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POGACAR. «VOLEVO CHE FOSSE TUTTO PERFETTO E COSI' E' STATO»
di Francesca Monzone | 18/07/2025 | 20:00

Tadej Pogacar ha inferto un altro duro colpo ai suoi avversari, conquistando anche la cronoscalata con arrivo a Peyragudes, lunga 10,9 chilometri e con una pendenza massima nel finale del 13%.

Per lo sloveno, questa è la quarta vittoria in questo Tour de France e sicuramente ne arriveranno altre ancora e poi ci sarà la vittoria finale a Parigi.

«La tappa di oggi era un grosso punto interrogativo fin dall'inizio per noi – ha detto il campione del mondo dopo il traguardo - Già a dicembre per me c’erano dei dubbi e oggi volevo che tutto fosse perfetto e la squadra ha dato il massimo proprio negli ultimi istanti per farmi essere al top».

Lo sloveno è partito per ultimo con il body giallo, perché è il leader della classifica generale e questo colore quasi certamente lo porterà fino a Parigi quando potrà dire di aver vinto il suo quarto Tour de France. «Ho iniziato bene la giornata, ho avuto una giornata facile fin dal mattino e poi una buona preparazione. Ero davvero concentrato perché puntavo a dare il massimo dall'inizio alla fine e pensavo solo a spingere il più possibile sui pedali, questo era quello che avevamo deciso con la squadra. Alla fine ho quasi perso la testa, ma quando ho visto il cronometro in alto quando passavo, mi ha dato una bella spinta in più perché ho capito che avrei vinto». Per Pogacar questa è la quarta vittoria e ogni volta, il successo è arrivato con distacchi importanti.

Oggi sul traguardo di Peyragudes ha finito con un vantaggio di 36” su Vingegaard, che ha comunque fatto un’ottima gara e 1’20” su Primoz Roglic, che ha chiuso la sua gara in terza posizione. Invece è stato particolarmente importante il distacco con Remco Evenepoel, che ha chiuso la sua cronoscalata con 2’39” da Pogacar.

Il campione del mondo sapeva perfettamente cosa fare in corsa e ha scelto di correre con una bici normale e non con quella da cronometro e non ha voluto neanche l’auricolare per rimanere in contatto con la sua ammiraglia.

«Quella della scelta della bici è stata la decisione più importante da prendere. Quale bici usare oggi? Ovviamente corriamo su bici da strada per la maggior parte dell'anno, tipo il 99% del tempo usiamo bici da strada, quindi alla fine abbiamo fatto dei calcoli. Se non riesci a spingere tanto quanto sulla bici normale, allora è meglio cambiare. Se non riesco a spingere con una bici da cronometro tanto quanto con una bici da strada, allora il tempo sarà più o meno lo stesso e ha senso usare la bici con cui sei più comodo. Ho deciso di sentirmi più a mio agio, nel modo in cui ho corso le ultime tappe. Alla fine, ha funzionato bene per me. I distacchi sono ottimi, molto interessanti e questo vuol dire che ha funzionato».

I distacchi sono stati importanti e al termine di questa cronoscalata, ci sono state importanti variazioni in classifica generale.

Vingegaard è rimasto al secondo posto con un gap di 4’07”, mentre Remco ora ha un ritardo di 7’24” e rischia di scendere dal terzo gradino del podio, perché  appena 6 secondi dietro c’è Lipowitz.

«Non ho fatto caso al primo tempo intermedio e ai distacchi, oggi ho deciso di partire senza radio, quindi mi sono affidato solo ai tempi che vedevo sui tabelloni, quando vedevo che il mio nome era in verde allora era positivo e mi dava motivazione. Nei punti cronometrati ho visto che al primo passaggio avevo già a cinque secondi o qualcosa del genere e questo mi ha motivato, e poi  il secondo era un po' più lungo e ho capito che il ritmo era buono e che stavo facendo una buona cronometro. La tattica era quella di andare a tutta fin dall’inizio».

Il campione del mondo ha deciso di correre basandosi solo ed esclusivamente sulle proprie sensazioni e questo ha funzionato bene, perché la sua vittoria è stata veramente incredibile.

«Alla fine ci sono quasi riuscito, il mio intento era quello di non finire le energie. Ma forse negli ultimi 3 km ero affaticato, in particolare tra il secondo e il terzo, ho fatto un respiro profondo, mi sono rilassato un po' e ho semplicemente ridotto un po' la potenza. Sapevo che l'ultima salita sarebbe stata super ripida e volevo arrivare all'ultima parte, quella più difficile avendo un buon margine e ci sono riuscito».

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