I PIU' LETTI
TOUR DE FRANCE "AU COEUR DU PELOTON" OVVERO "SE NON SEI FUNZIONALE ALLA STORIA, NON ESISTI"
di Nicolò Vallone | 29/06/2023 | 08:15

A soli due giorni dall'inizio del Tour de France 2023, siamo sicuri che molti di voi avrete guardato la docuserie Netflix Au coeur du peloton uscita l'8 giugno, che come recita il titolo ci ha portati "all'interno del gruppo" che ha disputato l'edizione 2022 della Grande Boucle. Anche se forse sarebbe meglio dire che ci ha portati all'interno di 7 delle 22 squadre che hanno corso il Tour.

Non possiamo parlare di questo documentario senza menzionare il suo "fratello maggiore" automobilistico: F1 - Drive to Survive. La casa di produzione è la stessa, la Box to Box (appena sbarcata anche nel tennis con Break Point). Lo stile narrativo di base, comprensibilmente, pure, coi pregi e i difetti del caso.

L'impostazione di base è quella. Alternanza di immagini suggestive da dentro la corsa, con voci dei telecronisti ufficiali (en français, ça va sans dire) e audio originali dei protagonisti, e interviste vis-à-vis con la telecamera realizzate in studio. Immagini catturate dentro i bus delle squadre o a casa dei corridori, e intermezzi di commento e contestualizzazione da parte di giornalisti e commentatori. Il tutto con un criterio ben preciso: non cronistoria, ma monografia. Ognuna delle 8 puntate si concentra su una o due storie. Di singoli atleti o del momento di una squadra. Certo, il primo episodio riguarda il grand depart e l'ultimo narra la settimana finale che culmina con la premiazione parigina. Ma in mezzo non sono rari i salti temporali all'indietro su tappe già viste in precedenza, spostando però il punto di vista sulla storia che si sta sviluppando in quella puntata. Così come ci sono tappe che vengono saltate a piè pari e mai raccontate.

Ma quali sono le squadre coinvolte? La Jumbo Visma, con la scelta di Jonas Vingegaard anziché Primoz Roglic per contendere la classifica a Tadej Pogacar, e super Wout Van Aert perennemente oscillante tra gregariato di lusso e voglia di prendersi gioie personali; la Ineos Grenadiers, con la vertiginosa Alpe d'Huez di Tom Pidcock e quel "vecchietto da podio" di un Geraint Thomas; la Quick Step, col vulcanico Patrick Lefevere in prima linea a raccontare la filosofia del Wolfpack e il bellissimo inizio nel segno di Fabio Jakobsen tornato alla vita dopo l'incidente polacco del 2020; la Alpecin Deceuninck, con l'uscita di scena di un Van der Poel spompato dal Giro d'Italia e gli sforzi disperati di Philipsen per togliersi di dosso la nomea di Jasper Disaster; la Groupama FDJ, stretta nella morsa delle pressioni dovute al fatto di essere una squadra francese al Tour, esacerbate dalle polemiche per la scelta di David Gaudu come capitano in luogo di Thibaut Pinot; l'Ag2r Citroen, altro WorldTeam francese, tra le difficoltà di Ben O'Connor e il colpaccio Bob Jungels alle Porte del Sole; e la EF, col doppio scivolone a cronometro dell'atteso Stefan Bissegger, la vittoria di Cort Nielsen post-riposo e gli "eccessi di entusiasmo" di Neilson Powless.

Non ci sono quindi tutte le storie e non tutte le "corse nella corsa" che si snodano dentro un Tour de France. Ci sono le storie che era possibile ricavare dal lotto di team che avevano trovato l'accordo con la produzione per accoglierne le telecamere e apparire nella docuserie. Un prezioso dietro le quinte che ci permette di vedere cosa succede in bus o in ammiraglia, ricostruisce tattiche e pensieri dietro ad alcune tappe (ve lo diciamo già: la puntata sul Telegraphe-Galibier-Granon è la numero 3), scava nelle persone-atleti ma anche nelle persone-manager (spiccano le personalità di Jonathan Vaughters e Marc Madiot) e ci fornisce una nuova prospettiva su cosa ci può essere di più profondo dietro a un andare in fuga, uno staccarsi, un attaccare. Quanto un terzo posto nella classifica finale possa costituire per qualcuno un obiettivo equivalente alla vittoria. O ancora quanto può esser forte il dramma sportivo dei velocisti quando in una frazione designata per loro vengono beffati dai fuggitivi, e quale struggimento possa diventare la lotta contro il tempo massimo per rimanere in corsa nelle giornate di montagna. E ci ricorda come, dietro a un nome-cognome-bandierina-sigla di squadra con un 31° nell'ordine d'arrivo di una tappa, si possano celare sforzi, dinamiche, imprese e problematiche interessanti quanto quelle del vincitore di cui si occuperanno quel giorno le cronache.

Tutto bellissimo, e tutto anche utile per noi addetti ai lavori. Ma va sottolineato un aspetto che ai nostri occhi ha cagionato stridore: la pressoché inesistenza delle squadre al di fuori delle "magnifiche sette" oggetto della docuserie. E relativi corridori, naturalmente. Ora, non siamo così ingenui da non capire che ovviamente Box to Box e Netflix ci raccontano le squadre con cui è stato stretto l'accordo: sarebbe assurdo pensare che, se la Jayco AlUla è fuori dal lotto, loro mi debbano comunque raccontare la pur interessante storia di Groenewegen. Ovvio, non parliamo di questo. Ma parliamo di accenni minimi di cronaca. Parliamo del fatto che la seconda puntata sviscera magistralmente l'infernale tappa del pavè, in particolare la faticaccia e a tratti la confusione vissuta dalla Jumbo Visma e l'inseguimento a Tadej Pogacar, e non c'è neanche un accenno finale, nemmeno un secondino di voce fuori campo del telecronista, che così en passant dica "Vince Clarke". Ostracismo a chi non è della docu-partita, tranne quando proprio inevitabile.

Solo Pogacar fa eccezione. Non poteva essere altrimenti: normale che venga nominato e visualizzato maggiormente, ha il ruolo del bicampione in carica nonché del fenomeno da battere. L'ideale antagonista della narrazione. Naturalmente, dato che la UAE non ha concesso alle telecamere Netflix di includerli nella docuserie, lo sloveno non può essere intervistato o raccontato "direttamente". Semmai esiste proprio in quanto avversario di Vingegaard e compagni.

E fin qui va bene. Ciò che va meno bene è la più clamorosa mancanza di questo prodotto di otto episodi. Non riuscendo forse a cucire addosso a Tadej quel profilo da cattivo (con tutta la buona volontà, è impossibile) necessario per creare l'effetto "eroe contro nemico da sconfiggere" gli autori hanno deciso di omettere uno dei momenti più simbolici dello scorso Tour e non solo: la scivolata in discesa nel tappone di Hautacam e Vingegaard che anziché approfittarne lo aspetta, quel "cinque" che è entrato dritto dritto nei libri di storia del ciclismo ma non è entrato in questa docuserie. Sarebbe stato troppo miele per una narrazione di antagonisti sportivi? Fatto sta che il racconto indugia sulla quasi-caduta di Vingegaard nella curva precedente e salta bellamente quella successiva vera e propria di Pogacar, per arrivare direttamente alla salita finale con Van Aert versione moto e l'attacco vincente del danese. Un'omissione marchiana, un autentico sacrificio sull'altare della linea narrativa impostata.

Se questo "sacrificio" è il più grosso, non è l'unico riguardante squadre che pur sono dentro la docuserie. Ad esempio, nonostante ci sia la EF non si fa menzione della beffa subita da Alberto Bettiol a Mende, quando accarezzò l'idea di conquistare la 14esima tappa ma fu sorpassato sulla rampa conclusiva da Michael Matthews. Della formazione di Vaughters sono stati evidentemente preferiti altri personaggi, già citati. Oppure: della Jumbo Visma si fa vedere vita, morte e miracoli come giusto che sia, ma nell'ultima puntata, concentrata su Jonas vs. Tadej e super Wout, non si parla minimamente della tappa di Cahors, la numero 19, vinta da Christophe Laporte.

Comunque, al netto delle perplessità che Tour de France: au coeur du peloton può suscitare negli appassionati di ciclismo, ricordiamo che l'intento di prodotti come questo, F1 Drive To Survive et similia è soprattutto quello di diffondere l'interesse per lo sport in questione presso i non appassionati, per allargare il bacino d'utenza. Quindi l'importante è che siano accattivanti e ben costruiti: indubbiamente lo sono.

Magari ecco, l'ideale sarebbe una fruizione "con bollino giallo": non minorenni accompagnati da adulti, in questo caso, bensì neofiti accompagnati da conoscitori della materia. Giusto per avere qualcuno che durante la visione sappia spiegarti al volo cos'è quella GC di cui tutti parlano, o perché lo stesso atleta in alcuni momenti ha una maglia gialla e all'improvviso la cambia con una verde, o che quel O'Connor sì ok era l'uomo classifica dell'AG2R, ma non è che avesse realisticamente tutte 'ste aspettative addosso e 'ste chance di lottare per il podio, ma la sua squadra era tra quelle oggetto del documentario e una storia interessante su di loro la si doveva mettere in piedi. O che appunto, in quel tappone decisivo verso la fine si verificò un momento-simbolo tra i due grandi contendenti che però non è stato mostrato.

Certe forzature non sono facili da digerire, ma mettiamola così: se qualcuno che prima ci rinfacciava la noia del guardare le gare ciclistiche, dopo aver visto questo prodotto su Netflix non vedrà l'ora di gustarsi il Tour 2023 insieme a noi, allora potremo accettarle a cuore un po' più leggero.

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Vi presentiamo due bici che profumano di leggenda, da una parte la bici con cui Ganna ha vinto il suo quinto titolo nazionale, la velocissima Bolide F TT 2024, dall’altra...

In occasione del 50° anniversario del primo arrivo del Tour de France sugli Champs-Élysées, Santini presenta la collezione speciale Arrivée Paris-Champs-Élysées, parte della collezione ufficiale Tour de France 2025. Un...

In un ciclismo in cui chi si ferma è perduto, continua il costante processo di innovazione messo in atto da DMT, azienda che accompagna da diversi anni il Campione del...

Accoppiare bene casco e occhiali è molto importante, del resto, si tratta di due elementi destinati a darci sicurezza e comfort ed è essenziale che ben si sposino sia da...

Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step sta correndo il Tour de France 2025. Aero Race 8S...

La più grande ciclista italiana della storia aggiunge un’altra perla ad una carriera fenomenale: Elisa Longo Borghini ha conquistato, per il secondo anno di fila, la classifica generale del Giro...

Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan in sella alla sua Madone, una bici che da circa...

Con il nuovo borsello sottosella Aero Wedge Pack DX Topeak ridefinisce le forme e gli ingombri di questo accessorio rendendolo elegante e aerodinamico. Spazioso e versatile, offre spazio in abbondanza...

La mossa è decisiva, Pinarello oggi con la presentazione della Dogma GR e della Grevil F completa un’offerta gravel di altissimo livello coprendo così ogni possibile esperienza gravel. Come le...

Q36.5 è lieta di annunciare il lancio del kit ufficiale per le gare di Mountain Bike 2025 di Tom Pidcock, presentato ufficialmente oggi alla UCI Mountain Bike World Cup di...

Il body da ciclismo è stato completamente sdoganato ed ora è sfruttatissimo su strada non solo dai pro ma anche dagli amatori, ma un aspetto è da sottolineare, questo capo...

"La linea S-Works è il risultato di test e sviluppo implacabili con i nostri atleti del World Tour e della Coppa del Mondo. È un kit che vince le gare,...

Le nuove BONT Vaypor SL sono calzature modernissime e votate alle massime prestazioni, un prodotto che fa la differenza in ogni suo dettaglio. Sulla scia del precedente modello, ampiamente apprezzato...

Ci siamo, la magia è completa. Quella che vedete in foto è la nuovissima sella Predator 01TT CPC, la nuova sella da cronometro integrata oggi dotata di CPC (Connect Power...

Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un modello nato per la vita urbana ed è dotato di...

È passato proprio un anno dallo splendido Tour de France di Biniam Girmay, corsa completata con la storica vittoria del Maillot Vert, un traguardo importantissimo raggiunto con impressionante potenza e...

Il team Soudal Quick-Step affronta il Tour de France 2025 indossando l'ultima collezione Aero Race di Castelli, una gamma di capi altamente tecnici per ridefinire nuovi standard aerodinamici e dare...

Gli atleti del team Israel - Premier Tech saranno oggi ai nastri di partenza della Grande Boucle con un kit in edizione speciale a bordo di bici Factor dotate di...

Tutto in casa Wilier nasce da un riflesso: un argento lieve, puro, come il primo gelo all’alba. La superficie è ancora immobile, ma qualcosa si agita sotto. Invisibile. Inevitabile. È...

SLR: bastano tre lettere per tracciare i confini di un vero mito, una delle selle più iconiche degli ultimi 25 anni cambia oggi pelle per continuare quello che è stata...

Pinarello presenta con orgoglio la prima di una nuova serie di bici uniche ed esclusive, la DOGMA F Luxter Green 1K. La serie “One Of A Kind “ (1K) sarà...

Ursus si prepara a fare il suo ritorno sulle strade dell’evento più importante del ciclismo mondiale. Sabato 5 Luglio, l’azienda italiana sarà infatti al via dell’edizione 112 del Tour de...

La nuova collezione Bianchi Milano unisce eleganza e innovazione. Il kit Race ne è la massima espressione: un completo pensato per chi affronta ogni uscita con spirito competitivo, senza mai...

Specialized rivoluziona ancora una volta il concetto di sella ad alte prestazioni con l’introduzione della nuova S-Works Power EVO con tecnologia Mirror: un prodotto pensato per chi cerca la massima libertà di...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
di Giorgio Perugini
Oggi Castelli Cycling presenta con orgoglio la sua famiglia Gravel, professionisti e non della ghiaia con cui il marchio condivide...
di Giorgio Perugini
Chi pratica molti sport sa quanto sia utile possedere elementi in grado di coprire al meglio diverse attività sportive, un...
di Giorgio Perugini
Se non vi serve una grande impronta a terra ma vi basta un copertone veloce ed in parte poliedrico per...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy