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QUARANT'ANNI FA, SARONNI RE DEL LOMBARDIA IN MAGLIA IRIDATA
di Alessandro Brambilla | 08/10/2022 | 08:10

E’ il sedici ottobre 1982, si corre il Giro di Lombardia: lo vince Beppe Saronni in maglia da Campione del Mondo davanti a Pascal Jules, Francesco Moser, Jean Luc Vandenbroucke e altri campioni. “Non mi sembra vero, sono passati 40 anni anche dalla mia vittoria al Lombardia in una splendida giornata di sole. Il tempo vola !”, esclama Beppe Saronni.

Il 1982 viene ricordato per la grande vittoria degli azzurri di Bearzot nel Mondiale di calcio e il successo di Saronni nel Mondiale di Goodwood. Ma è giusto evidenziare anche la splendida vittoria di Beppe nella classica delle foglie morte che quell’anno si corse da Milano a Como, 248 chilometri, con le salite attorno al Lario.

“Tra  tutti i percorsi proposti dalla Gazzetta dello Sport Rcs – puntualizza Saronni, nato a Novara il 22 settembre 1957 – quello che gira esternamente al Lago di Como in senso antiorario rimane il migliore. E’ anche il percorso che consente paragoni con le vittorie di Merckx, Motta, De Vlaeminck, Gimondi e altri miti. Io sono lombardo, da piccolo andavo a vedere il “Lombardia” con mio papà, e sono contento di averlo vinto con la maglia da Campione del Mondo”.

Il Giro di Lombardia del 16 ottobre 1982 non fu la prima vittoria di Beppe in maglia iridata. Il corridore di Parabiago pochi giorni prima si era imposto nella prima tappa della Ruota d’Oro a San Felice del Benaco, sul Lago di Garda.

Saronni galvanizzato dai grandi successi ottenuti nel 1982 si presentò al via del Lombardia col morale altissimo. Era della Del Tongo-Colnago diretta dal bergamasco  Pietro Algeri, uomo voluto da Ernesto Colnago a metà stagione ’82 per sostituire Carletto Chiappano purtroppo deceduto in un tragico incidente stradale nei pressi di Voghera, nell’Oltrepò Pavese.

I preliminari di partenza del Lombardia 1982 si svolsero al Comando dei Vigili di Milano, in Piazza Beccaria, con patron Vincenzo Torriani a dettare i ritmi all’organizzazione. Dopo il via la corsa puntò verso il Ghisallo e Bellagio prima di rientrare ad interno lago verso Lecco, punto d’inizio del giro esterno del Lario. Dopo le salite di Ballabio, Val d’Intelvi e Schignano si formò il gruppo dei migliori 25, compresi Kuiper, Criquielion, Moser, Baronchelli, Visentini, Jean Luc Vandenbroucke.

Il bresciano Roberto Visentini cercò invano di sorprenderli tutti prima del San Fermo. Sull’ultimo colle di giornata il cremonese Roberto Ceruti diventò l’aiutante principale di Saronni. “Il bravissimo Ceruti – fa notare Beppe – si staccò a metà San Fermo. Davanti rimasi solo io della Del Tongo Colnago. Mi sono preparato benissimo la volata. Visentini l’abbiamo ripreso a 1500 metri dall’arrivo”. In vista dello sprint in via Lungolario Trento il Campione del Mondo in carica temeva soprattutto Moser. Invece l’avversario principale fu Pascal Jules, francese della Renault. Beppe trionfò con Jules secondo, Moser terzo.

“Fu una gioia immensa”, puntualizza Beppe che sprintò col 53 per 12. “A quell’epoca era il rapporto massimo che avevamo, e sviluppavamo comunque notevole velocità. Il Lombardia era con la Liegi-Bastogne-Liegi la gara più dura , quella in cui la fortuna non contava. La Sanremo era definita “bella e impossibile” poiché prestigiosa ma dall’altimetria leggera. La Milano-Sanremo beneficiava del fascino della Riviera di Ponente bellissima ad inizio primavera, il Lombardia invece rappresentava la vera prova di forza per il corridore certe volte purtroppo con avverse condizioni meteo”.

La vittoria nel Lombardia 1982 venne facilitata dalla maglia iridata? “Per me contò moltissimo correre in maglia da Campione del Mondo e io l’ho onorata nel modo migliore vincendo Lombardia 1982, Milano-Sanremo e Giro d’Italia 1983. Per il mio morale contò sempre avere la maglia iridata”. Saronni nel 1982 , contando anche qualche circuito  a ingaggio organizzato da Nino Recalcati, superò quota 30 vittorie. Oltre al trionfo nel difficile Tour de Suisse (per prestigio viene subito dopo Tour de France, Giro d’Italia, Vuelta a Espana) ottenne quelli in Milano-Torino, Coppa Sabatini, Coppa Agostoni, Giro di Sardegna, Tirreno-Adriatico, Giro del Trentino. Al Giro d’Italia vinse tre tappe. “Erano corse in cui i migliori si affrontavano sempre”, sottolinea.

ORDINE D’ARRIVO – 1. Giuseppe Saronni km 248 in 6 h 5’ 7”, media 40, 574; 2. Pascal Jules (Francia; Renault); 3. Francesco Moser (Famcucine-Campagnolo); 4. Jean Luc Vandenbroucke (Belgio; La Redoute-Motobecane); 5. Alfio Vandi (Selle San Marco-Wilier Triestina); 6. Gianbattista Baronchelli (Bianchi-Piaggio); 7. Jean Marie Grezet (Svizzera; Cilo - Aufina); 8. Hubert Seiz (Svizzera; Cilo Aufina); 9. Claude Criquielion (Belgio; Splendor); 10. Hennie Kuiper (Olanda; Daf Trucks).     

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