I PIU' LETTI
CAPITANI CORAGGIOSI. DAVIDE BRAMBILLA: «IL SOGNO AMERICANO? GRAZIE A TREK E AD UN GRANDE GRUPPO E’ DIVENTATO... ITALIANO
di Pier Augusto Stagi | 09/10/2023 | 08:10

L’America l’ha respirata su­bito, fin da ragazzino. Il sogno americano che porta a realizzare i sogni, quella mentalità aperta e pronta alla conoscenza, quel mondo che all’epoca appariva lontanissimo, fatto di spazi e pochi confini sono ancora oggi parte del suo essere cittadino del mondo, senza una meta, ma con tante mete. Non una casa, ma tante case. Non un obiettivo, ma tanti obiettivi. Un mondo, quello americano, sempre più avanti e predisposto al nuo­vo e al futuribile.

Ecco, nel passato di Davide Brambilla, anni sessantuno, numero uno di Trek Italia, c’è tanto stelle e strisce e tantissimo futuro. Lo ha respirato fin da ra­gazzino, quando dire IBM (la In­ter­na­tional Business Machines Corporation) portava un profumo di avventura, perché significava avere a che fare con qualcosa di assolutamente innovativo e supertecnologico, tra il magico e il fantascientifico. Negli Anni Settanta IBM era una delle maggiori aziende statunitensi, la più antica del settore informatico. Ed è questa l’aria che il piccolo Davide respira, visto che papà e mam­ma, innamoratisi tra le mura della “Big Blue”, qui lavoravano. Mamma nel settore segreteria, papà in quello della lo­gistica. Oggi, come quegli amori che fanno lunghi giri e poi ritornano, quell’America respirata da bimbetto e che l’ha formato e informato è tornata al suo fianco. A tal punto che ha trovato l’America in Italia, ne ha creato un piccolo grande spazio, tramutando i sogni in ambizioni, sotto forma di biciclette.

Se la Trek Italia è nata il merito è sen­za dubbio suo, anche se lui a questa semplificazione rifugge, «perché da soli non si fa nulla, da soli non si costruisce, tutt’al più si demolisce quanto di buono è stato fatto».

Ma andiamo con ordine, un passo alla volta, una pedalata via l’altra, eccoci questo mese al cospetto di un nuovo “Capitano coraggioso”, un manager non convenzionale, che ha creato un lembo di America a Bergamo.

Da dove incominciamo?
«Da dove vuole lei, forse dall’inizio come in ogni buona storia che si rispetti».

Esatto. Da dove inizia la sua storia?
«Da Milano, zona piazzale Loreto, zo­na est della capitale morale del nostro Paese. Nasco il 1° gennaio 1962, frutto di un amore grande tra mamma Isabella Bozzi, d’origine mantovana, e papà Adriano Brambilla. Si incontrarono e si innamorarono tra le mura di una grandissima multinazionale che si chiamava e si chiama IBM. All’epoca un autentico colosso dell’informatica, dove mamma svolgeva mansioni di segreteria e papà invece era un manager che si occupa prevalentemente di logistica. Era un’azienda molto avanti, non solo nella produzione di software ma nella relazione con i dipendenti, con le loro famiglie. Ricordo che era un’azienda molto presente, che coinvolgeva e faceva sentire tutti parte integrante del progetto, si respirava l’orgoglio di far parte di quella realtà e anche noi ragazzi lo eravamo. Vivere negli Anni Settanta uno sti­le americano non era da tutti. Ricordo alla perfezione i natali che passavamo in azienda, quando a noi ragazzini ve­nivano fatti dei doni bellissimi: mia sorella Silvia ed io ne eravamo davvero rapiti. Sono cose che ci sono rimaste dentro e non abbiamo più dimenticato».

È sposato?
«Nella mia vita ho solo avuto convivenze. Il matrimonio è un contratto del quale non ho mai sentito la necessità, non è mai stato nelle mie corde, così come per mia sorella. Non abbiamo figli, siamo spiriti liberi e non contrattualizzati. Ho una compagna, Ema­nue­la, con la quale giro il mondo».

Come è stata la sua infanzia?
«Bella e serena. Avevo tantissimi so­gni, che io chiamo aspirazioni, tutte riconducibili e legate all’attività sportiva, che in parte mi sono portato dietro fino ad oggi. Il tennis era in cima ai miei pensieri. Ho cominciato a giocare a 10 anni all’Ambrosiano in zona Par­co Lambro. Dopo venticinque anni e grazie alla pandemia, l’ho riscoperto e oggi sono tornato a praticarlo con re­golarità grazie ad un notissimo procuratore del ciclismo, Johnny Carera, che mi ha segnalato vicino ai nostri uffici di Bergamo il club “Città dei Mille”, che adesso frequento con assoluta regolarità, in pausa pranzo o alla fine della giornata».

Ama anche guardarlo o è solo un tennista agonista?
«Amo moltissimo giocarlo, ma non di­sdegno assolutamente guardarlo in tv. Mi piace moltissimo, soprattutto quando giocava Roger Federer, il mio tennista preferito. Il più grande di sempre. Oggi? Come si fa a dire che Djokovic non sia grande?».

Cosa ama del tennis?
«L’uno contro uno. È l’esaltazione dell’agonismo».

Altri sport.
«Lo sci. Ho incominciato a sciare a 5 anni grazie ai miei genitori ed è uno sport che pratico ancora oggi in inverno. Non ho un posto, una meta prefissata, una località, una montagna o una casa, ma giro. Questa è la mia costante: non ho un luogo, ma il mio luogo è il mondo. Il mio spazio è lo spazio».

E il ciclismo?
«Ad un certo punto della mia vita l’ho scoperto, senza mai però appiccicarmi il numero sulla schiena. Amo la libertà del viaggio, la lentezza che ti consente di osservare e anche di pensare. Per un certo periodo ho anche praticato il triathlon, ma poi ho lasciato perdere tutto perché la corsa mi ha messo per così dire in ginocchio. Non amo correre, nuotare e andare in bicicletta invece sì. Ancora oggi sono due esercizi che pratico».

Che scuole ha fatto?
«Ho frequentato le scuole dei Sa­le­siani, sia le elementari che le medie, in via Copernico, vicino a casa. Poi ho scelto l’Istituto Tecnico Co­stanza, in via Vitruvio. Infine l’Univer­sità, facoltà di Fisica Industriale in via Ce­loria. Per­ché fisica? Perché sono sempre stato affascinato dalle materie scientifiche, dal laboratorio e dai materiali e lo scegliere Fisica mi dava questa opportunità».

Perché non ingegneria?
«Perché allora ero, ma lo sono tuttora, molto più attratto dall’astrofisica, la fantascienza in generale mi affascina ancora».

Militare?
«Fatto, diciotto mesi anziché dodici, ufficiale di complemento, alla Cec­chi­gno­la».

Già orientato al comando…
«Diciamo di sì. Non ho mai avuto l’obiettivo della carriera, ma pur di non buttare via un anno della mia vita ho pensato bene di fare un’esperienza di diciotto mesi che mi è servita molto. Ho fatto il militare di carriera come servizio di leva obbligatorio, difatti volevano farmi firmare. Pensi, oggi avrei potuto essere il Generale Bram­billa…».

Le sarebbe piaciuto?
«Perché no?».

Il suo primo lavoro?
«Io ero attratto dalla vendita. Incomin­ciai a lavorare per un’azienda che di­stribuiva fax e fotocopiatrici. Mi as­sunse la Decograf, ci restai un anno e mezzo. Dopo quella prima esperienza molto importante per me sotto l’aspetto della formazione, vengo intercettato e selezionato da un’organizzazione mol­to qualificata come la Rank Xerox, azienda multinazionale. E li mi occupo di commerciale: incomincio come venditore, poi entro nel marketing, infine Product-Manager».

Le aziende americane sono nel suo destino…
«Direi di si, anche perché dopo la Xe­rox, finisco in DHL».

Come arriva nel mondo del ciclismo.
«Arrivo nel 1999, tramite un “head hunter”, un cacciatore di teste. E l’azienda è la Bianchi, per la quale occupo inizialmente il ruolo di direttore commerciale e poi, dopo quattro anni, la famiglia Grimaldi mi nomina amministratore delegato, ruolo che ricopro per altri cinque anni».

Con la Bianchi esplode la passione per la bicicletta?
«Esattamente. Già facevo qualcosa, mi muovevo in bicicletta, ma in quella realtà respiro la storia di un marchio iconico. Conosco in modo particolare un galantuomo come Felice Gimondi, un valore aggiunto per un’azienda che era sinonimo di bicicletta nel mondo del ciclismo, in particolare in Italia e in Europa».

Di cosa vai più fiero?
«Abbiamo fatto tantissime cose belle, ma devo essere sincero, con Stefano Viganò, allora responsabile marketing del marchio di Treviglio (oggi alla guida di Garmin Italia, ndr) decidiamo di realizzare un team attorno alla figura di Jan Ullrich e andiamo al Tour. Quel­la fu un’operazione di memoria, ma an­che di grande attualità, di assoluta corrispondenza con il momento. Fu un’iniziativa che ebbe una grandissima ri­sonanza nel mondo e ne decretò il successo: la conservo come una delle esperienze più stimolanti vissute nella mia lunga carriera manageriale, sicuramente una delle più suggestive nel mondo delle due ruote».

Poi ecco la Trek, nel 2009.
«Di fatto mi chiamano per una vera e propria start-up. Fino a quel momento il marchio Trek era distribuito da Co­mar, poi gli americani decidono di com­prare tutto e creare la sede italiana. Ed è in quel momento che vengo intercettato: il mio compito è quello di dare vita ad una filiale italiana. Fino a quel momento Comar fatturava 7 milioni di euro oggi, dopo quattordici anni di grande lavoro, siamo ad oltre 60».

Che lavoro c’è stato?
«Tanto e molto stimolante. Per darle un’idea, Trek dopo Napoli non era as­so­lutamente conosciuta. Come le ho detto è stata una start-up in piena regola, ma con alle spalle un’organizzazione e una potenza di fuoco pazzesca. Sia­mo partiti da zero, ma non eravamo a zero».

Nel 2009 in quanti eravate?
«Otto persone, oggi siamo in 70».

Cosa significa avere alle spalle un’azienda come Trek?
«È una fortuna e un’opportunità, ma anche un grande responsabilità. Loro ti danno carta bianca, ma poi sta a te guidare una macchina performante nel modo migliore».

Di cosa va più orgoglioso?
«Prima le ho detto che il marchio Trek non era presente al centro e sud Italia e l’aver creato tutta una rete commerciale di altissimo livello per me è chiaramente motivo di orgoglio. Sono però orgoglioso anche di tutte le sponsorizzazioni che siamo riusciti a fare in questi anni, sponsorizzazioni anche molto local, che hanno contribuito alla crescita sociale dei vari territori toccati. Se me lo consente, poi, non posso che essere felice della squadra creata, dello spirito aziendale che si è creato negli anni tra di noi. Ho ragazze e ragazzi fantastici, competenti e appassionati, disponibili e propositivi. I successi di una realtà non sono mai merito di uno solo, ma è la risultante di un gruppo, coeso e determinato. Il merito è mio, il merito è anche loro».

Un pensiero molto americano…
«È quello che ho sempre respirato e che ho fatto mio. È un modo di ragionare per me naturale. Ho sempre pensato che le cose si devono sentire, non vanno pensate. Se fai una cosa pensando, difficilmente sei convincente, ma sei fai una cosa perché è connaturata nel tuo modo di essere, difficilmente non otterrai i risultati».

Con questo spirito lei ha trasformato un distributore in azienda.
«Con questo spirito abbiamo lavorato in tanti, coniugando senso di appartenenza e senso di responsabilità».

Lei è un fisico e ama l’astrofisica, le piace scrutare le stelle?
«Mi affascina l’idea che non siamo soli in questo mondo e che tutto quello che facciamo ci condurrà in un universo più ampio. Mi piace la visione di Elon Musk che sta lavorando per portare i terrestri su altri pianeti. In questo contesto è curioso pensare che la bicicletta resterà sempre sé stessa, con due ruote e tantissima innovazione tecnologica. Il prodotto sarà sempre quello, ma con l’applicazione delle tecnologie che noi stiamo sviluppando oggi. È come se ci fosse un contrasto tra una struttura che resta cristallizzata e la tecnologia che mette in movimento un prodotto che solo all’apparenza è fermo, ma in realtà è evoluto in maniera progressiva. Oggi il 50% del prodotto è ancora non elettrico, ma tra cinque/dieci anni sarà quasi tutto elettrico».

Ipotizza un Giro d’Italia o un Tour sempre muscolare?
«Bella domanda. Devo dire che rispetto a quello che vedo oggi, se solo tre anni fa chiedevi ad un appassionato se possedeva una bici da corsa o elettrica, ti avrebbe risposto probabilmente in malo modo, perché la bicicletta da cor­sa è solo muscolare. Oggi questo concetto è già stato superato, fa parte or­mai della storia. E domani sarà una sto­ria ancora diversa».

Ha un libro del cuore?
«Non uno, ma posso dirle che leggo libri di storia. L’antico Egitto mi affascina molto. Se posso, leggo libri di sto­ria. Se conosci bene la storia puoi capire e anticipare quello che verrà».

Il film preferito?
«2001 Odissea nello spazio, un capolavoro sempre verde. HAL 9000, il su­percomputer di bordo della nave spaziale Discovery è un must. Una pietra miliare».

Il piatto preferito.
«Non amo le cose troppo condite e so­fisticate. Adoro il minestrone e la cotoletta: vede, sono molto milanese. In estate adoro il minestrone freddo».

Mare o montagna?
«Entrambe».

Il posto del cuore?
«Non ho un posto o una casa dove an­dare, io amo andare in giro. Il posto del cuore è il mondo. Lo spazio. Adoro immergermi in nuove realtà».

Un colore.
«Il blu».

Un fiore.
«Il girasole. Il fatto che abbia questo movimento continuo durante il giorno mi affascina».

Musica.
«La disco Anni Ottanta».

Ascolta la musica di oggi?
«Poco, anche se mi affascina tanto Ma­dame, mi trasmette sensazioni molto belle. È suggestiva, con melodie ampie e lontane».

Attore.
«Michael Douglas».
Attrice.
«Cameron Diaz e Charlize Theron».

Ha una squadra del cuore?
«Se si riferisce ad una squadra calcistica no. Non seguo assolutamente il calcio. Niente di niente».

La F1?
«Poco. Preferisco la pallavolo e il ciclismo. Mi piace guardare una bella gara. Le classiche del Nord, il Giro, il Tour: le grandi corse. Oggi ci sono tanti ra­gazzi bravissimi, anche se chiaramente tifo Lidl Trek. Quest’anno siamo andati molto bene, ma per il 2024 l’amico Luca Guercilena ha allestito un grande roster e probabilmente sulla carta po­tremo fare anche meglio».

La corsa dei sogni?
«Due: la Roubaix e il Tour de France».

Ha un sogno nel cassetto?
«Avevo un sogno, ma oggi è tardi: mi sarebbe piaciuto un sacco diventare un campione di tennis. Lo trovo uno sport dinamico, competitivo e di testa: è bellissimo. Anche il golf mi piace un sac­co».

Ci gioca spesso?
«Due volte al mese, perché è un’attività che porta via troppo tempo: ogni 18 bu­che sono almeno quattro ore. Non è poco».

Cosa apprezza degli americani?
«Sono persone dirette, che fanno pochi giri di parole: tanto pragmatismo e un’ottima gestione dei numeri».

C’è una cosa che la manda in bestia?
«La mancanza di sintesi. Ha presente le supercazzole? Bene, quelle cose alla mia età non le sopporto più».

 

GIA' PUBBLICATI

CAPITANI CORAGGIOSI. NICOLA ROSIN: «VOGLIO PORTARE COLNAGO TRA I MARCHI PIU' DESIDERATI DEL MONDO»

CAPITANI CORAGGIOSI. CLAUDIO MARRA: «UNA VITA IN VIAGGIO E ORA VOGLIO PORTARE FSA NELLA TOP 5 MONDIALE»

CAPITANI CORAGGIOSI. CRISTIANO DE ROSA: «DALLA "BUTEGA" ALLA CONQUISTA DEL MONDO»

CAPITANI CORAGGIOSI. DAVIDE ROSSETTI: «SIDI FACCIA VALERE IL SUO ESSERE MARCHIO DI QUALITA'»

CAPITANI CORAGGIOSI. STEFANO VIGANÒ: «LAVORARE IN GARMIN È UNA SFIDA CONTINUA»

 

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Diversi anni fa affrontare l’inverno in bici richiedeva tanto coraggio, altro che storie. I materiali con cui potevamo fronteggiare il freddo, la pioggia ed il ghiaccio erano piuttosto deboli, ma...

Sono 40 anni che Look rivoluziona il mercato con pedali che hanno fatto la storia, un processo che non conosce sosta e trova oggi come massimo interprete il nuovo Keo...

Thermobooster P1 di Assos è un capo davvero innovativo, infatti, altro non è che un laser termico ultra-versatile da utilizzare nelle più diverse situazioni. SI indossa sotto una maglia estiva nelle...

Le scarpe Vaypor SL di Bont sono a mio avviso non solo un prodotto iconico che permette al marchio australiano di essere conosciuto int tutto il mondo, ma si sono...

Colnago celebra con orgoglio la vittoria di Florian Vermeersch ai Campionati del Mondo Gravel UCI 2025, disputati nei Paesi Bassi. Il corridore belga ha conquistato il titolo in sella alla...

E’ da gli anni ’90 che Vision innova con prodotti fortemente aerodinamici ed erano gli anni in cui l’azienda, considerata già allora pionieristica, si concentrava su componenti orientati al miglior...

Oggi Trek ha aggiunto una nuova verniciatura alla sua collezione Project One ICON: Gamut, una combinazione di colori vivaci e multicolori che sarà la combinazione ufficiale del team di triathlon...

Pinarello rinfoltisce la gamma della serie X con il lancio di quattro nuove e accattivanti colorazioni, nuance che esaltano le forme di questa bici all’avanguardia nata per chi pratica ciclismo...

Prologo rinnova e completa la sua linea AGX dedicata al mondo Gravel, Adventure e Ciclocross con tre nuove selle leggere, confortevoli e multidisciplinari studiate per i terreni off-road. La linea...

Oggigiorno viene posta sempre più attenzione al ruolo delle proteine e anche alla loro qualità, soprattutto per quello che riguarda la performance sportiva e in tutte querelle situazioni in cui...

Guerciotti, marchio storico del ciclismo italiano, propone un’iniziativa molto interessante su Silvelle, la sua bicicletta da ciclocross in carbonio monoscocca che ridefinisce il concetto di prestazioni e stile nel fuoristrada....

857 ed 858, non sono solo dei semplici numeri ma la vera interpretazione della vita casual targata Salice. Ecco a voi due occhiali che spiccano per sportività e stile, due...

Se i vostri percorsi prevedono sentieri scorrevoli e ampi tratti di asfalto sarete senza dubbio nella condizione di optare per una copertura semi-liscia, ovvero un prodotto scorrevole che non vi...

L’arrivo in Italia delle selle canadesi Reform è stata la novità della scorsa primavera ed è stata subito una notizia che ha acceso la mia curiosità. Grazie a 4Guimp, distributore esclusivo...

Alé e KZS – Kolesarska Zveza Slovenije, la Federazione Ciclistica Slovena, celebrano con orgoglio la straordinaria vittoria della Slovenia ai Campionati del Mondo di Ciclismo su Strada 2025. Tadej Pogačar...

Specialized con la nuova Aethos 2 rivoluziona il concetto di bici leggera, infatti, con un telaio che pesa appena 595 grammi questo modello rimane la bici da strada con freno...

Pinarello svela oggi le nuove colorazioni per la Dogma X, l’ammiraglia destinata all’endurance ed un progetto innovativo sotto ogni punto di vista. Le forme eleganti di questo apprezzatissimo modello saranno...

Castelli segna una svolta nella dura battaglia contro il freddo e lo fa con una giacca davvero sbalorditiva. Ecco a voi la nuova Alpha 150, un prodotto che combina l'innovativa...

Cosa faresti per arrivare prima in cima prima di tutti e cosa faresti per ottenere il massimo nella guida? Specialized oggi presenta al mondo due elementi che rispondono alla perfezione...

Santini Cycling e Brooklyn annunciano oggi l’accordo per il lancio di una collezione esclusiva per rendere omaggio al Brooklyn Cycling Team e alla gloriosa maglia di quegli anni ’70. Tutto...

Magicshine NetFy è l'attacco sottosella che non ti aspetti, un accessorio con tracker integrato, progettato appositamente per offrire una soluzione antifurto discreta con aggancio integrato per il radar, un dispositivo...

Bike Taxi di Zefal è quella corda per il traino della bicicletta che tanto spopola sui canali social, un piccolo dispositivo da fissare sotto la sella per rendere il ciclismo...

La nuova BH SL1 completa la gamma stradale del marchio con una proposta che combina leggerezza, prestazioni ed ergonomia in un unico telaio. Realizzata in carbonio Toray T400 con tecnologia...

Trek Bicycle ha appena presentato la nuovissima CheckOUT, una bici gravel full suspension pensata per chi desidera vivere avventure epiche lontano dai sentieri battuti. Eliminiamo subito i dubbi, infatti, questa...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




di Giorgio Perugini
In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
di Giorgio Perugini
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
di Giorgio Perugini
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy