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PIPPO POZZATO FA 40
di Alessandro Brambilla | 10/09/2021 | 08:05

Il ragazzo prodigio del ciclismo è a quota 40 anni. Il vicentino Filippo Pozzato è nato il 10 settembre dell’ottima annata 1981. Forte sul passo e in volata fin dalle categorie giovanili, “Pippo” ha stabilito un record diventando professionista all’età di 18 anni e 112 giorni. Il 9 ottobre 1999 “Pippo” disputò a Verona il Mondiale juniores vinto dal coetaneo Damiano Cunego. Pippo in quel Campionato del Mondo arrivò quarto e pochi mesi dopo, il primo gennaio 2000, diventò professionista nella Mapei-Quick Step.

«Faccio tanti auguri a Pippo per il compleanno numero 40 - dichiara Roberto Damiani, che ha diretto il talento vicentino alla Mapei dal 2000 al 2002 -. Pozzato non ha mai corso tra i dilettanti. Pochissimi nella storia l’hanno fatto».

Filippo passò dai brillanti risultati della categoria juniores direttamente al professionismo grazie soprattutto al costruttore di biciclette Ernesto Colnago, e anche per merito dell’industriale calzaturiero Dino Signori (il “signor Sidi”) e del manager Alvaro Crespi che nello staff Mapei era prezioso collaboratore di Patrick Lefevere.

Pozzato ha corso nella massima categoria fino al 2018, indossando altresì maglie di Fassa Bortolo, Quick Step-Innergetic, Liquigas, Katusha, Farnese, Lampre, Southeast e Wilier Triestina, con 45 vittorie su strada comprese una Milano-Sanremo, una HewCyclassics ad Amburgo, due tappe al Tour de France, una al Giro d’Italia, tre edizioni del “Laigueglia” di cui è primatista, due del “Matteotti”, un Campionato italiano, l’ Het Volk, il Giro dell’Alto Var, Grand Prix Harelbeke (E 3 Prijs Vlaanderen), Grand Prix di Plouay, Giro del Lazio e riguardo i cimenti in più giornate nel 2003 ha trionfato in una tappa e nella classifica finale della Tirreno-Adriatico.

«Pozzato - sottolinea Roby Damiani - è stato un grande corridore anche da professionista e io mi rammarico di averlo diretto solo 5 anni nelle squadre Mapei e Fassa Bortolo». Soprattutto nei tre anni che Pippo ha trascorso alla Mapei ha potuto beneficiare dei consigli di Damiani. «Uno della classe di Pippo - continua il diesse di Legnano - meritava di chiudere la carriera col palmares arricchito da un Giro delle Fiandre, una Roubaix e un Campionato del Mondo su strada. Al Fiandre e alla Roubaix si è dovuto accontentare del secondo posto».

Il passaggio diretto di Pozzato da junior e professionista ha aperto una strada. «Dopo Pozzato altri hanno provato a debuttare professionisti a 18 anni - osserva Damiani - però qualcuno si è rovinato. Noi alla Mapei per Pozzato e Cancellara, che ha corso un anno da under 23  approdando poi alla massima categoria, abbiamo pianificato un’adeguata attività. Se la pianificazione non è ottimale il passaggio precoce al professionismo diventa dannoso».

Roberto ricorda il debutto di Pippo tra i professionisti: «Eravamo al ritiro di febbraio con la Mapei a San Vincenzo. Domenica disputerai il Gran Premio Costa degli Etruschi e Donoratico, gli dissi. E lui mi guardò incredulo. Poi nel pre-gara di Donoratico i più esperti della nostra squadra, compreso Davide Bramati, presentarono Pippo agli altri campioni del gruppo».

Pozzato alla Sanremo ha trionfato nel 2006 griffato Quick Step. «Poteva riuscirci anche nel 2003 - assicura Damiani - alla prima stagione nella Fassa Bortolo: è stato frenato da corridori che gli sono caduti davanti prima del Poggio. Senza quell’intoppo poteva andare al traguardo in compagnia di Bettini, che vinse, Celestino e Paolini. Comunque io già nel 2001 avevo detto a Pippo che la Sanremo era nel suo DNA».

Gli addetti ai lavori sono stati spesso critici nei confronti del talento di Sandrigo. «In realtà - sostiene Damiani - nella stragrande maggioranza dei casi Pippo è stato un professionista serio, meticoloso e capace di prepararsi come nessuno».

A fine 2006, l’anno dei successi a Sanremo e Amburgo, Pippo ha lasciato la Quick Step per passare alla Liquigas del team manager Roberto Amadio. «Strappare Pozzato ad una squadra importante come la Quick Step - fa notare Amadio, ora team manager delle Nazionali italiane - fu un’operazione difficile però bellissima. Pippo ci ripagò vincendo l’Het Volk 2007, la classica d’apertura del calendario belga. Quella Het Volk è una delle due vittorie più belle ottenute da lui con la mia Liquigas. L’altra è la tappa di Autun al Tour de France, sempre del 2007». 

Da allievo e junior Pozzato si è laureato più volte Campione d’Italia d’inseguimento individuale e a squadre. E su pista ha disputato pure i Mondiali juniores, vincendo medaglie.

«Con l’attuale mentalità di direttori sportivi e corridori votata alla multispecialità - prosegue Roberto Amadio - un Pozzato sarebbe il  classico corridore con cui puntare alla medaglia d’oro col quartetto dell’inseguimento a squadre e in altre specialità». 

Nel 2012 Filippo  ha scelto di correre nella Farnese di Scinto e Citracca; quell’anno arrivò secondo al Giro delle Fiandre. Vinse Tom Boonen e Pippo litigò nell’occasione con Alessandro Ballan, terzo classificato. «Benchè non fosse più un mio corridore - aggiunge Amadio - in quell’occasione m’impressionò per l’autorevolezza mostrata nei confronti di Boonen da tutti ritenuto padrone delle Fiandre».

Pippo ottenne le ultime vittorie nel 2013, in maglia Lampre: Trofeo Laigueglia, Coppa Agostoni e Grand Prix di Plouay. Dopo altre due stagioni con maglia azzurro-fucsia Lampre è tornato nelle squadre gestite da Scinto e Citracca per l’epilogo della carriera. Cosa che non ha entusiasmato Roby Damiani: «Con tutto ril ispetto per il prezioso lavoro che Citracca e Scinto svolgono coi giovani - afferma il diesse ora in ammiraglia della Cofidis - per Pippo ci sarebbe voluto un team World Tour anche negli ultimi scampoli di carriera». Soprattutto negli ultimi anni gli appassionati di ciclismo al talento di Sandrigo non hanno risparmiato le critiche. «Spesso ingiuste, sicuramente immeritate - puntualizza Amadio - perché anch’io sono tra quelli che ritengono Pozzato bravo e serio. Non dimentichiamoci che ha corso tra i professionisti 19 stagioni: in quanti ci riescono? Senza serietà e metodo è impossibile».   

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