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L'AMATORE, IL FARMACO SALVAVITA, L'IGNORANZA E L'ACCANIMENTO
dalla Redazione | 28/04/2015 | 07:54

Gentile Direttore, ti racconto la mia storia.

Il giorno 25 aprile 2014 la mia EX società organizza una gara in circuito, regolarmente iscritta ad un calendario ACSI, con tanto di giudici eccetera: una gara che fa parte di un trittico di prove per incoronare il piu' completo dei soci.

Essendo amante della competizione, non mi faccio pregare e vado: faccio una trentina di circuiti all'anno con mediocri risultati, non ho mai vinto.
Quel giorno arrivo terzo.
Al traguardo un mio ex dirigente mi dice di recarmi all'ambulanza in quanto sono stato richiesto per un controllo anti-doping.

Mi viene da ridere, credo ad uno scherzo... e invece un medico mandato probabilmente dal ministero della salute è capitato alla nostra gara (credo che le competizioni da controllare vengano sorteggiate).

Salgo in ambulanza per il controllo, dichiaro IMMEDIATAMENTE che soffro dal 2003 di ipertensione e che sono in cura con un diuretico (il DIUREMID contenente il principio attivo TORASEMIDE). Ovviamente parlo della cosa con compagni e dirigenti, ma ci facciamo tutti una risata. STOP. Tutti crediamo sia finita li.

Invece attorno al 20 maggio, sono ad un corsa e dopo il traguardo, prendendo in mano il cellulare, vedo diverse chiamate del mio EX presidente.
Lo richiamo allarmato e mi comunica che sul sito del Coni risulto "sospeso in attesa di accertamenti" per positività.

Ora è bene specificare che il torasemide è una sostanza proibita sia se trovata durante una competizione che fuori competizione.
L'unica cosa che posso pensare è che la positività è dovuta al medicinale che assumo per l'ipertensione, e sono ancora tranquillissimo: penso, ho tutta la documentazione.

Vengo convocato a Roma dalla procura Antidoping e ci vado con la mia compagna: non mi servono avvocati penso, è un equivoco, è tutto chiaribile. Ovviamente ci vado a MIE SPESE.

Spiego, mi sembra e ci dicono che hanno compreso la cosa; mi spiegano che c'è un nuovo regolamento dove è obbligatorio dichiarare e richiedere esenzione per eventuali farmaci inseriti nella lista dei medicinali proibiti (dopanti e/o coprenti).
Ho una dichiarazione della mia societa' che si assume anche una parte di responsabilità, dichiarando di non essere a conoscenza di questo nuovo regolamento e dell'obbligo di esenzioni TUE da richiedere al CEFT.

Mi chiedono di inviare immediatamente tutta la documentazione che ho al CEFT per avere una esenzione per questo medicinale che assumo regolarmente tutti i giorni da 12 anni a questa parte.
Procedo: la frittata è fatta per il controllo pregresso, pero' penso che mi daranno 2/3 mesi di squalifica, magari una nota di demerito....e poi riparto, il mio lavoro è un altro e non sono informato su tutti i regolamenti sportivi, mea culpa.

Passano le settimane e il CEFT sospende la mia richiesta in attesa di nuove certificazioni nelle quali devo dimostrare che con altri farmaci (non proibiti) non posso avere lo stesso  beneficio .

Penso che ad una visita da un medico sportivo avevamo ampiamente parlato di questo medicinale che assumo, in quanto dopo lunghi allenamenti dichiaro al medico (ho un suo certificato che lo prova) di far fatica ad urinare. Il medico mi scrive sul certificato ":...opterei per un sartano..." e mi indica un medicinale.
NON mi dice nulla in merito al fatto che NON è possibile per un tesserato assumere il medicinale che ho sempre assunto. Pertanto credo di essere sempre coperto con eventuali certificati medici in mio possesso.

Invio questo certificato al CEFT sperando di completare la documentazione ed avere il loro benestare.
Invece la risposta del CEFT è "REFUSAL".

Io avevo provato il medicinale suggerito del medico, il Sartano, ma avevo effetti collaterali che con il diuretico non avevo e dopo 3/4 settimane sono ritornato al DIUREMID, convinto appunto di non commettere nessun illecito.
A fine luglio arriva il deferimento della procura con richiesta di 2 anni di squalifica per non aver dimostrato di aver addirittura necessità del diuretico, per non aver richiesto al CEFT l'esenzione e per essere risultato pertanto positivo ad un controllo.

Udienza al TNA fissata per ottobre. Non vado, ritengo sia una presa in giro
, solo una questione di "cassetta".
In ottobre il TNA si riunisce ma in mia assenza rimandano la decisione al 18 febbraio 2015 e convocano me, il mio ex presidente e il medico sportivo che mi ha rilasciato il certificato medico dove mi suggerisce di passare ad un Sartano.
In febbraio mi presento a Roma con il signor Luigi Romani, il medico è assente, veniamo interrogati, cerco di spiegare l'equivoco e il Romani (presidente del asd Formigosa che conta circa 200 tesserati) conferma che mai nessuno aveva informato LA SOCIETA' dell'esistenza di un regolamento dove è obbligatorio dichiarare ad inizio anno eventuali necessità di assunzione di farmaci inseriti nella lista dei medicinali vietati.

Il TNA, prima sezione delibera: ASSOLTO per errore scusabile in quanto nessuna delle persone qualificate a cui mi ero rivolto mi aveva messo a conoscenza della cosa.


Il giorno 20 aprile sono a fare un certificato medico sportivo per ripartire con il tesseramento e con le corse.
Sto provando una medicina non proibito, tale NORVASC: il cardiologo mi prescrive una pastiglia. Giramenti di testa, extrasistole, passo a mezza pastiglia su suggerimento sempre del medico, ma devo ridurre ancora, un quarto di pastiglia, Niente.

Testa leggera, giramenti di testa, extrasistole, pressione monitorata quotidianamente, continuo, magari devo abiturare il mio corpo.
Il 31 marzo 2015 arriva la richiesta di appello della procura, mi cade il mondo (sportivo ovviamente) addosso, nella richiesta leggo che il certificato del medico sportivo secondo loro non mi suggerisce ma mi dice di passare al sartano, che se mi salvo per errore scusabile creano un precedente che potrebbe mettere in forte rischio tutto il castello dei controlli antidoping, che ci sono casi simili dove anzichè assoluzioni sono arrivate squalifiche....
Mollo, intanto ripasso il diuremid e almeno li torno a posto e poi sia quel che sia.

Parlo con un’amica avvocato e mi da già il verdetto: Teo, sono blindati, non ti salvi, l'unica cosa che puoi fare è prendere meno mesi possibile.
Il resto è storia di qualche giorno fa: appello alla seconda sezione del TNA, la procura si presenta armata fino ai denti addirittura con un consulente di parte che spiega ai membri come funzionano i medicinali che assumo, quelli che mi ha suggerito il medico sportivo/cardiologo (il famigerato Sartano), termini giuridici/medici, io sono solo, non ho avvocato nessun dirigente della mia ex societa, OVVIAMENTE A MIE SPESE. Ho già capito che non ci sono altre finali possibili se non una squalifica che arriva puntualmente, anche se ridotta rispetto ai 2 anni richiesti dalla procura.

8 mesi e 150 euro di spese per il procedimento
e sopportare anche qualche risatina fraterna fra i membrii della seconda sezione del TNA e il consulente dalla Procura Antidoping.

Ora il ciclismo amatoriale senza di me non perde nulla, mi piaceva passare 2/3 ore con gli amici e un numero sulla schiena, ma dico io: e quelli che si bombano e lo fanno sotto gli occhi della procura antidoping?
Alla seconda udienza non mi viene infatti contestata l'assunzione del Diuremid, ma contestano il fatto che non possono accettare che io venga assolto per mancata conoscenza del regolamento, per di piu con la motivazione "errore scusabile". Dicono che il mio ex presidente non è persona qualificata e poi non ha prove per poter dire che non è mai stato informato sui regolamenti, anzi, sul sito dell'ACSI, dicono, c'è un'ampia sezione in merito....

Quando vado alle corse a vedere gli amici e ancora qualcuno mi domanda del perché non ho il numero sulla schiena spiego la cosa e piu di un ciclista mi risponde "ma non gli hai detto che hai il certificato del medico?".
Questi sono regolamente sconosciuti ad un gran numero di amatori.
Addirittura nella motivazione dell'assoluzione della prima sezione del TNA in un passaggio scrivono che "si lamentano ancora una volta della scarsa pubblicita' fatta ai regolamenti antidoping".

Il medico sportivo a cui mi sono rivolto nel 2015 per il cerificato medico non è a conoscenza di questi regolamenti: quest'ultimo avrebbe suggerito verbalmente un BETABLOCCANTE, che però per alcune discipline è un medicinale proibito gli ho spiegato io.

Questa è la situazione. Chi dovrebbe sapere sa poco o nulla e alla fine il culo è il mio.
Pensateci: se vieni punto da un’ape e hai bisogno di una crema cortisonica, corri e  rischi o non corri. Secondo il Coni dovresti dichiarare l'assunzione del medicinale e restare in attesa del loro benestare.

Direttore, immagino che le mie siano righe anche sconclusionate, ma mi creda, sono davvero rammaricato di questa storia.

Grazie per l’attenzione

Matteo Tardiani

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