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JONATHAN MILAN. «IL PRIMO SOGNO É LA SANREMO, POI...»
di Giulia De Maio | 20/03/2025 | 08:35

Pronti, partenza, via... Vit­toria. Jonathan Milan ha iniziato l’anno a braccia alzate e... sta continuando su quella strada. Ha cominciato il 2025 conquistando con i compagni della Lidl-Trek la cronosquadre di apertura della Volta a la Comunitat Valenciana quindi si è imposto nella tappa finale a Valencia in volata. Il Toro di Buja ha di­mostrato di aver lavorato bene quest’inverno tanto che all’UAE Tour ha fatto sua la prima frazione con uno sprint di pura potenza, la quarta in cui ha sgomitato con i migliori velocisti del panorama internazionale e meritato la classifica a punti. Gli scontri diretti con Tim Merlier sono finiti 2-2, ma per dare un’idea del livello di competitività incontrato alla corsa emiratina, è rimasto a secco uno come Jasper Philipsen, re della scorsa Milano-Sanremo. Dopo questo avvio vittorioso, Milan ha continuato a vincere alla Tir­reno-Adriatico, con due tappe portate a casa, e con una squadra am­biziosa punta a far bene nelle Monumento dei suoi so­gni, a partire dalla Classicissima di Pri­mavera.

Sabato 22 marzo lo attende un banco di prova importante, nel primo anno in cui ha dato priorità alla strada piuttosto che alla pista e debutterà al Tour de France. Seppur ancora giovane e con margini di miglioramento, Jonny si presenta al via della Milano-Sanremo per la prima volta con un treno modellato a sua immagine e so­miglianza e con ambizioni concrete. Dopo aver provato di essere un fuoriclasse dei velodromi - l’ultima perla, l’oro iridato dell’inseguimento individuale con record del mondo (3’59”153) - è sulla strada giusta an­che... su strada: 11 successi nel 2024 e la seconda maglia ciclamino di fila al Giro d’Italia, sen­za di­­men­ticare un doppio Oscar tutto­BI­CI, erano già un gran punto di partenza per cercare di fare ancora meglio.Un anno fa di questi tempi aveva alzato le braccia al cielo “solo” una volta, in due mesi quest’anno è già a quota 3. Que­sto corazziere di 1.94 per 85 chili da professionista ci è riuscito 19 volte e l’impressione è che la ventesima sia dietro l’angolo.

Non potevi chiedere di più a questo inizio stagione?
«Proprio così, abbiamo iniziato bene, come volevamo. Io punto sempre a fare un salto di qualità. Nel 2024 è successo, rispetto al 2023. I valori e i risultati stanno dicendo che sta accadendo di nuovo. Nei miei primi anni da professionista, non ho vinto molto perché dovevo prima acquisire esperienza, im­parare a muovermi, capire i meccanismi che regolano una volata. Passo do­po passo, ci sono arrivato e soprattutto le vittorie ottenute negli ultimi giorni mi hanno dato molta fiducia in vista della Milano-Sanremo, considerando il livello dei velocisti presenti all’UAE Tour. Dopo la lunghissima e caotica volata di Liwa Palace, con il traguardo che negli ultimi 1500 metri puntava in su e nessuno è riuscito a rimontarmi ero brutalmente stanco, ma felice (e ne ha ben donde visto che i dati forniti da Velon confermano il livello altissimo della sua performance: negli ultimi 45”, su una pendenza media del 6,7%, ha sprigionato 1070 watt di potenza, con una punta di 1580. Valori davvero alti, visto che non si trattava di un rettilineo piatto. Con una punta massima di velocità di 45,4 km/h, e usando la mo­nocorona da 54 denti, ndr)».

Per puntare alle Classiche su cosa hai la­vorato maggiormente?
«Mi sono allenato di più in generale: sia in termini di ore e intensità che in palestra. Secondo il mio preparatore Mattias Reck posso migliorare in tutto, nella potenza e anche sul muovere me­no la testa e il corpo, cercando di stare più composto in sella per disperdere meno energia invece di spingere sui pe­dali e basta. La condizione è in crescita, le gare finora ci hanno dato dei buo­ni riscontri e se abbiamo commesso qualche errorino l’importante è aver imparato e non ripeterli. Abbiamo stilato un buon programma e mi sento pronto per le sfide che mi aspettano. Ci presentiamo al Nord con un bel gruppo, forte e motivato, sinceramente so­no stato contento di essere tornato a casa qualche giorno ma non vedo l’ora di riattaccare il numero alla schiena domenica».

