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LE STORIE DEL FIGIO. LA FORZA DI LUIGI
dalla Redazione | 03/05/2017 | 07:54

E’ un bergamasco D.O.C. Luigi Galuzzi nato a Villa d’Almè nel 1946. La vocazione al ciclismo sboccia relativamente tardi per lui che gareggia dapprima con l’U.S. Paladina nel 1964 e 1965, poi con il G.S. Carvico quale dilettante di II^ serie dal 1966 al 1969. Sono esperienze che lo soddisfano e lo indicano quale corridore resistente, tenace. Nel 1970 e 1971 passa alla Sedrinese Rulmeca del presidente Antonio Ghisalberti, il medesimo dei tempi in cui Felice Gimondi gareggiava fra i dilettanti con la maglia bianco-nera della sua società quando, in azzurro, vinse il Tour de l’Avenir 1964. Luigi Galluzzi ottiene buoni risultati, in Italia e all’estero, specialmente nel 1971 quando conquista cinque vittorie e numerosi piazzamenti di valore, quale l’undicesimo posto nella classifica finale del Giro d’Italia dilettanti.

L’anno seguente, il 1972, è tesserato per il Ciclo Club Appennino Borgo San Lorenzo, squadra di spessore della zona del Mugello, in provincia di Firenze. Conquista un secondo posto nella Vuelta a Navarra, gara nella quale l’anno precedente aveva riportato due successi di tappa. Il 3 settembre di quell’anno, il 1972, “annus horribilis” per Luigi Galuzzi il destino avverso, crudele, si manifesta con una caduta in volata, con strada bagnata, nella Coppa Bettoni, gara organizzata dall’U.C. Bergamasca, storica società orobica a lungo presieduta con unica passione dal cav. Fedele Bettoni, con partenza da Lallio, in pianura, nei pressi di Dalmine, e arrivo a San Giovanni Bianco, in Val Brembana. Questa era l’abituale prima frazione del mattino mentre, il pomeriggio, c’era in programma una cronoscalata. Si parlava già di lui come possibile professionista anche se, lo stesso, con saggezza e realismo tipicamente orobici, nutriva dubbi sull’opportunità d’intraprendere una carriera assai aleatoria, dura, come quella del corridore professionista.

Luigi Galuzzi, a cento metri dall’arrivo, è coinvolto in una caduta nello sprint del gruppo al comando, nelle posizioni di testa, compie una terribile capriola, un salto mortale e finisce contro un marciapiede. Non perde conoscenza, è sempre presente ma una frattura della spina dorsale determina una paraplegia che, da allora, non gli consente l’uso delle gambe. Con grande forza d’animo non si piange addosso, né allora, né mai, anche dopo.

Trascorre un lungo periodo all’ospedale del Centro Traumatologico INAIL di Ostia Lido per sport-terapia e, subito dopo il ritorno a casa, entra nella Società Ciclistica “Unione Sportiva Oratorio Almé”, squadra ciclistica per giovanissimi, esordienti e allievi mettendo a frutto la sua esperienza con l’impegno di crescere i ragazzi in ambiente pulito e rispettoso degli avversari. In seguito poi ne è stato il presidente fino al 2003 anno in cui, purtroppo – rimpiange Galuzzi -, si è poi sciolta.

Intanto avevo ripreso il lavoro presso un artigiano e terminato gli studi serali per il conseguimento del diploma di perito tecnico elettronico industriale.
Nel 1982 è fra gli organizzatori della prima manifestazione sportiva per disabili a Bergamo e, quasi in contemporanea, con altri sette colleghi paraplegici, faceva nascere la Polisportiva Handicappati Bergamaschi, la PHB, dove è stato consigliere prima e poi presidente, organizzando varie manifestazioni, anche di rilevanza internazionale, nel basket, nel nuoto, nella maratonina e altre discipline per paraplegici.

Ha ruoli importanti, a livello nazionale, nella Federazione Italiana Sport Disabili (FISD) e nel CIP (Comitato Italiano Paralimpico), impegnandosi a fondo, com’è nel suo costume, per la promozione della cultura sportiva con convegni, mostre e corsi per insegnanti d’educazione fisica. E tanti, veramente molti altri, sono i suoi molteplici impegni nel settore che gli hanno meritato riconoscimenti sportivi di valore quale la stella di bronzo, poi quella d’argento al merito sportivo del CONI e il premio Fair-Play alla carriera del Panathlon Club di Bergamo.

Le varie iniziative portate avanti da Luigi Galuzzi erano veramente “sue” perché provvedeva dapprima al reperimento dei fondi e degli sponsor in proprio, basandosi sull’attendibilità, il credito e l’affidabilità che ha sempre goduto in vari settori e, quindi, all’organizzazione.
Nel ciclismo Luigi Galuzzi è una presenza, sempre sorridente, costante, nei vari eventi bergamaschi e per anni ha collaborato in special modo con l’amico Gianfranco Fanton in favore del forte e diffuso movimento amatoriale ACSI presieduto appunto da Fanton.

Ora, in questo 2017, pensa che sia tempo di tirare i remi in barca e ritirarsi a Casazza, sul lago d’Endine, dove abita. In pochi però, anche fra i suoi moltissimi amici delle due ruote del folto “gruppone” bergamasco, titolati e no di varie epoche, ci credono…

Non troviamo parole per il finale che, comunque, sarebbero inadeguate per il grande spirito e le realizzazioni di un uomo che si è battuto contro la sfortuna. E ha vinto lui, per distacco, per rimanere sempre in tema di due ruote, sia con quelle azionate dai pedali della sua giovinezza, sia con quelle fatte girare dalla forza delle sue braccia e del suo carattere, sempre sorridendo, comunque.

Giuseppe Figini

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