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GIRO D'ITALIA. LA TANTO ATTESA (E TEMUTA) TAPPA DELLE STRADE BIANCHE SENESI
di Bibi Ajraghi | 18/05/2025 | 08:25

Tra tutte le tappe della prima metà del Giro d'Italia, quella odierna è sicuramente la più temuta dai corridori e la più attesa dagli appassionati. La Gubbio-Siena, infatti, è la tappa degli sterrati. Dei 181 chilometri da percorrere, infatti, ben 29 sono quelli sulle strade bianche senesi, suddivisi in cinque settori.

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Da Gubbio ci si avvicina al territorio senese attraverso Cortona e Sinalunga su strada abbastanza ampia con molte variazioni di direzione e pendenza. Dopo San Giovanni d’Asso si percorre il tratto di sterrato di pieve a Salti (8.0 km) impegnativo, ondulato, molto nervoso e con parecchie curve e saliscendi. Dopo il secondo passaggio in Buonconvento si affronta il settore di Serravalle (9.3 km) che termina appena prima dell’inizio del settore successivo (San Martino in Grania, 9.4 km) in mezzo alle crete senesi. Si attraversa Arbia per arrivare al breve tratto di Monteaperti di soli 600 m, ma con uno strappo sterrato con pendenze a doppia cifra. Si ritrova poi l’asfalto fino all’imbocco dell’ultimo sterrato a Colle Pinzuto (2.4 km con pendenze fino al 15%). Una volta usciti ci si dirige verso Siena per gli ultimi chilometri cittadini che si snodano per la prima parte all’esterno dell’abitato di Siena su strade larghe e lunghi rettifili collegati tra loro da ampie curve, prima in discesa e poi in leggera salita fino ai 2 km dall’arrivo dove viene imboccata la via Esterna di Fontebranda con pendenze fino al 9%. A 900 m dall’arrivo si supera la Porta di Fontebranda e inizia la pavimentazione lastricata. La pendenza supera il 10% fino a raggiungere attorno ai 500 m dall’arrivo, in via Santa Caterina, punte del 16%. Segue una svolta decisa a destra nella via delle Terme e l’immissione in via Banchi di Sotto. Dai 300 m la strada è sempre in leggera discesa e porrta allo spettacolare e scenografico traguardo di Piazza del Campo.

IL TERRITORIO. Monumenti notevolissimi, ma di epoche assai diverse, raccontano con la loro sfacciata bellezza la storia di Gubbio, sede di partenza della nona tappa del Giro. Punto i riferimento dei visitatori è Palazzo dei Consoli, imponente edificio gotico del XIV secolo, che con la sua maestosa facciata domina Piazza Grande, una delle prime piazze pensili d’Italia. Visto da qui il panorama sulla vallata che si distende ai piedi della città è straordinario, ma vale la pena concedersi un viaggio nel tempo, per respirare le atmosfere antiche dei quartieri medievali, ammirare il rinascimentale Palazzo Ducale e, appena fuori dal centro il Teatro Romano (i sec. a, C.) ancora oggi utilizzato per spettacoli e rievocazioni. La passeggiata consente di ammirare anche le botteghe dei maestri ceramisti che da almeno nove secoli sono i principali protagonisti della Gubbio artigiana.

Un’attività, questa, storicamente molto diffusa in tutta la regione, tanto che è stata creata la Strada della ceramica umbra, a celebrazione e sostegno del lavoro di artigiani che non hanno mai cessato di perpetuare una tradizione di altissimo livello artistico. Lungo la Strada delle ceramica si trova anche Umbertide, posta lungo il percorso di gara a poco più di 20 chilometri da Gubbio. Sosta obbligata, dunque.

Il transito da Tuoro sul Trasimeno regala momenti di relax sulle rive del più esteso lago dell’Italia Centrale, quindi si entra in Toscana. Sono terre luccicanti quelle che attendono la corsa: Arezzo e la sua provincia, infatti, sono uno dei più rinomati poli mondiali dell’arte orafa. Succede dal lontanissimo tempo degli Etruschi. Da un gioiello all’altro, seppur di ben diverso genere. Sinalunga è la culla di origine della razza Chianina, eccellenza della zootecnia: l’autentica bistecca alla fiorentina può essere preparata solo con questa carne. La tappa gastronomica di metà giornata potrebbe degnamente essere fatta qui.

Da un sapore all’altro. San Giovanni d’Asso è una delle capitali italiane del Tartufo, al quale dedica un originale museo allestito nei sotterranei del trecentesco Castello di San Giovanni. Appena usciti dal paese si incontra il primo dei tratti sterrati che caratterizza il finale della tappa. Sono le famose Strade bianche del Senese, che metteranno a dura prova i corridori. Per tutti gli altri è lo spettacolo delle Crete Senesi, con il loro scenografico susseguirsi di balze e calanchi argillosi a catturare l’attenzione per molti chilometri.

Ecco, infine, Siena con il suo straordinario patrimonio artistico e culturale. Piazza del Campo, celebre per la sua forma a conchiglia, per il Palazzo Pubblico, e la maestosa Torre del Mangia è il punto di passaggio obbligatorio, anche per chi in questa città è già stato molte volte. Poi è bello vagare senza meta, le meraviglie compariranno all’improvviso dietro ogni angolo. Per un tuffo nell’anima autentica della città occorre però visitare almeno uno dei musei delle contrade. Ce ne sono 17, sparsi nei Terzi di Città, San Martino e Camollia. Basta però trovarne uno per toccare con mano l’amore di ogni senese per la sua città: qualunque siano i colori della contrada.

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