Remco Evenepoel ha concluso il Delfinato con il quinto posto nell’ultima tappa e il quarto nella classifica finale. Nel suo carniere c’è anche una vittoria nella cronometro individuale, ma questi risultati non possono bastare per salire sul podio finale del Tour de France.
Il belga ha ammesso di non essere stato troppo bene negli ultimi giorni e le cause vanno ricercate nella caduta dello scorso giovedì, ma anche nell’allergia ai pollini che gli ha creato problemi respiratori e agli occhi.
Anche ieri il belga si è dovuto adattare all'accelerazione di Pogacar e Vingegaard, ma al tempo stesso, è riuscito a tenere a bada Lipowitz, limitando in modo significativo il distacco dal vincitore finale. «Forse ho sottovalutato un po' la caduta di giovedì. È stata piuttosto seria e poi ho avuto molti problemi a causa della mia allergia ai pollini». Il belga ha spiegato che fin da piccolo aveva questi problemi legati alle allergie e che quindi questa non è una novità per lui. «Domenica è andata meglio. Non appena ha iniziato a piovere, i miei polmoni si sono aperti. Da bambino a volte avevo gravi attacchi d'asma. E anche ora tutto parte dalle vie aeree superiori che iniziano a formare muco nel naso, poi continua nelle vie respiratorie e alla fine si blocca un po’ il respiro. Avevamo anche molti hotel con la moquette e questo non ha aiutato le mie allergie. Ne ho sofferto anche l'anno scorso al Delfinato e spero che il livello di polline al Tour sia più basso. Oggi è andata molto meglio e da un certo punto di vista è stato un copia-incolla dell'anno scorso. La sensazione generale è sicuramente positiva. La chiave ora è mantenere la calma e continuare a lavorare».
Dopo il Delfinato, Evenepoel partirà per un ritiro in quota a Tignes, in Francia. Nelle prossime settimane vuole principalmente lavorare sui cambi di ritmo in quota. Per Pogacar e Vingegaard i cambi di ritmo non sembrano un problema, ma il belga vuole migliorare e avvicinarsi sempre di più al loro livello. «Voglio abituarmi ai cambi di ritmo e agli attacchi in salita. Quando Vingegaard e Pogacar attaccano e danno il massimo per tre minuti, quando sei al limite e non riesci a tenere il loro passo, questo toglie sicuramente un po’ di morale. Devo abituarmi a queste cose. Questi cambi di ritmo non sono nella mia natura».