I PIU' LETTI
HAUTE ROUTE OMAN. UNA TERRA DA SCOPRIRE. GALLERY
di Carlo Malvestio | 19/04/2019 | 08:00

Quando ho detto ad amici e parenti che sarei an­dato in Oman, la reazione più comune è stata  “Bello! Ma dov’è?”. Non si può neanche biasimarli, visto che l’Oman, dal canto suo, non ha mai fatto chissà che per meritarsi le attenzioni degli europei, in particolare di coloro che magari non seguono le vi­cende della penisola arabica e non han­no mai nutrito un particolare interesse per la geografia. Se si parla di Medio Oriente, il 90% delle persone pensa alle guerre, che sia il conflitto arabo-israeliano o la Seconda guerra del Golfo po­co cambia: in ogni caso l’accezione è spesso associata a qualcosa di negativo. I più ottimisti e abbienti invece po­trebbero pensare agli Emirati Arabi e agli sceicchi, allo sfarzo e imponenza di Du­bai e Abu Dhabi. Di certo, nessuno penserebbe all’Oman, che pure è uno dei paesi più ricchi di storia della penisola arabica. È un’oasi felice, e non so­lo perché c’è tan­to deserto, ma soprattutto perché si tiene distante da quei fa­natismi religiosi che hanno tristemente portato agli onori della cronaca alcuni dei suoi Pae­si confinanti.

Si definiscono “la Sviz­zera della penisola arabica”, proprio per questo loro modo di voler sempre rimanere neutrali e, tra le altre cose, recentemente so­no anche entrati nella lista nera europea sui paradisi fiscali…

Tutto ruota attorno al sultano Qabus, a capo della nazione addirittura dal 1970 e considerato come una sorta di divinità dai cittadini. Il suo avvento è coinciso con la scoperta delle riserve di pe­tro­lio nel Paese che, pur non essendo numerose come quelle degli Emirati Arabi, hanno permesso all’Oman di risollevarsi da alcuni decenni duri e vi­vere una crescita economica importante. In tutto ciò, l’Oman è però ri­masto sempre un passo indietro rispetto alle nazioni confinanti e anche dal punto di vista turistico non ha mai go­duto delle attenzioni degli europei. La capitale, Mascate, che ospita il 50% della popolazione totale dell’Oman, è mal collegata e, nonostante un nuovissimo aeroporto, non ha voli diretti verso l’Eu­ro­pa o gli Stati Uniti. Per arrivarci, quindi, è necessario fare almeno uno scalo, con i prezzi dei biglietti che aumentano inevitabilmente e i visitatori che ci pensano due volte prima di mettere mano al portafoglio. Un problema non da po­co, che però il sultano sta cercando di ovviare con grandi investimenti sul settore turistico.

La missione è semplice: far conoscere al mondo l’Oman. La materia prima c’è, con spiagge dorate, mare limpido, ideale per fare snorkeling, vista la va­stità della fauna marina, ma anche la catena montuosa di Al Hajar permette di far qualche bella escursione tra i wa­di, i canyon tipici di quelle zone.

Ma visto che siamo qua per parlare di ciclismo, in bicicletta si può andare? As­solutamente sì e non è un caso che il Tour of Oman sia stata la prima corsa professionistica ad anumare la Pe­ni­so­la arabica. Le strade nuove, larghe e con un bell’asfalto, rendono le escursioni in bicicletta piacevoli, basta restare fuori dalla trafficatissima Mascate. Alcune cime di Al Hajar, distanti circa 150 chilometri dalla capitale, superano i 2.000 metri, pertanto anche gli scalatori possono trovare terreno fertile per divertirsi. Ecco quindi che il sultano Qabus ha deciso di stanziare dei fondi per il turismo sportivo, puntando in particolare sulla vela e il ciclismo. Così la Haute Route, format di corse a tap­pe per ciclisti amatoriali con molteplici destinazioni in giro per il mondo, ha scelto di organizzare una prima edizione con tre giorni di gara in Oman, che ho avuto la fortuna di seguire.

HAUTE ROUTE OMAN. 

Feb­­bra­io/marzo era il termine massimo per poter organizzare una corsa ciclistica, visto che da aprile ad ottobre le temperature medie superano abbondantemente i 35°, contro i 25° del periodo novembre/marzo. Diciamo che, in ogni caso, in Oman è difficile soffrire il freddo. Organizzata dalla società Oman Sail, finanziata dal governo omanita, la Haute Route Oman si è sviluppata in tre giornate, proprio nel bel mezzo di Al Hajar, con base fissa al Golden Tu­lip Hotel della città di Nizwa. 265 partecipanti provenienti da 26 paesi diversi, con un solo italiano, il laziale Paolo Donati, e il dato record di 1/6 dei partecipanti di sesso femminile. Un ospite d’onore: l’ex campione del mondo di Formula 1 Jenson Button, che si è lanciato nel ciclismo con un marchio di ab­bigliamento tutto suo, Léger, del qua­le ha prontamente regalato un completo a tutti gli appassionati iscritti alla corsa. Organizzazione pressoché perfetta: la partenza delle prime due tappe era subito fuori l’enorme hotel in cui tutti i ciclisti soggiornavano, erano previste sessioni di massaggi post-tappa per chi li desiderasse, meccanici sempre a disposizione per ogni evenienza, zone rifornimento ben attrezzate e in punti strategici, e discese tortuose neutralizzate per non forzare i corridori a prendere rischi. Le strade non erano chiuse, ma le forze dell’ordine scortavano l’intera carovana in totale sicurezza.

In un Paese in cui l’economia è chiaramente dominata dalle riserve di petrolio, Nizwa e dintorni continuano a di­stinguersi per la loro agricoltura, con un sistema di canalizzazioni, chiamate falaj, che permettono la coltivazione di cereali, datteri e verdure.

Il percorso ha messo gli amatori a dura prova: la prima tappa, seppur di soli 84 chilometri (tra l’altro accorciata di cir­ca 15 a causa del vento) si concludeva in cima a Jebel Akhdar, dopo una scalata integrale della Green Mountain, l’Alpe d’Huez d’Oman, simbolo della corsa dei professionisti, dove hanno vinto anche Chris Froome e Vincenzo Nibali.

Si parla di 19,5 chilometri di scalata all’8,2%, 1400 metri di dislivello per arrivare a quota 2.300. È quindi chiaro che per molti sia stato un inizio un po’ traumatico. La seconda frazione, sulla carta un po’ più semplice, ha invece tagliato le gambe ai corridori ancora più che la prima. Caldo e vento l’han­no infatti resa un incubo per alcuni di loro, con 145 chilometri che sono sembrati infiniti. I 22 chilometri di scalata di Jebel Haat, nel bel mezzo della tap­pa, hanno fatto addirittura alzare bandiera bianca a qualcuno. Quantomeno, si sono potuti consolare con un panorama mozzafiato una volta arrivati in cima, rifornendosi con qualche dattero omanita, frutto immancabile in ogni pranzo o cena di questo Pae­se. La “passerella” finale è stata una cronometro individuale di 9,4 chilometri, con partenza dalla cittadina di Al Hamra e arrivo a Misfat, un suggestivo villaggio che si erge sopra un enorme palmeto, caratterizzato da abitazioni costruite col fango, in cui si può assaporare il classico caffè omanita e osservare la vita tipica, così distante dalla cultura europea, degli abitanti di queste zone. L

a prova, comparandola con le due tappe precedenti, era poco più che una passeggiata, ma i quattro chilometri all’insù finali, con una pendenza media dell’8%, hanno costretto i corridori ad un ultimo sforzo, prima di po­tersi godere la medaglia riservata a tut­ti coloro che portavano a termine la cor­sa e il “pacco premio”, con polo e zaino della Haute Route. Per la cronaca, a vincere questa prima edizione sono stati lo svizzero Guillaume Bour­geois tra gli uomini e la britannica Helen Sharp tra le donne.

Rotto il ghiaccio, l’Oman spera di po­ter diventare meta turistica per cicloamatori e non. La corsa dei professionisti è in buone mani, visto che è organizzata da ASO, ma per poter fare il salto di qualità e non farsi schiacciare dal confinante UAE Tour, avrebbe bi­sogno di una copertura televisiva in di­retta, e non limitarsi ai semplici highlights che l’organizzazione emette diverse ore dopo la fine della tappa. Lo spettacolo tecnico offerto nelle prime dieci edizioni è stato assolutamente pregevole, con tanti corridori di primo piano che ci hanno partecipato e vinto, ma il richiamo mediatico ancora non è sufficiente a garantire un futuro glorioso al Tour of Oman. Il fatto che gli autoctoni facciano fatica ad appassionarsi a questo sport, come dimostrato dall’esiguo numero di persone che si è riversato sulle strade, sia per la corsa professionistica che in questa Haute Route, non è un fattore che gioca a favore de­gli organizzatori. Sia chiaro, la stessa cosa capita negli Emirati Arabi, ma lì le risorse economiche riescono ad oscurare bene questo problema.

