La nuova Colnago C64 è stata presentata ufficialmente ed è pronta a stupire con la sua leggerezza ancora superiore, con le sue tante innovazioni a livello strutturale e con la possibilità di una personalizzazione totale. Ma come si comporta in strada?
Grazie all'evento di anteprima a Lanzarote, nelle Canarie, abbiamo potuto testare la novità per un giro tra le strade dell'isola in un paesaggio talvolta lunare, con la scura roccia vulcanica che fa da protagonista, con le vigne protette dal vento insistente da una sorta di crateri simmetrici e costeggiando sentieri popolati da cammelli e turisti in quad.
È stata una gustosa occasione per saggiare per qualche ora l'esperienza a bordo del nuovo gioiello progettato e sviluppato in due anni di studi e sperimentazioni. Vi abbiamo già raccontato tutte le novità nell'articolo dedicato (CLICCA QUI), i grammi tolti alla già leggerissima precedente C60 sono tanti e la prima percezione è naturalmente quella del peso.
Per raggiungere la hall dell'albergo e unirsi agli altri giornalisti e allo staff Colnago si doveva superare una piccola rampa di scale così ho poggiato il triangolo sulla spalla: la sensazione era di un peso praticamente nullo, una minima percezione sulla clavicola e il repentino pensiero: sempre più leggera, oltre ogni limite, quanto sarà stabile?
La risposta è arrivata dopo poche pedalate perché una qualità spicca su tutte le altre ed è ciò che rimane indelebile dopo la sgambata: la C64 è comoda, è davvero molto comoda. Si entra subito in sintonia col mezzo, si apprezza quanto tutto sia calibrato, bilanciato ed equilibrato. La fusione col mezzo fa dimenticare l'uso di quello che è un necessario tramite interposto. Succede spesso che una nuova bici richieda un po' di fisiologico tempo di abitudine, invece con la C64 vengono in mente i film di Clint Eastwood: la regia più pulita è quella che si nasconde tanto da diventare invisibile e al completo servizio della storia e degli eventi.
Lo stesso Ernesto Colnago, d'altra parte, lo aveva dichiarato alla presentazione: «Ho voluto progettare una bici che fosse la più comoda possibile per tutti i ciclisti di tutti i tipi e esigenze». Missione compiuta, senza dubbio. Grande la curiosità a proposito di una delle innovazioni più stupefacenti ossia l'asimmetria tra i foderi bassi del carro, che presentano infatti una sezione differente con quello fodero sinistro con sezione maggiore di quello destro.
La motivazione è presto detta: il pedale destro agisce in modo diretto sulla trasmissione, quello sinistro è collegato dal perno del movimento. Questa differenza fa sì che la propulsione della gamba destra sia inevitabilmente più intensa della sinistra, perché non mediata o filtrata.
Con la soluzione di C64, si controbilancia questa differenza. Come viene percepito durante la pedalata? La sensazione è di una maggiore fluidità, di una rotondità più apprezzabile a ogni giro, qualcosa che potrebbe fare anche la differenza soprattutto a livelli dei professionisti.
Infine, una piccola nota più di colore. Tornando in albergo e seguendo le indicazioni del navigatore dello smartphone, sono finito in una strada sterrata. A Lanzarote, sterrato vuol dire una sorta di granulato di roccia vulcanica, visto che l'isola è formata da questo tipo di materiale scuro e poroso. Ebbene, è stata un'inaspettata piccola fase di test per saggiare il comportamento della C64 su un terreno difficile e ostico, soprattutto per una superleggera.
Invece, il comfort estremo espresso su manto stradale perfetto viene ribadito anche su un fondo irregolare, dove serve più equilibrio e una fusione ancora maggiore col mezzo. Insomma, davvero una bella sorpresa e una piacevole sensazione di “cucito su misura” che renderà le pedalate – di qualsiasi livello – ancora più autentica e soddisfacente.
da Lanzarote, Diego Barbera