I PIU' LETTI
"MONSTRE" IN MOSTRA
di Pier Augusto Stagi | 24/06/2018 | 07:28

«È stata la sfida più grande della mia carriera». Chris Froome per il suo trionfale volo rosa non ha usato parole di circostanza, ma solo superlativi. Per sé e per la “corsa rosa”. Francamente, come anche su tuttobiciweb ho e abbiamo più volte scritto, è stato davvero un gran bel Giro. Ben disegnato e, soprattutto, interpretato alla grande dai corridori. Però, alla fine di questo spettacolare viaggio, mi sento in dovere di analizzare alcune cose che non possono né essere ignorate né tantomeno taciute.

“MONSTRE” IN MOSTRA. Andiamo con ordine. La prima: questo Giro è stato spettacolare perché il livello dei partecipanti in corsa non era “monstre”. La stessa Sky e lo stesso Froome sono arrivati al Giro con una condizione buona, ma non buonissima. Le cadute, di Gerusalemme prima e di Montevergine di Mercogliano dopo, hanno rallentato e anche reso più difficile il cammino del fuoriclasse britannico che, essendo tale, in ogni caso ha rimediato ad una partenza falsa grazie ad una settimana finale da autentico campione. Ma chi ha trovato sulla propria strada? Tom Dumoulin. Eccezionale passista, che però nulla ha potuto sulle salite con pendenze feroci, se non limitare i danni.
Corsa non bloccata. Quindi, corsa apertissima. Con qualche big – Froome e Dumoulin, oltre ad un Aru non giudicabile – e tanti giovani corridori scalpitanti pronti a mettersi in mostra. Corsa divertente perché il livello è stato non eccelso. Al Tour, con tutto il rispetto per la nostra gara, la posta in palio è di tutt’altro genere. Non per niente i migliori corridori del mondo saranno tutti là, dal primo all’ultimo; dal passista allo scalatore per arrivare agli sprinter.
Sulle strade di Francia a bloccare la corsa non è solo il team Sky, ma anche l’Astana, l’Ag2r, la Movistar di Quintana, Landa e Valverde (tutti assenti al Giro). È vero, generalmente sulle strade transalpine vince la noia, per un’andatura folle e controllata dai grandi team. Tutto viene programmato, nulla lasciato al caso: è quasi sempre bandita la creatività, che sulle nostre strade ha avuto il sopravvento. La Sky si è solo intravista nell’ultima settimana, dove ha chiaramente supportato un Froome non stratosferico, ma in grado in ogni caso di fare cose eccezionali e quindi la differenza.
Ne riparliamo tra qualche settimana in Francia, dove ci sarà tutto un altro modo di correre, interpretare la corsa e un livello di partecipazione (Romain Bardet, Nairo Quintana, Mikel Landa, Alejandro Valverde, Vincenzo Nibali, Jakub Fuglsang, Richie Porte, Rafal Majka, Peter Sagan, Bauke Mollema, Primoz Roglic, Geraint Thomas, Mikhal Kwiatowski, Greg Van Avermaet, Rigoberto Uran, Warren Barguil, Michael Matthews, Caleb Ewan, Adam Yates, Daniel Martin, André Greipel, Arnaud Demare, Marcel Kittel, Alexander Kristoff tanto per fare qualche nome in ordine sparso) totalmente diversi. Probabile che sia anche tutto meno divertente, ma credetemi, sarà durissima. Perché al Tour è sempre una finale olimpica o di Champions, tra il meglio del meglio, e se finisce al fotofinish o ai rigori non significa che la sfida non sia stata all’altezza. Anzi.

W L’ITALIA. Ho letto di bilanci catastrofici per il nostro movimento. È mancato Fabio Aru, e la cosa è sotto gli occhi di tutti, ma anche nei confronti del campione d’Italia abbiamo il dovere di manifestare la nostra delusione, senza però gettare tutto quello che di buono (e tanto) fin qui il corridore sardo ha fatto. Una vittoria alla Vuelta, un secondo e un terzo al Giro, un quinto un anno fa al Tour: insomma, risultati di rilievo che lo pongono tra i migliori interpreti del mondo nei Grandi Giri. Credete davvero che Fabio si sia dissolto? Io non lo penso assolutamente. Ha subito un durissimo colpo, questo sì, e penso anche che un grande campione che vuole considerarsi tale debba avere la forza di rialzarsi e ripartire da qui. I grandi generalmente si rigenerano proprio dalle loro più profonde sconfitte. È dalle disfatte che traggono linfa e nettare vitale per accrescere la loro fame di rivalsa. E, conoscendo Fabio, sono sicuro che sarà capace di tornare non solo quello di prima, ma molto meglio.

È vero, dopo sei anni l’Italia (2012, Hesjedal, Rodriguez e De Gendt, ndr) è scivolata giù dal podio. Domenico Pozzovivo ha stazionato sul terzo gradino fino al terzultimo giorno, prima di saltare e accontentarsi di un più che onorevole 5° posto. Oltre al suo, possiamo registrare il 10° posto di Davide Formolo (benino, ma non benissimo) e il 19° di Gianluca Brambilla. Niente podio rispetto all’anno scorso, ma cinque vittorie di tappa: 4 con Elia Viviani, una con Enrico Battaglin. Contro l’unica di un anno fa con Nibali, il quale chiuse sul podio alle spalle di Dumoulin e Quintana. Però, quest’anno, c’è anche una maglia ciclamino della classifica a punti con Elia Viviani.
Ho letto che mai nella storia del Giro abbiamo piazzato solo 12 corridori nei primi 50. Ma se i numeri dicono tanto, molto va anche detto per spiegare il radicale cambiamento del ciclismo negli ultimi dieci anni. La mondializzazione non è più solo un modo di dire, è un fatto conclamato e reale. Ci sono sempre più stranieri, e tantissimi sono di ottimo livello. Richard Carapaz (4° nella generale), corridore ecuadoriano è un signor corridore, non una suggestiva partecipazione forestiera. Quest’anno al via da Gerusalemme c’erano soltanto 45 corridori italiani su 176. Negli anni Ottanta, tanto per capirci, su 162 partecipanti gli italiani erano 100. Nel 1990, anno di Bugno, al via 197 corridori, con 88 italiani. Nel 1994, vittoria di Berzin, con Pantani che esplode, al via da Bologna c’erano 153 corridori, di cui 81 italiani. Nel ’98, l’anno del Pirata, al via da Nizza c’erano 162 corridori e ben 102 erano di casa nostra. Nel 2000, anno di Stefano Garzelli, da Roma si è mosso un gruppo di 179 corridori, di cui 92 italiani. Il primo vero crollo di partecipazione italica lo registriamo nel 2005, vittoria di Paolo Savoldelli: 197 corridori al via, e solo 52 gli italiani. E lo stesso nel 2006, vittoria di Ivan Basso: 198 corridori e solo 48 italiani. L’anno scorso e quest’anno 45, minimo storico di tutti i tempi. Un anno fa, per la precisione 43, visto che Pirazzi e Ruffoni furono fermati prima di partire.
Numeri e statistiche, tanti i ragionamenti fatti sul numero di vittorie ottenute dai corridori italiani, ma forse è anche il caso di vedere con quanti abbiamo corso il Giro e forse anche con chi. Perché i numeri si contano e si pesano. Perché, come sono solito dire, più di Mario Cipollini ha vinto Roberto Gaggioli.

Editoriale da tuttoBICI di giugno

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Il marchio americano Chamois Butt’r, leader nei prodotti anti-sfregamento per ciclisti e atleti di endurance, è una delle ultime aziende portate in Italia da  Ciclo Promo Components. Nell’ampio catalogo spiccano prodotti...

Credo che nessuno di noi riesca ad uscire senza una chiave multiuso in tasca, anche perché senza non si potrebbero fare operazioni semplicissime come rimuovere una ruota o regolare il...

Campagnolo celebra i 100 anni di DRALI e lo fa completando la bellissima Iridio con il nuovo gruppo Super Record 13. Qualità, meccanica avanzata, storia e molto altro accomunano questi...

Colnago, bici ufficiale de La Vuelta, presenta oggi la Colnago C68 Rossa, un capolavoro nato dall'incontro tra la rinomata creatività italiana e la grande tradizione - 70 anni celebrati nel...

Rapha svela oggi la nuova collezione in edizione limitata per celebrare il decennio del Rapha Cycling Club (RCC) e lo fa con una vera esclusiva, ovvero una collezione disponibile...

Viaggiate con la vostra bici al seguito in treno o in aereo? Perfetto, allora conoscete bene i rischi che corrono le nostre due ruote in questi momenti. Basta un colpo...

Il Tour de France dominato da Pogačar è stato l’ennesimo capitolo di una stagione corsa a tutta velocità dal Campione del Mondo, un successo che vale un grande riconoscimento anche...

Gestire la temperatura diventa essenziale quando si ricerca la prestazione ed il motivo è semplice, abbassare la temperatura corporea durante l’attività ci permette di spingere di più. M andiamo oltre,...

Silico Grip 3D è la proposta gravel di Nabico, un nastro manubrio di 3mm di spessore moderno e resistente, perfetto per affrontare con grande controllo anche le fasi più complicate...

In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di altissimo livello, una collezione in cui spicca il modello Pace...

Siamo diventati dipendenti da oggetti alimentati a batteria nel ciclismo? Direi di sì, basta pensare ai vari bike computer, fanalini, radar, misuratori di potenza e cambi elettronici di cui non...

Le sorprese sono vere sorprese se arrivano da De Rosa, un marchio che non delude mai le aspettative. Siamo alla pausa estiva ma a  Cusano Milanino non si tirano certo...

Quello che è un super classico della gamma MAXXIS torna ora più versatile e gustoso che mai, merito di un nuovo design e di aggiornamenti che ne migliorano il comportamento...

Quando si parla di bikepacking il discorso si può davvero fare ampio, ma ci sono prodotti come il Cycling Wallet Touring Case GT ed il borsello da telaio Trekking GT...

Sette vittorie di tappa. Tre maglie. Due podi. Numeri che raccontano molto, ma non tutto. Perché il Tour de France non è solo una questione di classifica: è un teatro...

Per il secondo anno consecutivo, FSA (Full Speed Ahead) sarà al fianco di Red Bull Cerro Abajo nell’unica tappa europea che si terrà a Genova, in qualità di partner tecnico,...

Per Guerciotti, il gravel non è mai stato una tendenza passeggera. È la naturale evoluzione di una vocazione nata nel ciclocross, che grazie all’esperienza maturata in condizioni estreme, tra fango,...

La stampa 3D per le cover segna un punto di non ritorno alle imbottiture tradizionali, almeno per le selle top di gamma. Questo è un percorso intuibile almeno  per quanto...

Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi e anche il fortissimo sole estivo potrebbe darvi meno noie...

In questi anni ho sfruttato per le prove davvero molte coperture gravel, ma PIKA di CST Tires mi ha davvero stupito per tutto quello che riesce ad offrire. Nella sua...

La nuova Domane+ ALR di Trek è appena arrivata, completando così la sua collezione di e-bike da strada con un modello leggero in alluminio che consente ai ciclisti di godere...

Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è netta ed sì. Tessuti leggeri, accorgimenti tecnici e colori idonei...

Difficilmente potremmo trovare un alleato più prezioso della Creatina anche in questo momento dell’anno, una parte della stagione in cui per un motivo o per l’altro pretendiamo davvero molto dal...

Trek lancia una nuova configurazione di Madone Gen 8, una speciale edizione che scende sotto ai limiti di peso minimo imposti dall’UCI e con soli 6, 40 kg, comprensivi di...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy