E’ tempo di ciclo-mercato e l’andirivieni fra una squadra e l’altra è all’ordine del giorno, pane quotidiano, in questo periodo, come riportano le cronache ciclistiche di un movimento globalizzato dove è pure e sempre più influente il ruolo e la figura del procuratore.
Il cambio di maglia, nella carriera professionistica, non si è mai prospettato però per Enrico Paolini, più che ottimo corridore che ha pedalato con successo, a livello elevato, nel gruppo dal 1969 al 1979. E’ sempre rimasto fedele alla maglia bianco-nera della Scic di Viarolo di Parma, formazione di primo piano, settore fabbricazione cucine e arredamenti, che per anni è stato il contraltare di un altro squadrone parmense, la Salvarani, attiva nel medesimo settore merceologico. Era una fiera rivalità di campanile che si esprimeva a tutto campo e in vari modi, anche nel ciclismo.
E’ nato a Pesaro, nel quartiere di Santa Maria delle Fabbrecce, nel 1945, Enrico Paolini che nelle categorie giovanili non ha avuto picchi di rendimento tali da formare un palmarès di rilievo ma era un corridore dal rendimento costante. Passa al professionismo dopo lo sblocco – allora il passaggio al professionismo era soggetto a un’articolata e stretta regolamentazione – seguito alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968. E’ stato il suo coetaneo, amico e capitano nell’Orlandini Cucine Componibili (proprio un destino quello delle cucine componibili per Paolini….), il reggiano di Cavriago, sede dell’Orlandini e paese natale di Orietta Berti, Wainer Franzoni a sostenerne l’ingaggio da parte della neonata Scic - E’ l’acronimo di Super Cucine Italiane Componibili di patron Renzo Fornari, il cui impianto produttivo fiancheggia, con grande visibilità, l’autostrada del Sole. Il direttore sportivo della formazione bianco-nera di patron Renzo Fornari, imperniata su Vittorio Adorni, era un altro parmense, Eraldo Giganti, il primo corridore della provincia di Parma a passare fra i professionisti nel 1949 con la Cimatti e poi d.s. in formazioni dilettantistiche, fortemente voluto dall’iridato di Imola.
Era forte il nucleo parmigiano-parmense di quella squadra che, oltre Adorni, schierava Luciano Armani, Emilio Casalini ed Ercole Gualazzini oltre a figure dello staff quali “Felice da Parma”, un factotum estroverso e gioviale, una sorta di p.r. si direbbe oggi. Giganti sarà poi affiancato quale d.s. dal compianto Carlo Chiappano, corridore nella Scic, che appena attaccata la bici al chiodo, senza soluzione di continuità, passa dal sellino al sedile e al volante dell’ammiraglia.
Enrico Paolini si è rivelato ben presto un corridore di specifico valore, dotato di ottimo spunto in volata e resistente anche alle lunghe distanze. Serio, educato, di carattere aperto, era stato subito “adottato” (abitudine ai tempi in voga fra gli inviati della stampa), da un giovane giornalista, allora a La Gazzetta dello Sport, un fuoriclasse come Gianni Mura.
Il suo “bottino” si compone di tre titoli di campione italiano conquistati nel 1973, bissato l’anno successivo il 1974 e poi 1977, sette tappe al Giro d’Italia dove, nel 1971 ha indossato per tre giorni la maglia rosa, cinque al Giro della Svizzera, il G.P. Città di Camaiore, Tre Valli Varesine, Coppa Bernocchi, Giro dell’Emilia, Milano-Torino, Giro della Provincia di Reggio Calabria e altro.
Due posti d’onore danno qualche rimpianto a Paolini: al Giro di Lombardia 1975, il primo trasmesso a colori dalla Rai-TV, dove Francesco Moser lo rimonta sulla linea del traguardo di Como in una giornata flagellata dalla pioggia con la corsa conclusa da soli diciotto corridori e quella nella Gran Fondo Milano-Roma del 1979 (una non-stop lunga 660 chilometri dalla milanese Porta Romana allo Stadio Olimpico della capitale). Sulla pista d’atletica Paolini fu infilato dal vigevanese Sergio Santimaria che approfittò anche di un attimo d’esitazione, causata da un elemento esterno, di Paolini. L’ultimo, estremo, “rush” del pesarese non riuscì a riportarlo in testa.
Nella sua lunga permanenza alla Scic Enrico Paolini ha sempre costituito un elemento di coesione e raccordo.
Tanto è stato “fedele” da corridore professionista quanto è stato “girovago” come direttore sportivo con esperienze alla Carrera, Jollycomponibili, Del Tongo, GB-MG Boys, Scrigno, Cantina Tollo, Acqua e Sapone, Domina Vacanze e infine LPR.
Si gode ora il meritato riposo, dopo tanto ciclismo, nella sua Pesaro Enrico Paolini, un corridore di valore – e fedele - del nostro ciclismo.
Giuseppe Figini