Centodieci anni di vita. Ma, come si dice, non li dimostra. Wilier Triestina, gruppo veneto che costruisce biciclette di alta gamma, continua a crescere. E nell’anno in cui festeggia i 110 anni dalla fondazione si appresta ad allargare i suoi stabilimenti produttivi di Rossano Veneto. Per dare più spazio alle attività produttive, ai servizi post-vendita e per accelerare i tempi di consegna delle sue biciclette.
Wilier, nata nel 1906, è un simbolo del made in Italy già dal nome: il marchio è l’acronimo della frase W l’Italia LIbera E Redenta; un modo per celebrare il movimento irrendentista che a cavallo della Grande Guerra e fino al Secondo Dopoguerra si proponeva di liberare le zone del Triveneto soggette a dominazione Austro-Ungarica, prima, e jugoslava, dopo, da cui l’aggiunta di Triestina.
L’azienda ha un fatturato che aumenta a doppia cifra percentuale da diversi anni. Vende circa 30mila biciclette l’anno, soprattutto bici da corsa e mtb di alta gamma. In Italia finisce circa il 25% della produzione. Ma i principali mercati di riferimento sono all’estero dove va il 75% della produzione, paesi latini soprattutto, Francia e Spagna tra tutti, e anche europei come Belgio e Germania. Con la maggiore espansione nel Sud-Est asiatico - Indonesia, Singapore, Malesia, Vietnam - ma anche Cina, Giappone e Brasile: in Sud America il marchio è molto popolare perché Wilier ha sponsorizzato per diversi anni la squadra dei pro della Colombia. Una multinazionale del ciclo insomma con le radici ancora piantate nella tradizione manifatturiera made in Italy del distretto produttivo del ciclo che tra Vicenza e Treviso ha alcune delle aziende più note al mondo, non solo di bici ma anche di componentistica e accessori.
Nell’era dei tre fratelli Gastaldello Wilier è diventata il secondo gruppo di bici per fatturato in Italia, subito dopo Pinarello che gode dei vantaggi della esposizione mediatica con il Team Sky. E questo nonostante la minore visibilità del marchio dell’Alabarda per l’assenza da alcuni anni, per esigenze economiche, dal giro delle sponsorizzazioni delle squadre pro del circuito WorldTour. Segno evidentemente, del gradimento da parte degli appassionati di ciclismo delle biciclette Wilier. Fuoriserie su due ruote ad alto tasso di innovazione, con attenzione ai dettagli e al design made in Italy che tanto piace all’estero.
L’ultima nata tra le bici della casa di Rossano Veneto, presentata in anteprima a Milano, è la nuova Zero.6, una specialissima in carbonio che ha un telaio che pesa appena 680 grammi.
«Potremmo dire - racconta Andrea Gastaldello - che abbiamo impiegato 110 anni per concepire questa bicicletta. Si tratta di un telaio da corsa ultraleggero, unico, elegante, tecnologicamente superiore. Solo 680 grammi di peso, prodotto in 200 esemplari numerati».
Riccardo Barlaam