L’Oman ha voglia di entrare a far parte stabilmente della sempre più accentuata globalizzazione del ciclismo, ma per farlo avrà bisogno di convincere prima di tutto i suoi abitanti a dare una chance a questo sport, e poi spingere coloro che il ciclismo l’hanno inventato, vale a dire gli europei, a prendere la loro bicicletta, imbarcarla in aereo, volare per nove ore, scendere, e cominciare a pe­dalare in mezzo alle bellezze naturali, che sicuramente ci sono, del loro Pae­se. La missione è tutt’altro che facile, ma solo continuando ad investire e a far conoscere la bicicletta in tutto il Paese l’Oman potrà entrare nel cuore degli appassionati di ciclismo.

 

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Il marchio americano Chamois Butt’r, leader nei prodotti anti-sfregamento per ciclisti e atleti di endurance, è una delle ultime aziende portate in Italia da  Ciclo Promo Components. Nell’ampio catalogo spiccano prodotti...

Credo che nessuno di noi riesca ad uscire senza una chiave multiuso in tasca, anche perché senza non si potrebbero fare operazioni semplicissime come rimuovere una ruota o regolare il...

Campagnolo celebra i 100 anni di DRALI e lo fa completando la bellissima Iridio con il nuovo gruppo Super Record 13. Qualità, meccanica avanzata, storia e molto altro accomunano questi...

Colnago, bici ufficiale de La Vuelta, presenta oggi la Colnago C68 Rossa, un capolavoro nato dall'incontro tra la rinomata creatività italiana e la grande tradizione - 70 anni celebrati nel...

Rapha svela oggi la nuova collezione in edizione limitata per celebrare il decennio del Rapha Cycling Club (RCC) e lo fa con una vera esclusiva, ovvero una collezione disponibile...

Viaggiate con la vostra bici al seguito in treno o in aereo? Perfetto, allora conoscete bene i rischi che corrono le nostre due ruote in questi momenti. Basta un colpo...

Il Tour de France dominato da Pogačar è stato l’ennesimo capitolo di una stagione corsa a tutta velocità dal Campione del Mondo, un successo che vale un grande riconoscimento anche...

Gestire la temperatura diventa essenziale quando si ricerca la prestazione ed il motivo è semplice, abbassare la temperatura corporea durante l’attività ci permette di spingere di più. M andiamo oltre,...

Silico Grip 3D è la proposta gravel di Nabico, un nastro manubrio di 3mm di spessore moderno e resistente, perfetto per affrontare con grande controllo anche le fasi più complicate...

In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di altissimo livello, una collezione in cui spicca il modello Pace...

Siamo diventati dipendenti da oggetti alimentati a batteria nel ciclismo? Direi di sì, basta pensare ai vari bike computer, fanalini, radar, misuratori di potenza e cambi elettronici di cui non...

Le sorprese sono vere sorprese se arrivano da De Rosa, un marchio che non delude mai le aspettative. Siamo alla pausa estiva ma a  Cusano Milanino non si tirano certo...

Quello che è un super classico della gamma MAXXIS torna ora più versatile e gustoso che mai, merito di un nuovo design e di aggiornamenti che ne migliorano il comportamento...

Quando si parla di bikepacking il discorso si può davvero fare ampio, ma ci sono prodotti come il Cycling Wallet Touring Case GT ed il borsello da telaio Trekking GT...

Sette vittorie di tappa. Tre maglie. Due podi. Numeri che raccontano molto, ma non tutto. Perché il Tour de France non è solo una questione di classifica: è un teatro...

Per il secondo anno consecutivo, FSA (Full Speed Ahead) sarà al fianco di Red Bull Cerro Abajo nell’unica tappa europea che si terrà a Genova, in qualità di partner tecnico,...

Per Guerciotti, il gravel non è mai stato una tendenza passeggera. È la naturale evoluzione di una vocazione nata nel ciclocross, che grazie all’esperienza maturata in condizioni estreme, tra fango,...

La stampa 3D per le cover segna un punto di non ritorno alle imbottiture tradizionali, almeno per le selle top di gamma. Questo è un percorso intuibile almeno  per quanto...

Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi e anche il fortissimo sole estivo potrebbe darvi meno noie...

In questi anni ho sfruttato per le prove davvero molte coperture gravel, ma PIKA di CST Tires mi ha davvero stupito per tutto quello che riesce ad offrire. Nella sua...

La nuova Domane+ ALR di Trek è appena arrivata, completando così la sua collezione di e-bike da strada con un modello leggero in alluminio che consente ai ciclisti di godere...

Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è netta ed sì. Tessuti leggeri, accorgimenti tecnici e colori idonei...

Difficilmente potremmo trovare un alleato più prezioso della Creatina anche in questo momento dell’anno, una parte della stagione in cui per un motivo o per l’altro pretendiamo davvero molto dal...

Trek lancia una nuova configurazione di Madone Gen 8, una speciale edizione che scende sotto ai limiti di peso minimo imposti dall’UCI e con soli 6, 40 kg, comprensivi di...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy