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GIRO D'ITALIA 2021. A NOVARA LA PRIMA VOLATA
di Giuseppe Figini | 09/05/2021 | 08:20

La seconda tappa del Giro d’Italia 2021, la prima in linea, è tutta piemontese e partirà con un figlio del Piemonte - Filippo Ganna - in maglia rosa dopo la vittoriosa crono di ieri a Torino. Il campione del mondo ha battuto Affini e Foss, coppia ambiziosa della Jumbo Visma, mentre Almeida è stato il migliore degli uomini che sognano in rosa. Sul piano agonistico si prospetta una lunga volata di km. 173 nella piatta pianura, con qualche lieve ondulazione quasi impercettibile, giusto per assegnare punti per la classifica del GPM. E il genere di percorso è tale da fare agevolmente prevedere la conclusione in uno sprint di gruppo.

La tappa prevede il ritrovo e la partenza da Stupinigi, frazione del popoloso comune di Nichelino con quasi cinquantamila abitanti, nell’area della Città Metropolitana di Torino, circa km. 5 a sud del capoluogo. Ha conosciuto un forte aumento della popolazione, a iniziare dagli anni 1950, per il consistente flusso migratorio determinato dalla sempre crescente industrializzazione dell’area torinese.

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Nella sua frazione di Stupinigi, che fino al 1865 apparteneva al vicino comune di Vinovo, sorge la celebre Palazzina di Caccia di Stupinigi, uno dei capolavori di Filippo Juvarra, in stile rococò, in un vasto parco naturale, con flora e fauna di notevole rilievo specifico, comprendente pure un castello medievale. Fu eretta per volere dei Savoia fra il 1729 e il 1733 quale sede reale per soddisfare la loro passione venatoria e fu Vittorio Amedeo di Savoia a determinare tale scelta. La grande struttura propone, al suo interno, opere artistiche di grande valore ed è sede d’importanti mostre internazionali in vari settori. La Palazzina di Caccia di Stupinigi, con altre residenze dei Savoia del Piemonte, è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1997.

Stupinigi ha già ospitato nel 2008 l’arrivo del Giro del Piemonte con il successo di Sonny Colbrelli e nella Milano-Torino del 2020 con lo sprint vincente del francese Arnaud Demare.

Il tracciato della corsa prevede il passaggio da None, con la chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio del 1720, Virle Piemonte, dove è nato Pietro Aymo (1892-1983), corridore professionista e fratello minore del ben più noto Bartolomeo (Carignano 1889-Torino 1970), vincitore di quattro tappe al Giro d’Italia e due tappe al Tour de France e piazzandosi più volte sul podio finale.

Della zona interessata dal percorso è pure Giovanni Valetti (Vinovo 1913-Avigliana 1998), vincitore di due Giri d’Italia di fila – 1938 e 1939 – e primo italiano a vincere il Giro della Svizzera sempre nel 1938, professionista dal 1935 al 1948.

Sempre in pianura di fertile agricoltura si prospetta quindi il passaggio nella provincia di Cuneo interessando Casalgrasso, con diverse attività per macchinari agricoli, poi Racconigi, popoloso comune con varie costruzioni d’interesse a economia agricola integrata da una rete di piccola industria. Qui sorge l’omonimo e storico castello sabaudo, con esteso bosco-parco, che rientra nel patrimonio Umanità Unesco dal 1997 con altre simili strutture delle residenze sabaude piemontesi e dove è nato Umberto II^ di Savoia (1904 – Ginevra 1983), ultimo re d’Italia che ha regnato dal 9 maggio 1946 al 18 giugno del medesimo anno. Il 2 giugno 1946 il Referendum istituzionale determinò, infatti, il passaggio dal regno alla repubblica per l’Italia. E’ qui operante dal 1985 il Centro cicogne e anatidi per la protezione della fauna avicola.

Il Giro d’Italia ha stabilito qui due partenze di tappa nel 1997 con arrivo a Breuil-Cervinia e nel 1999 con traguardo al Santuario di Oropa, sempre ricordata per la rimonta di Marco Pantani lungo la salita e, nonostante l’intoppo, lo scalatore romagnolo, già in maglia rosa, vinse la tappa.

C’è il ritorno in provincia di Torino per Carmagnola, famosa per il ricercato “peperone di Carmagnola” e altri ortaggi favoriti dalle caratteristiche del terreno, centro con diffuse e diverse attività industriali e commerciali. Il nucleo centrale presenta tipiche abitazioni, portici affrescati e l’antica chiesa di Sant’Agostino, poi Villastellone, popoloso comune in prevalenza agricolo noto anche per le patate e le rane, con edifici d’interesse e varie attività. Si prosegue per Sàntena, famosa per gli asparagi locali e perché qui è sepolto il torinese Camillo Benso di Cavour (Torino 1810-1861), politico e patriota di primaria rilevanza. Segue il passaggio da Chieri, centro di riferimento della zona, posta fra la collina torinese dove, svetta Superga e, dopo il piano, le ondulazioni del Monferrato. Il nucleo abitativo storico ha una caratteristica e accentuata struttura con monumenti gotici di rilievo. Di rilievo è il Duomo del 1400 dedicato a S. Maria della Scala e le chiese di S. Domenico e S. Giorgio. E’ stato nel passato importante centro di produzione tessile mentre ora ha riconvertito la sua struttura produttiva in settori diversi.

E’ qui nato nel 1929 Mario Ghella, velocista, che nel 1948 conquistò l’oro olimpico a Londra e ad Amsterdam quella mondiale della velocità dilettanti, oltre a quattro titoli tricolore della specialità fra i dilettanti e uno fra i professionisti. Anche il compianto, forte e titolato calciatore azzurro Roberto Rosato (1943-2010) era di Chieri, così come il noto e versatile Leo Chiosso (1920-2006) fra l’altro autore dei testi di notissime canzoni interpretate da “big” della musica leggera.

Si giunge ad Andezeno, comune che ha abbinato all’agricoltura varie attività produttive e poi passare in provincia di Asti per Castelnuovo Don Bosco, “Terra di Santi e di vini”, con diversi edifici d’interesse, sia religiosi, sia civili, e vigneti di buon pregio. I santi sono S. Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, S. Giuseppe Cafasso (1811-Torino 1860) che si prendeva cura dei carcerati, delle vittime di pene capitali e delle relative famiglie, S. Giuseppe Allamano (1851-Torino 1926), fondatore delle congregazioni della Consolata e tutti e tre rientrano nel gruppo conosciuto come i santi sociali torinesi. Era di qui anche Luigi Marchisio (1909-1992), vincitore del Giro d’Italia 1930, quello non disputato dal suo capitano della Legnano Alfredo Binda, premiato a priori con il montepremi spettante al vincitore e fermato per la sua manifesta superiorità. L’arrivo della tappa n.11, la Parma-Castelnuovo Don Bosco del Giro 1988, fu neutralizzato per una manifestazione di ecologisti e tutti i corridori furono classificati pari merito.

Si superano poi Gallareto, frazione di Piovà Massaia e incontrare quindi il piccolo comune di Cortanze che anticipa l’unico GPM di 4^ cat. ai m. 292 di Montechiaro d’Asti. E’ il paese d’origine del bisnonno di papa Francesco e della nonna di S. Giovanni Bosco. Si giunge nella provincia di Alessandria superando Murisengo, con il suo castello, dove è nato Luigi Lavazza (1859-1949), capostipite della famiglia d’imprenditori del caffè e fu il primo a miscelare e produrre, con successo, diversi tipi di caffè. Si passa per Cerrina Monferrato, la località di Castagnone, e dopo lo svincolo di Trino, giungere a Tricerro, comune in provincia di Vercelli, per poi raggiungere il capoluogo passando per Desana, comune che fu feudo medievale.

Vercelli, la “capitale del riso” per la pregiata qualità coltivata nel suo territorio, sorge sulle rive del fiume Sesia e nel suo caratteristico abitato presenta varie architetture di valore come il Duomo neoclassico dedicato a Sant’Eusebio, la basilica di Sant’Andrea d’inizio 1200, monumento insigne, simbolo cittadino, che fonde il gotico d’oltralpe con lo stile romanico lombardo, la chiesa di San Cristoforo con affreschi di Gaudenzio Ferrari, la centrale Piazza Cavour, il Castello Visconteo e varie torri medievali.

Vercelli vanta un’antica e blasonata nel calcio d’inizio secolo con sette scudetti vinti fra il 1908 e il 1922. Qui terminò nel 1992 l’unica tappa del Giro d’Italia, partenza da Sondrio, con lo sprint vincente di Mario Cipollini su Adriano Baffi e Giovanni Fidanza. Nel suo tracciato fra le risaie la corsa supera lo svincolo di Borgo Vercelli e Casalgiate, già in provincia di Novara, e superato il comune di San Pietro Mosezzo, che abbina l’agricoltura a nuove attività logistiche, si entra nel centro del capoluogo.

Novara, il capoluogo dell’omonima provincia, è la seconda città per popolazione della regione e grazie alla sua posizione geografica, è sempre stato un centro importante e crocevia di frequentate direttrici di traffico con assi viari che congiungono il triangolo industriale (Torino-Milano-Genova) e la Svizzera. Il territorio è assai prossimo alla Lombardia e vi prosperano variate attività commerciali, industriali, culturali e dei servizi in genere.

La basilica di San Gaudenzio, alta 121 metri, terminata nel 1887, interamente in mattoni, dedicata al patrono di Novara, è opera di Alessadro Antonelli (nato nella vicina Ghemme nel 1798-Torino 1888), lo stesso della torinese Mole Antonelliana, progettista pure del neo classico Duomo con l’antico Battistero con la rielaborazione della costruzione originaria del 1577 disegnata da Pellegrino Tibaldi, contiene pregevolissime opere pittoriche. Di specifico interesse, fra altri, sono i complessi del Broletto e del Castello Visconteo. Riveste specifico interesse, realtà editoriale anche a livello internazionale, l’ultracentenario Istituto Geografico De Agostini.

L’aspetto enogastronomico novarese propone la “paniscia”, risotto condito con lardo, salame e varie verdure, il noto formaggio “gorgonzola” DOP di cui condivide l’origine con la vicina Lombardia, ma ha nel novarese la principale zona di produzione. Famoso è il biscotto ”pavesino” prodotto di punta della Pavesi. Di grande notorietà internazionale è pure l’aperitivo alcolico Campari, messo a punto nel 1860 da Gaspare Campari, (1828-1882) nel suo locale Caffè dell’Amicizia nel centro città, dove si era trasferito dalla vicina, nativa Cassolnovo, allora in provincia di Novara. E da allora la ricetta del noto elisir rosso non è più cambiata.

E’ nato a Novara, per ragioni d’ospedale, nel 1957, Giuseppe Saronni, protagonista storico del ciclismo e portatore di un invidiabile palmarès sia come corridore, sia come dirigente sportivo.

 

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