RICERCA E INNOVAZIONE: E' NATA PROLOGO»

GIAN LUCA POZZI: «CON DRALI ABBIAMO LE RADICI AFFONDATE NELLA STORIA E SIAMO PRONTI A COSTRUIRE IL FUTURO»

MARCO GENTILI, IL NUOVO CEO DI BIANCHI: «VOGLIAMO ESSERE UN PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE»

MONICA E PAOLA SANTINI: «TECNOLOGIA E ANIMA GREEN NEL FUTURO DI QUESTA AVVENTURA»

MIRKO FERRONATO: «URSUS DA SEMPRE È SINONIMO DI SFIDE E DI VOGLIA DI CRESCERE»

ANNA SALICE: «DALLA TECNOLOGIA AL DESIGN, SALICE HA SEMPRE SAPUTO VEDERE LONTANO»

PAOLO GUERCIOTTI: «UNA VITA TRA LE BICICLETTE, MILLE CORSE, MILLE MAGLIE E... DUE GIOIELLI»

ALESSIO CREMONESE: «MANIFATTURA VALCISMON E’ UN’AZIENDA FAMIGLIA CHE  HA FATTO LA STORIA E ORA...»

FAUSTO PINARELLO: «SIAMO UNA FIRMA DEL LUSSO, UN OGGETTO DEL DESIDERIO»

I FRATELLI GASTALDELLO: «UNITA' DI INTENTI PER FAR CRESCERE ANCORA LA WILIER

LUCA LOCATELLI: «CON DEDA INDUSTRIE SIAMO AL FIANCO DEI CAMPIONI E DEI SOGNI DI CHI FA SPORT»

ALBERTO SORBINI: «SETTANT'ANNI DI ENERVIT AL SERVIZIO DEI CAMPIONI: UNA RIVOLUZIONE CONTINUA»

MAURIZIO SPREAFICO: «VELOPLUS STA CRESCENDO, HO TRE RAGAZZI E UN TEAM FANTASTICI E POI C'E' SEMPRE LEI, LA BICI...»

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
La mossa è decisiva, Pinarello oggi con la presentazione della Dogma GR e della Grevil F completa un’offerta gravel di altissimo livello coprendo così ogni possibile esperienza gravel. Come le...

Q36.5 è lieta di annunciare il lancio del kit ufficiale per le gare di Mountain Bike 2025 di Tom Pidcock, presentato ufficialmente oggi alla UCI Mountain Bike World Cup di...

Il body da ciclismo è stato completamente sdoganato ed ora è sfruttatissimo su strada non solo dai pro ma anche dagli amatori, ma un aspetto è da sottolineare, questo capo...

"La linea S-Works è il risultato di test e sviluppo implacabili con i nostri atleti del World Tour e della Coppa del Mondo. È un kit che vince le gare,...

Le nuove BONT Vaypor SL sono calzature modernissime e votate alle massime prestazioni, un prodotto che fa la differenza in ogni suo dettaglio. Sulla scia del precedente modello, ampiamente apprezzato...

Ci siamo, la magia è completa. Quella che vedete in foto è la nuovissima sella Predator 01TT CPC, la nuova sella da cronometro integrata oggi dotata di CPC (Connect Power...

Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un modello nato per la vita urbana ed è dotato di...

È passato proprio un anno dallo splendido Tour de France di Biniam Girmay, corsa completata con la storica vittoria del Maillot Vert, un traguardo importantissimo raggiunto con impressionante potenza e...

Il team Soudal Quick-Step affronta il Tour de France 2025 indossando l'ultima collezione Aero Race di Castelli, una gamma di capi altamente tecnici per ridefinire nuovi standard aerodinamici e dare...

Gli atleti del team Israel - Premier Tech saranno oggi ai nastri di partenza della Grande Boucle con un kit in edizione speciale a bordo di bici Factor dotate di...

Tutto in casa Wilier nasce da un riflesso: un argento lieve, puro, come il primo gelo all’alba. La superficie è ancora immobile, ma qualcosa si agita sotto. Invisibile. Inevitabile. È...

SLR: bastano tre lettere per tracciare i confini di un vero mito, una delle selle più iconiche degli ultimi 25 anni cambia oggi pelle per continuare quello che è stata...

Pinarello presenta con orgoglio la prima di una nuova serie di bici uniche ed esclusive, la DOGMA F Luxter Green 1K. La serie “One Of A Kind “ (1K) sarà...

Ursus si prepara a fare il suo ritorno sulle strade dell’evento più importante del ciclismo mondiale. Sabato 5 Luglio, l’azienda italiana sarà infatti al via dell’edizione 112 del Tour de...

La nuova collezione Bianchi Milano unisce eleganza e innovazione. Il kit Race ne è la massima espressione: un completo pensato per chi affronta ogni uscita con spirito competitivo, senza mai...

Specialized rivoluziona ancora una volta il concetto di sella ad alte prestazioni con l’introduzione della nuova S-Works Power EVO con tecnologia Mirror: un prodotto pensato per chi cerca la massima libertà di...

Look Cycle, portabandiera dell'eccellenza francese nelle ciclismo, presenta oggi la 795 Blade RS Iconic Black Radial, la bici ufficiale del Team Cofidis per il Tour de France 2025. Veloce, reattiva...

Nimbl è orgogliosa di annunciare che la partnership con Team Visma | Lease a Bike, andrà oltre le calzature, includendo ora anche una linea di abbigliamento da ciclismo ad alte...

La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande sono tante e vale la pena approfondire l’argomento. La regina di...

Il kit è ben articolato e prevede praticamente gli stessi elementi che verranno utilizzati dalla formazione di Roglič al prossimo Tour de France che prenderà il via sabato prossimo. Bici,...

Un tornante dopo l’altro fino alla cima brulla e arida del Mont Ventoux, la “bestia della Provenza”. Quasi 21 chilometri di salita con pendenze fino al 20%, sotto il sole...

Il cuore che batte, trepidante, alle prime luci dell’alba, mentre il sole sorge e l’attesa in griglia si fa vibrante, al cospetto delle Dolomiti: è uno dei momenti più emozionanti...

"Cycling Beyond": una vera e propria dichiarazione d’intenti. L’esclusivo appuntamento con cui lunedì 30 giugno Bianchi ha accolto media e stakeholder internazionali presso Casa Bianchi, la rinnovata sede e sito produttivo di Treviglio, ha...

Da una parte abbiamo la Grail, un fast gravel dotata di geometria Gravel Pro, dall'altra abbiamo ora la nuova GRIZL, la gravel bike che può affrontare qualsiasi avventura, un ultimo...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
di Giorgio Perugini
Oggi Castelli Cycling presenta con orgoglio la sua famiglia Gravel, professionisti e non della ghiaia con cui il marchio condivide...
di Giorgio Perugini
Chi pratica molti sport sa quanto sia utile possedere elementi in grado di coprire al meglio diverse attività sportive, un...
di Giorgio Perugini
Se non vi serve una grande impronta a terra ma vi basta un copertone veloce ed in parte poliedrico per...
di Giorgio Perugini
Il periodo dell'anno che stiamo affrontando richiede l’utilizzo di abbigliamento caldo, protettivo e dotato di ottima traspirabilità, caratteristiche che possiamo...
di Giorgio Perugini
Per quanto mi riguarda sono tra gli occhiali migliori del momento e anche quelli più sfruttati da Tadej Pogačar durante...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy