Il Ruanda vuole diventare il centro dello sport africano e, grazie ai Mondiali di ciclismo del prossimo anno, avrà ottime possibilità di organizzare anche un Gran Premio di F1. Ieri sera a Kigali, dove a settembre si correranno i campionati del mondo di ciclismo su strada, per la prima volta sono stati assegnati i FIA Awards, ovvero i premi destinati ai migliori piloti.
La cerimonia si è svolta presso la BK Arena, una splendida cornice da diecimila posti a sedere, dove solitamente vengono ospitate partite di pallacanestro e che ieri sera è diventata la cornice della cerimonia FIA, che per la prima volta ha assegnato i suoi premi nel continente africano. Questo evento ha voluto confermare il crescente interesse del Paese dalle mille colline per gli sport in generale ma in particolare per i motori che, come tutti sanno, richiedono budget importanti.
Il primo motivo di orgoglio, raccontato ieri sera dal ministro dello sport Nyrishema Richard, è legato al ciclismo con i campionati del mondo, che vedranno le immagini di Kigali attraversare tutti i continenti.
Il Ruanda con il ciclismo vuole seguire le orme del calcio e diventare un vero e proprio bacino dal quale attingere i futuri campioni delle due ruote e per farlo, oltre ai fondi privati di importanti investitori, utilizzerà le risorse statali, che negli ultimi anni sono notevolmente cresciute.
Come la maggior parte dei paesi africani, il Ruanda nutre una vera e propria devozione per il calcio. Ancora più del campionato nazionale, l'interesse della gente è rivolto alla Premier League e alle altre principali competizioni europee. In una serata dove si gioca la Champions League, i bar sono pieni di tifosi di calcio che indossano le maglie delle squadre europee.
A Kigali le maglie del Bayern Monaco, dell'Arsenal e del Paris SG occupano sempre più spazio, questo perché sotto la guida del presidente Paul Kagame, grande appassionato di calcio e fervente sostenitore dei Gunners, il governo ha lanciato qualche anno fa la campagna "Visit Rwanda" al quale sono associati i club tedesco, inglese e francese. Questo slogan può essere letto sulle maglie dei giocatori e sui tabelloni dei rispettivi stadi.
Alla fine del 2021, il PSG ha fondato un'accademia a Huye, una città del Ruanda e lo scorso ottobre il Ruanda è stato l'unico paese africano ad avere un rappresentante alle finali mondiali della Youth Cup ospitate dal Bayern.
Questo Paese ancora poco conosciuto e che ricorda il genocidio del 1994, ha anche una straordinaria importanza nel basket e nel 2021, a Kigali, è nata la Lega africana di pallacanestro (BAL), sostenuta economicamente dalla NBA e da partner privati e nello stesso anno è stata ospitata anche la Coppa d'Africa di pallavolo maschile.
Tutto questo cosa ha a che fare con la F1 e il ciclismo? Andando in Ruanda si vedono migliaia di biciclette di tutti i tipi e la maggior parte sono più vicine a vecchi ferri che ad un mezzo per la pratica sportiva. In una nazione dove gli spostamenti maggiori avvengono in autobus o a piedi, la bici è il mezzo di trasporto privato più ambito e ricercato, insomma, in Ruanda tutti vanno in bicicletta. Il governo è convinto che da questo paese possono nascere ottimi campioni e dopo la visibilità ottenuta con il Tour del Ruanda, che si corre dal 1988 e che oggi è passato dalla categoria 2.2 alla 2.1, il passo successivo è quello di puntare alla creazione di accademie, dove i giovani talenti potranno crescere. A Bugasera è già nata la prima di queste scuole grazie alla Israel Premier Tech, ma tante altre sono in fase di collaudo.
Potrà sembrare strano, ma il passaggio dalle due ruote di una bici alle quattro di una macchina in Africa è molto più semplice e diretto e così, il Ruanda sta tentando di prendere anche un GP di F1.
I Mondiali di ciclismo che si correranno dal 21 al 28 settembre saranno l’occasione in cui il Paese dalle mille colline potrà dimostrare tutta la sua capacità organizzative in un grande evento sportivo internazionale. Con il successo del Mondiale di Kigali, il passo verso la F1 sarà breve e il Ruanda potrà così passare davanti a Marocco e Sudafrica, che hanno già messo gli occhi sulla categoria più importante degli sport automobilistici. Il Ruanda è pronto alla sfida, certo che il ciclismo farà crescere l’immagine del Paese e così, dopo Vision 2020, è nato il progetto Vision 2050, con le due ruote che lanceranno la volata per rendere il Ruanda l'autentico punto di riferimento internazionale per lo sport africano.