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COLNAGO V3Rs, IL MONOSCOCCA CHE SA DI LEGGENDA
di Giorgio Perugini | 18/07/2019 | 07:10

 

Ci sono modelli che fanno storia, esattamente come accadde pochi anni fa con la V1-r, il primo monoscocca prodotto da Colnago in collaborazione con Ferrari, un modello che è stato pionieristico sia per via delle soluzioni che della fibra utilizzata. Oggi ci risiamo e la nuova V3Rs è il miglior monoscocca realizzato da Colnago ed una bici che fa sognare. Bella, tecnologicamente avanzata e prestazionale, V3Rs è pronta rendere leggendaria ogni uscita con lei. 

 

Ernesto Colnago è un uomo leale e concreto ed è un imprenditore che ha saputo scommettere sempre sulle proprie idee. È stato così nel lontano ’86 per la fibra di carbonio, poi per le forcelle dritte, successivamente per i freni a disco voluti fortemente nel 2010 e per tanto altro ancora. V3Rs ci è stata presentata nella splendida tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona, un luogo che è poesia ma anche patria dell’artigianalità italiana, un dettaglio su cui il grande Ernesto si sofferma spesso: « servono le idee ma occorre far andare le mani, sempre! ». V3Rs, splendida e leggera, ha un cuore Colnago al 100% ed è veloce ovunque. Salita, pianura, discesa, tutto nel più grande equilibrio.

 

Il telaio ha una linea pulitissima e questo vale per tutte le sue parti, dalla zona sterzo fino al carro posteriore. In questo nuovo modello troviamo una geometria che è ottimizzata per le gomme maggiorate da 28c, uno standard che si è consolidato e ha portato Colnago ad applicare nuove soluzioni come la minore altezza del movimento centrale da terra per migliorare la guidabilità. Da segnalare anche un tubo sterzo leggermente più corto con una forcella più lunga pronta a compensare questo cambiamento. 

 

Il blend di fibre di carbonio utilizzate resta segreto ma credetemi, il suono del ticchettio fatto con le dita sul tubo orizzontale della V3Rs secco secco e  fa intuire la leggerezza del prodotto. Colnago assicura che questo nuovo telaio possiede una rigidità superiore del 12% nel comparto posteriore e del 6% in quello anteriore. 790 grammi per la 50s in versione disc (esiste anche la classica per freni tradizionali di tipo dual pivot) con tutte le parti metalliche collocate e incollate è un risultato superlativo per un telaio come questo. 

Questo è quanto raccontato dai numeri, ma quello che passa la bici è un gran comfort nello smorzare gli urti verticali. Il merito va attribuito a tanti fattori, non ultimo alle coperture Pirelli da 28, fantastiche anche nei tratti di sterrato che abbiamo attraversato.

 

La forcella è bella dritta e completa armonicamente il telaio in un insieme di linee nette e dolci. Quest’ultima pesa 340 grammi e ha una clearance notevole che consente il montaggio di pneumatici da 30c. La zona dello sterzo è governata dall’Headset di Colnago, lo stesso utilizzato per il C64 e perfetto nel realizzare il miglior accoppiamento tra telaio e forcella. Il cockpit è realizzato su progetto di Colnago in alluminio e offre una perfetta integrazione dei cavi, altro motivo da tempo del grande Ernesto Colnago. Questa soluzione è riservata alla versione per freni a disco e produce un avantreno dal design perfettamente aero. 

 

La pipa ospita il passaggio dei cavi nella sua parte inferiore e offre un tragitto perfetto alle guaine. Il carro posteriore è asimmetrico e adotta sezioni ottimizzati per contrastate il tiro catena e l’azione della pinza. Il seat post clamp è stato un punto su cui il progettista Davide Fumagalli ha ragionato molto per arrivare al miglior risultato ed aver sia il minor peso possibile che la maggior forza di chiusura. Il triangolo posteriore è bello piccolo e rigido lateralmente, un pregio per tutte le accelerazioni bruciati e per i cambi di ritmo che avete nelle gambe. Esiste anche una V3R realizzata solo in versione freni a disco e con un telaio identico nelle geometrie ma diverso rispetto alla Rs per la qualità e quantità di fibre di di carbono utilizzate.

 

 

Su strada la V3Rs si è comportata in maniera esemplare, poche storie, tanto che sono bastati due metri per sentirla mia da sempre. Il primo approccio non mente mai, soprattuto se fatto in discesa su una strada bianca bella dissestata. Questa bici non ha lacune e di dimostra veloce in pianura e in salita, il tutto con il massimo equilibrio. L’aerodinamicità è raffinata e ripaga in ogni circostanza in maniera sensibile. Le bici sono state montate con gruppo Campagnolo Super Record EPS con velocissime ruote Bora WTO e sella Prologo, un assemblaggio prestigioso. L’avantreno risulta agile e comunicativo e offre una notevole precisione nella guida mentre il retrotreno è granitico. 

 

Tanto carattere potevo aspettarmelo dalla classica bestia aero da pianura, ma la V3Rs con la sua leggiadria vola in salita e in discesa segna traiettorie millimetriche. Le tante discese incontrate e le curve del percorso di prova hanno offerto un feedback fedele: in frenata e in percorrenza V3Rs corre come una moto. Ovviamente le bici test avevano altezza sella precisa al millimetro ma non si è potuto richiedere la stessa cosa per il manubrio, troppo alto per ottenere la perfetta posizione. Comunque, anche in questo caso non ho registrato dolori alla schiena nonostante gli 80 km di su e giù su asfalti non perfetti e qualche tratto di strade bianche.

V3Rs nasce come un prodotto RACE, ma strizza l’occhio al mondo endurance, infatti, basta passare dai 25c ai 30c per guadagnare tonnellate di comfort. Queste sono le mie prime impressioni, giudizi che spero di approfondire a breve in un bike test dedicato. Per le colorazioni e i montaggi vi rimando al sito Colnago, ma vi segnalo fin da subito che le colorazioni sono davvero eleganti.

La presentazione è stata intima e sontuosa in un contesto di rara bellezza paesaggistica grazie ai 220 ettari della proprietà Ciacci Piccolomini d’Aragona incastonata tra il Poggio d’Arna e il fiume Orcia, il tutto governato da un maestoso Monte Amiata. Qui, tra i vigneti situati nella Val d’Orcia, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ci è stata presentata V3Rs, una delle bici più rappresentative del momento e l’ennesima creatura di Ernesto Colnago, patrimonio mondiale del ciclismo. 

www.colnago.com

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