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VALSECCHI. «POTEVO VINCERE DI PIU' MA HO SEMPRE MESSO LA SQUADRA AL PRIMO POSTO»
di Alessandro Brambilla | 20/10/2021 | 08:03

Walter Zini, team manager della BePink, non ha dubbi: “Silvia Valsecchi è ancora atleticamente forte, tutt’altro che logora malgrado le 21 stagioni tra le elite”. La ragioniera lecchese Silvia Valsecchi, benchè consapevole di essere importante negli equilibri tattici di una squadra e valida atleticamente, non gareggerà più: “Solo qualcosa di clamoroso potrebbe indurmi a proseguire con l’agonismo”, dice Silvia, che è tra le atlete che vantano il maggior numero di presenze nella Nazionale italiana su strada e pista.

Le gare francesi dell’ultimo weekend hanno rappresentato per la passista di Costa Masnaga le ultime esibizioni agonistiche. L’ultima sua vittoria su strada è il Gran Premio di Alberobello disputato il 21 giugno 2021, 24 ore dopo il Campionato italiano.  “I miei successi – precisa la signorina Valsecchi – potevano essere più numerosi. In svariate situazioni mi è mancata una punta di egoismo. Io ho sempre messo le strategie di squadra al primo posto, invece dovevo essere più cocciuta. Comunque non è vero che ho vinto poco perché sono ferma in volata. Io so sprintare, ho uno spunto eccellente tuttavia nel mio credo ciclistico vincere una gara significa staccare tutte le avversarie e arrivare sola al traguardo”.   

Silvia è nata a Lecco il 19 luglio ’82 e ha debuttato tra i “Giovanissimi” con la maglia rosso-orange dell’Unione Ciclistica Costa Masnaga. E’ diventata una elite nel 2001 e su strada ha vinto anche due Campionati italiano a cronometro. Riguardo le sfide a tempo, Silvia vanta altresì i successi nelle cronometro della Vuelta a El Salvador 2012 e al Giro di Bretagna 2016.

Da elite la signorina Valsecchi ha sempre corso per il team gestito da Walter Zini, con variegate sponsorizzazioni (anche Astana e Menikini), eccezion fatta per gli anni 2010 e 2011 in cui era una punta della Top Girls-Fassa Bortolo. Le cronometro rappresentano il fiore all’occhiello di Silvia. “La vittoria più bella della mia carriera – dichiara infatti – è il secondo Campionato italiano a cronometro, quello del 2015. La maglia tricolore nella gara a tempo l’avevo conquistata anche nel 2006, ma senza patemi, con sicurezza, invece nel 2015 mi sono laureata Campionessa d’Italia al termine di una sfida spasmodica, sul filo dei secondi, battendo una ragazza della classe di Tatiana Guderzo. Mi è piaciuta molto poiché inaspettata anche la vittoria di tappa al Tour de Ardeche del 2017. Era una tappa in linea e a sette chilometri dall’arrivo il gruppo era compatto. Alcune atlete sono evase e appena le abbiamo riprese sono scattata rendendomi imprendibile”.

La ciclogirl della BePink rivede il film della sua carriera e sceglie un altro momento emozionante: “La medaglia di bronzo che abbiamo conquistato noi della BePink al Mondiale della cronosquadre di Ponferrada 2014. E sempre in cronosquadre dei Mondiali, la quarta posizione di Doha 2016. Seppur prive di medaglia a  fine corsa, noi della BePink eravamo soddisfatte della performance. Ho corso quella gara con ragazze importanti”. La BePink aveva schierato Valsecchi, Sanguineti, Pattaro, Zabelinskaja, Neben e Williams.

Chiaramente Walter Zini è il principale maestro di Silvia. “Tuttavia sono stati molto belli e formativi pure i due anni trascorsi alla Fassa Bortolo di patron Lucio Rigato. Chiaramente alla BePink anche per gli anni di permanenza più numerosi ho affinato maggiormente il bagaglio”.

Silvia è il trait d’union tra il ciclismo di Fabiana Luperini, che è stata sua compagna di squadra, e quello di Elisa Balsamo e Elisa Longo Borghini, le star made in Italy dell’era attuale. “Nel ciclismo dei miei primi anni da elite – sottolinea la “Valse”- potevamo permetterci di andare alle gare al 70% della condizione e di fare comunque una discreta figura. Nel ciclismo femminile attuale se non si è almeno al 90% della condizione non conviene gareggiare poiché si rischiano brutte figure”.

Su pista Silvia è una delle italiane più vincenti della storia. Nell’inseguimento individuale si è laureata 6 volte Campionessa d’Italia, altri due tricolori li ha vinti nell’inseguimento a squadre, quattro nello scratch, uno nella velocità a squadre. Inoltre ai Campionati d’Europa col quartetto vanta due medaglie d’oro, due di bronzo, una d’argento, oltre ad un terzo posto nell’inseguimento individuale. Col quartetto è arrivata terza in un Mondiale e sesta all’Olimpiade di Rio de Janeiro. Fino al 2019 Silva è stata primatista italiana nei 3000 metri d’inseguimento individuale. E’ la specialità in cui ha anche vinto un gran premio internazionale in Belgio. Col quartetto è riuscita a vincere pure prove della Coppa del Mondo. “Nel quartetto – assicura – non mi sono mai sentita l’ elemento guida. Siamo state uno splendido  collettivo”.

E’ logicamente una delle atlete più utilizzate dal ct Dino Salvoldi. “Con Dino – precisa Silvia – sono sempre andata d’accordo e se fosse per me potrebbe benissimo continuare a fare il ct. L’unica cosa che non apprezzavo del suo metodo di lavoro era che mi faceva preparare in svariate specialità per poi comunicarmi solo in extremis a quale competizione avrei partecipato. Per svariati motivi anche psicologici è meglio sapere subito la specialità in cui ci si deve cimentare. E soprattutto bisogna avere la certezza di gareggiare già mentre ci si prepara”.

Silvia ha avuto tante compagne di squadra: “Quelle con cui ho legato di più sono Sigrid Corneo, che per 10 anni è stata mia compagna di squadra e ora è direttore sportivo della BePink, oltre ad essere moglie di Walter Zini, e poi Simona Frapporti. Della “Frappo” sono stata compagna di squadra anche alla Fassa Bortolo”.

Il ciclismo ha tolto molto alla Silvia Valsecchi donna? “Mi ha tolto molto in merito al titolo di studio. Dopo il diploma in ragioneria conseguito all’istituto di Monticello Brianza mi sono iscritta alla facoltà di economia a Milano. Per due anni ho conciliato attività ciclistica e Università. Poi però sono andata a correre negli Stati Uniti per più di due settimane e al ritorno non sono più riuscita a ritrovare il ritmo giusto con gli studi. Situazione scolastica a parte, praticare ciclismo significa anche sostenere sacrifici. A me il ciclismo piace quindi mi sono sacrificata volentieri”.

E Silvia Valsecchi cosa farà da grande? “Ci sono contatti con delle aziende, ma non ho ancora preso decisioni”.

 

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