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GIRO D'ITALIA. TAPPA DURA SULL'APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO
di Giuseppe Figini | 20/05/2021 | 08:00

Questa 12a tappa ha ancora, quale quadro di svolgimento e riferimento, la dorsale appenninica fra Toscana ed Emilia-Romagna lungo un percorso che ricorda pure due grandi personaggi del ciclismo italiano: Gino Bartali e Alfredo Martini. Le loro figure, fissate nella storia ciclistica – e non solo - non hanno certo bisogno d’ulteriori parole per ricordare la stima e l’affetto che li ha sempre circondati, aldilà della competizione, ieri come oggi, da parte di tutti, esteso e condiviso un po’ ovunque, anche in molteplici versanti e declinazioni non direttamente riferibili al ciclismo.

E’ una tappa mossa, soprattutto nella seconda parte, con terreno ideale per i coraggiosi e ciclisticamente “attrezzati”che volessero inscenare la fuga.
La partenza da Siena offrirà la sempre più che piacevole opportunità di ammirare, ancora una volta, l’unica bellezza del suo centro dove l’arte, l’architettura, la cultura in varie forme, le tradizioni, l’enogastronomia s’integrano mirabilmente e contribuiscono armonicamente a rendere Siena e i valori che la città del Palio propone, un “unicum” di rilevanza e fascino mondiali.

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Il centro storico della città, che conta oggi 55.000 abitanti circa, è inserito, dal 1995, nei patrimoni dell’Umanità UNESCO. Si è sviluppata, dal IX secolo, lungo la Via Cassia e fra il XII e XVI secolo ha registrato la massima fioritura in differenti settori. L’impianto urbanistico centrale, con un intrico di stradine su e giù, tipicamente medievale, racchiuso dalle mura, è in pratica rimasto quasi inalterato con la convergenza sull’area monumentale del Duomo e di Piazza del Campo delle tre direttrici che originano rispettivamente da Porta Camollia, Porta Romana e Porta San Marco e che convergono nello splendido “cuore” cittadino. Sorge su un colle, un po’ discosta rispetto alle principali arterie stradali e ferroviarie.

Siena ha vissuto molteplici vicende storiche nelle differenti epoche. E’ un centro ricco di cultura grazie all’antichissima Università del 1240 con istituzioni di grande prestigio quali l’Accademia Musicale Chigiana e varie altre istituzioni del settore.

Il patrimonio monumentale principale è il Duomo, portato a termine attorno a fine 1300 con opere di Giovanni Pisano, Pinturicchio, Arnolfo di Cambio, Donatello, Jacopo della Quercia, Ambrogio Lorenzetti e altri maestri. Piazza del Campo, emblema cittadino, ha la forma di valva di conchiglia, dove si affacciano il Palazzo Pubblico (1297-1342), in pietra e cotto, elegante esempio di gotico toscano. Alla sua sinistra svetta l’iconica e slanciata, alta m. 102, Torre del Mangia. Nel Palazzo Pubblico, in parte museo, sono visibili altre molteplici e prestigiose opere. E l’elencazione potrebbe continuare a lungo, in un percorso costellato sempre, con costanza, di peculiare e storica bellezza nelle varie arti.

L’evento principale è il Palio che nasce nel XIII secolo e si disputa due volte l’anno (2 luglio e 16 agosto), di straordinaria fama internazionale che adotta lo stesso regolamento del 1656 e scatena sempre l’entusiasmo delle varie Contrade – sono 17, sempre le stesse dal 1729 con i loro evocativi nomi e relativi contradaioli, secondo riti codificati, sempre ravvivati, che richiamano sempre la partecipazione dei turisti di tutto il mondo.

Siena è la città natale dello scultore Jacopo della Quercia (1374 c.-1488), dei pittori Simone Martini (1284-Avignone 1344), del poeta e scrittore Cecco Angiolieri(1260 ca.-1331/13), santa Caterina da Siena (1347-Roma 1380), patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi e compatrona d’Europa, e d’altri altri vari personaggi che si sono distinti in molteplici campi.

L’economia cittadina è stata caratterizzata dal settore finanziario e commerciale già nel tardo medioevo. Il Monte dei Paschi di Siena, istituto bancario cittadino del 1472, è fra le più antiche banche mondiali. Voce primaria dell’economia è quella del turismo internazionale, anche nella provincia, L’attività industriale nella parte nuova cittadina è suddivisa in vari settori, dal chimico-farmaceutico al meccanico, grafico-editoriale. Nello sviluppato comparto dolciario si trova il tipico panforte, il pan pepato e i ricciarelli, e fra i primi piatti, i pici, sorta di spaghettoni da gustare con soffritto allo speciale olio della Valdichiana detto all’aglione, i salumi di cinta senese, oltre a pregiati vini del circondario.

Il Giro d’Italia ritrova Siena dopo parecchio tempo, anche se qui con Le Strade Bianche, il grande ciclismo è qui, come si dice, “di casa” da oltre un decennio. La corsa rosa ha posto il traguardo nella città del Palio nel 1913 e successo di Eberardo Pavesi, 1929 Mario Bianchi, 1948 Adolfo Leoni, 1952 Antonio Bevilacqua, 1957 lo spagnolo Miguel Poblet, 1978 Francesco Moser e, infine, 1986, vittoria del polacco Lech Piasecki nella cronometro partente da Sinalunga.

Il primo arrivo, con una tappa in linea, in Piazza del Campo risale al 1999 con il Memorial Cecchi Gori organizzato dal G.S. Emilia di Adriano Amici. La tappa propone in avvio il passaggio da Quercegrossa, frazione diviso fra Castelnuovo Berardenga e Monteriggioni, già in zona Chianti, poi Castellina in Chianti, bella zona con vari reperti archeologici e edifici di rilievo, come l’omonima Rocca trecentesca sulla piazza principale, ora sede del Museo archeologico del Chianti senese e giungere, dopo la frazione si S. Maria a Grignano, in provincia di Firenze.

Si è nella terra del Chianti, straordinario scenario, dove origina il celeberrimo vino, amato, conosciuto e frequentato dal turismo, a livello internazionale, per le molteplici valenze proprie e del paesaggio disseminato di vigneti e atmosfere peculiari, sempre di grande richiamo e fascino.
S’incontra dapprima Panzano in Chianti, frazione di Greve in Chianti che segue, con diverse architetture religiose, pievi sparse, il Castello di Verrazzano, dove nacque l’esploratore e navigatore Giovanni da Verrazzano (1485- Bahamas 1528 ca.). Anche Simone Borgheresi (1968), buon professionista per una dozzina d’anni, è qui nato. Altra sua frazione è Strada in Chianti che precede Grassina, popolosa frazione di Bagno a Ripoli, il medesimo comune della frazione di Ponte a Ema, condivisa con Firenze, dove sono nati e riposano nel locale cimitero, Gino Bartali (1914-2000) e il fratello Giulio (1916-1936), scomparso in seguito a un incidente in corsa. Il locale Museo Gino Bartali testimonia l’affetto degli amici del grande Gino.

Si entra nel territorio comunale di Firenze, nella frazione di Badia a Ripoli, con il capoluogo della Toscana che vedrà la variopinta carovana del Giro percorrere strade cittadine per un lungo tratto di circa km. 14, fino a Rifredi, popoloso quartiere della zona nord-ovest. E’ un tratto di gara che consentirà la visione, veloce, delle straordinarie bellezze di questo – grande e autentico – preziosissimo “scrigno” di vari gioielli monumentali, delle differenti arti, con molteplici capolavori, che impreziosiscono, in grande profusione, la città disposta sulle rive dell’Arno e che ha dato i natali a figure storiche, in tutte le epoche e i campi dello scibile umano, impossibili da ricordare e condensare in breve spazio. Per l’identità italiana, con semplificazione estrema, spicca il nome di Dante Alighieri, creatore della lingua italiana per il quale in questo 2021 ricorre l’anniversario dei 700 anni dalla scomparsa, con il genio figurativo di Giotto, prima, e poi, in ordine temporale, quello polivalente di Michelangelo Buonarroti.

Si raggiunge così Sesto Fiorentino, città con poco meno di 50.000 abitanti che lega, indissolubilmente, il suo nome a quello di Alfredo Martini, il Commissario Tecnico per antonomasia, per definizione, di cui è stato responsabile per 22 anni e poi, per sempre, amatissimo riferimento, non solo di ciclismo, ma di vita per la sua proverbiale umanità e saggezza, accompagnato nel percorso dal fedelissimo Franco Vita, meccanico ma soprattutto amico e, infine, anche da Marco Mordini, premuroso amico. Il grande Alfredo era nato nella vicina Calenzano il 18 febbraio 1921 e, dopo il ciclismo praticato come ottimo corridore e poi direttore sportivo, è scomparso a Sesto Fiorentino, la “sua” città, il 25 agosto 2014. Nel centenario della nascita il Giro d’Italia pone qui il primo traguardo volante della tappa.

Sesto Fiorentino conserva numerose chiese e ville importanti unitamente a siti archeologici. Importante è il museo della porcellana che ricorda l’attività dell’azienda, fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori in località Doccia, nel settore specifico. Nativi di Sesto Fiorentino sono l’attore Fosco Giachetti (1900-Roma 1974), il poeta. Letterato e senatore a vita Mario Luzi (1914-Roma 2005).

