Solo il ciclismo può regalare certe favole e il Campionato Italiano di domenica scorsa ce lo ha ricordato. Filippo Conca e il suo Swatt Club hanno realizzato qualcosa di folle e commovente (se non lo avete ancora fatto, ascoltate l'ultima puntata di BlaBlaBike con le emozionate ed emozionanti parole del presidente di questa società ora alla ribalta delle cronache, ndr).
Il valore del successo di questo ragazzo tagliato fuori dal ciclismo che conta dopo 4 stagioni è riconosciuto anche da chi gli è finito alle spalle. Alessandro Covi oggi ha postato sulla sua pagina instagram la foto del podio tricolore e spiegato in poche parole cosa significa essere parte di un gruppo, una famiglia, come quella del ciclismo.
«Sconfitta? Delusione? Rammarico? Si potrebbe chiamare in tanti modi il mio secondo posto di domenica. La realtà è che ho dato tutto me stesso per riuscire a vestire quella maglia tricolore. Era una gara che avrebbe potuto cambiarmi la carriera? Sicuramente sì. Ma una cosa mi consola: a Filippo Conca non cambierà solo la carriera, ma la vita. Aveva quasi smesso, ora può ripartire. Ripartire con una maglia prestigiosa… una maglia che un giorno vorrò indossare anch’io. Complimenti Filippo, in bocca al lupo per il futuro. Adesso guardo avanti, verso i prossimi obiettivi» scrive il varesino, coetaneo del lecchese Campione d'Italia, che ha replicato prontamente.
«Grazie Ale, sei un signore. Ci conosciamo da quando abbiamo 6 anni, abbiamo partecipato a tanti campionati italiani insieme nelle categorie giovanili con la regione. Ricordo ancora l’italiano che hai vinto nel 2012 da esordiente a Pieve di Soligo quando io caddi in discesa ma nonostante la delusione, ero super felice per te. Prima o poi arriverà questa maglia perché te la saresti meritata tanto quanto me dato che eri il più forte domenica. Grazie delle belle parole» la risposta di Conca, Crampo per gli amici dello Swatt Club.
Che il mondo delle due ruote sia speciale noi che abbiamo il privilegio di raccontarlo e voi che ne leggete quotidianamente su questo sito lo sappiamo, ma un altro momento di una domenica indimenticabile ci dà l'occasione per sottolinearlo ancora una volta. Avete presente il signore con la maglia verde e il cappellino rosa che dopo il traguardo di Gorizia ha abbracciato Filippo? Quello che mentre il neo campione piangeva a dirotto pensando a tutto quello che aveva passato per colpa di questo ciclismo, stringendolo forte, gli ha detto: «È tutta tua, questa maglia è tutta tua. Ti ripaga di ogni cosa». In tanti avranno immaginato fosse un amico o un familiare, magari un direttore sportivo che lo segue dai tempi delle categorie giovanili, invece, Filippo non ha idea di chi sia. È lui stesso che, sempre sui social, lo ha detto.
Questo perfetto sconosciuto, che in rete è già diventato un meme, ha pronunciato le parole che gli avrebbe rivolto ognuno di noi mentre lo vedeva piangere a dirotto. Una scena impensabile in qualsiasi altro sport. Come se un semplice tifoso entrasse in campo alla fine di una partita di calcio o di tennis. Quando mai? Il ciclismo è unico per questo: i campioni sono vicini al pubblico, che soffre, gioisce e sogna con loro. A proposito di sogni, oggi vi abbiamo raccontato la storia dello Swatt Club, il cui motto fin dagli esordi è Road to World Tour. Una follia? Può darsi, ma provate voi a scommettere contro chi non si arrende mai. Noi non ce la sentiamo.
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Aggiornamento - I lettori di tuttoBICI sono gli spettatori di Chi l'ha visto?
Il tifoso sconosciuto ha un nome: Stefano. Grande appassionato di ciclismo, è di Gorizia, e anche se non pedala in prima persona ha grande stima per chi lo fa. Innamoratosi di questo sport grazie a Pantani, ci è stato subito segnalato da Giancarlo, zio di Elisa, compagna del "ricercato" via facebook. Dalla pubblicazione dell'articolo lo abbiamo intercettato in meno di un minuto. Siete fenomenali!
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