Da ieri, martedì 22 agosto, è chiusa al traffico di “biciclette e ciclomotori” la strada comunale che da Sampeyre conduce in quota, al Colle di Sampeyre, nel vallone Sant’Anna. Il divieto è entrato in vigore in seguito alla ratifica dell’ordinanza firmata dal sindaco del paese, Domenico Amorisco.
“La Polizia municipale – spiega il sindaco – ha redatto una reazione in merito alla situazione di pericolo per ciclisti e motociclisti, creata dalle numerose buche presenti sul manto stradale della via comunale”.
Proprio per questo, e “ravvisata la necessità di evitare eventuali incidenti, anche gravi, per queste categorie di utenti della strada”, il Comune è intervenuto, provvedendo a limitare l’accesso alla carrozzabile che conduce al Colle.
Il divieto di transito è in vigore dal pizzale della seggiovia sino al Colle e – al momento – solo per ciò che concerne il comune di Sampeyre. Ciò significa che chi percorrerà la strada da Stroppo in direzione Val Varaita, giunto in cima, dovrà nuovamente riscendere in Valle Maira.
Proprio la strada del Vallone Sant’Anna era stata oggetto, mesi fa, di una contestazione dei consiglieri comunali di opposizione Maria Margherita Garnero, Francesco Dematteis e Gian Franco Fino, che avevano messo nel mirino la decisione dell’Amministrazione comunale di riempire le buche di cemento, anziché usare conglomerato bituminoso.
La strada per il Colle di Sampeyre, specialmente durante questo
periodo di maggior flusso turistico estivo, è percorsa da centinaia di
ciclisti e motociclisti.
«È la strada che venne percorsa in discesa al Giro nel 2003, quando Pantani e Garzelli finirono a terra con l'asfalto bagnato - ci ricorda Giorgio, appassionato lettere di tuttobiciweb e tuttobicitech -. Verissimo è che il manto stradale era in brutto stato ma è anche vero che tutti i ciclisti della zona ne sono a conoscenza e che negli ultimi anni non sono avvenuti incidenti rilevanti se non qualche inevitabile foratura. In zona tutti noi ciclisti siamo sul piede di guerra, non è corretto precludere l'accesso alle biciclette in nome della sicurezza e solamente per fare cassa».