Da qui l’altimetria della tappa diventa assai segmentata e, passando per la località di Collina, giungere al GPM di 3^ cat., quota m. 598, di Monte Morello, meta delle scampagnate fiorentine, però impegnativa, ciclisticamente parlando, con km. 13 di salita e pendenza media del 6% ma anche con punte di massima al 20%, per entrare quindi nel comune di Vaglia passando dalle sue frazioni di Montorsoli e Pratolino, con diversi attraenti edifici e Villa Demidoff sui resti della grande Villa Medicea. Il bar Zocchi di Pratolino, frequentatissimo dagli appassionati praticanti il ciclismo della zona, è stato gestito da Marisa Zocchi, bella e popolare protagonista di Lascia o raddoppia? di Mike Bongiorno. Nel 1956 vinse una notevole somma per allora, 2,5 milioni delle vecchie lire (materia il ciclismo) che utilizzò per le cure della mamma malata. Nel 1957 si sposò con Guido Boni, ottimo corridore di stile, nato nella non lontana Vicchio (il paese di Giotto) nel 1933, soprannominato “l’angelo di Vicchio”, valido professionista dal 1954 al 1963 che, a termine carriera, gestì il bar con la moglie. Una storia che, all’epoca, finì sulle prime pagine dei rotocalchi, non solo italiani, con titoli sovente incentrati su richiami evocanti “la coppia più bella del mondo”. E’ scomparso nel 2014 mentre l’anno prima era stato la volta della moglie Marisa. Entrambi sono riuniti nel cimitero di Pratolino.

Fra dolci colline si raggiunge l’altra frazione di Vetta le Croci, per entrare poi nell’ambito comunale di Pontassieve, per la frazione Le Sieci, sul fiume Arno, lo svincolo di Pontassieve e iniziare la salita al passo della Consuma, 2^ cat, quota m. 1060, passando per Borselli, frazione di Pelago, così come parte del passo che segnala pure l’entrata in provincia di Arezzo, fra faggeti, castagneti, querceti, zona ricca di funghi. La strada collega il Casentino con Firenze e il Valdarno.

La discesa passa per Stia, località del comune sparso di Pratovecchio Stia, presenta un ben conservato borgo medievale, ai piedi del monte Falterona, dove è nato il pittore e mosaicista Paolo Uccello (1397-Firenze 1475). Ha inizio qui l’ascesa al GPM di 2^ cat. di Passo della Calla, altitudine m. 1295, sempre in bella e incontaminata natura, lunga una quindicina di km. ma con andamento regolare che segnala il cambio di regione con l’entrata in Emilia-Romagna, provincia di Forlì-Cesena con veloce discesa fino a Corniolo, poi Berleta, Isola, località del comune di S. Sofia, cui seguono le altra frazioni di Raggio e Montriolo. Si è nell'estesa zona che è definita, per la storica, secolare appartenenza al Granducato di Toscana, la Romagna Toscana. Di rilievo è a Corniolo la Pieve romanica di San Pietro con una ceramica dei fratelli Della Robbia. L’intero circondario di S. Sofia è di rilevante valore anche naturalistico e paesaggistico. Qui sorge Sportilia, centro sportivo polivalente, costruito per il campionato del mondo di calcio di “Italia 90”. E’ la sede ufficiale del ritiro precampionato degli arbitri AIA.

Si giunge quindi ai m. 770 del Passo del Carnaio, GPM 3^ cat., poi giù velocemente in discesa per S. Piero in Bagno, il centro di riferimento e con maggiore popolazione della valle del Savio con sede del municipio a Bagno di Romagna, dove è posto il traguardo, come già nella tappa del Giro 2017, vinta dallo spagnolo Omar Fraile. Parte del territorio rientra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna con, al suo interno, la Riserva Naturale integrale di Sasso Fratino, la prima istituita in Italia.

Fin dal tempo dei Romani sono note le locali sorgenti termali per le varie proprietà benefiche e diverse testimonianze archeologiche certificano tale interesse che continua tuttora nella frequentata, bella e tranquilla località, con i due ponti settecenteschi e l’ariosa piazza con frequentato mercato settimanale, dove si prospettano eleganti palazzi sei-settecenteschi.

La basilica di Santa Maria Assunta, del 1400, con il battistero e il cinquecentesco Palazzo Pretorio del 1500 che ricorda visibilmente nelle linee l’influenza architettonica fiorentina, con gli impianti termali sono i riferimenti di rilievo. Oltre a valide strutture ricettive per il turismo, l’economia locale si articola in attività edili, forestali, dell’abbigliamento e metallurgiche, con buone strutture sportive, anche per le due ruote fuori strada e per il tempo libero in diverse declinazioni. Manara Valgimigli (1876-Vilminore di Scalve 1965), filologo, grecista, poeta e scrittore è nativo di San Piero in Bagno

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