Diciamoci la verità, la continua ricerca messa in atto dalla NASA, ente spaziale americano, ha prodotto in quasi sessanta anni di storia molte delle innovazioni tecnologiche che hanno facilitato la nostra vita. Trasmissione dati senza fili, strumenti per la fisioterapia e tanto altro ancora!
Space Fabric è una sorta di super tessuto prodotto con una modernissima stampa 3D, una sperimentazione a cui i tecnici sono arrivati per proteggere gli astronauti e le navi spaziali dagli impatti con eventuali detriti. Basta osservarlo nelle due immagini, si tratta di un elaboratissima struttura che potrebbe avere infinite potenzialità ma soprattutto potrebbe, come spesso accade, dare il via ad una serie di futuribili evoluzioni.
Il progetto è in fase di sviluppo e per quanto sia possibile non sarebbe male che questa tecnologia uscisse dalla NASA per essere disponile alla produzione di massa. Il lato lucido riflette la luce mentre quello lavorato all’interno favorisce l’assorbimento agendo di fatto come uno strumento di controllo termico. Osservando la trama è facile intuire come questo tessuto possa facilmente avvolgere le diverse parti del corpo, fungendo da vera protezione in parti estremamente delicate.
Negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di poter vedere e toccare con mano tessuti che resistono alle abrasioni, tessuti che rispondono certamente al desiderio di protezione che tutti noi desideriamo. Mi esprimo senza dubbio a favore di questi ultimi strumenti, ma spero che siano comunque sovrapposti a opportuni pannelli assorbenti che evitino il trasferimento termico che deriva dagli sfregamenti direttamente alla cute.
Con questo tessuto 3D stampato in metallo queste problematiche potrebbero essere risolte con una singola lavorazione. Di una cosa siamo certi, i nostri capi e tutti gli strumenti che utilizziamo per pedalare subiranno nel prossimo futuro importanti modifiche diventando più leggeri, più protettivi e probabilmente potranno anche reagire in brevissimo tempo ai cambiamenti climatici.
Una cosa è certa, noi continueremo a pedalare!
Giorgio Perugini
Credits: NASA/JPL-Caltech