Avete lavorato molto anche sul treno: qua­li uomini fondamentali avrai al tuo fianco?
«Durante i training camp abbiamo svolto alcuni allenamenti specifici sul lead out e corsa dopo corsa stiamo affinando i meccanismi con Simone Con­sonni, Edward Theuns, Jasper Stuyven, Daan Hoole e Amanuel Ghebreigza­bhier, che tira per primo. Tutti i compagni sono fondamentali, ognuno ha il suo calendario quindi non saremo sempre tutti insieme, ma abbiamo ottime pedine che possono essere intercambiabili in base alle varie corse. Il mio programma ora prevede Milano-Sanremo, De Panne, Gand-We­velgem, Attraverso le Fiandre e Pa­rigi-Roubaix, l’altra Monumento dei miei sogni. Classicissima e Inferno del Nord sono due corse che amo e sogno un giorno di fare mie. Ogni anno cerco di avvicinarmi un gradino in più verso il grande risultato a cui tutti am­biscono. Tre anni fa alla Classi­cissima ero in squadra con Matej Mohoric, sul pavè nel 2021 ho condiviso la gioia di Sonny Colbrelli. Già solo a pensarci mi vengono i brividi. Quest’anno vorrei davvero superare me stesso e nelle Classiche... spero di cominciare a raccogliere qualcosa».

Se ci limitiamo a guardare solo l’ordine d’arrivo di un anno fa, in via Roma arrivasti 69°, come si fa a scalare tante posizioni per arrivare primo?
«Beh, nel 2024 la squadra mi aveva assegnato il compito di tirare prima del Poggio per chiudere sugli attaccanti e io l’ho svolto come è giusto che sia, senza pensare al risultato personale. In corse così esigenti, per le quali serve grande esperienza, devo migliorare stagione dopo stagione. Se l’anno scorso ho quasi superato indenne la Cipressa, quest’anno spero di fare un ulteriore miglioramento. La Sanremo è senz’altro un bell’obiettivo da mettere nel mi­rino. Io punto ad arrivarci in forma e a sfruttare quanto imparato: da come alimentarmi durante la gara a stare il più coperto possibile per salvare energie, stando attendo ai punti cruciali del percorso».

Quel giorno verrà distribuito agli appassionati il Vademecum ACCPI, sul quale campeggi in copertina con Vittoria Guaz­zini e Chiara Consonni. Che effetto ti fa essere il volto del ciclismo italiano?
«Detto che non mi sento da prima pa­gina, ci sono tanti altri corridori che stan­no crescendo bene e ottenendo ri­sultati importanti, per me è un onore. Come mi fa un immenso piacere vedere i bambini che tifano per me, provo gratitudine e soddisfazione per il sostegno che ricevo. La sfida è innanzitutto con me stesso, perché cerco sempre di superare i miei limiti».

La tua favorita per la Milano-Sanremo Women?
«Seguo il ciclismo femminile e ovviamente tifo per le mie compagne della Lidl Trek. Non conosco la starting list della rinata prova femminile, ma se sarà al via punto tutto su Elisa Bal­samo».

E poi, per i grandi giri, è ufficiale il tuo debutto al Tour de France?
«Sì. Dopo la Roubaix, mi concederò 5-6 giorni di recupero dopo mesi intensi, quindi inizierò la preparazione per la Grande Boucle andando in altura e correndo i Campionati Italiani su strada. Dopo la campagna del Nord andrò senz’altro anche in pista per allenarmi, per riprendere i lavori di agilità e forza. Non voglio perdere le buone abitudini».

A proposito, cosa pensi di Villa CT per la strada?
«Non me lo aspettavo, l’ho letto dai giornali e saputo da Marco il giorno stesso del consiglio federale. Mi ha sorpreso questa novità, ma sono contento. Vedremo di raccogliere belle esperienze con lui anche fuori dai velodromi. Purtroppo quest’anno non credo di poter essere utile alla causa azzurra, i percorsi di Europei e Mondiale non sono adatti a gente come me, ma auguro ovviamente il meglio a tutta la Na­zionale».

La volata è...?
«Una collezione di attimi. Ognuna è diversa, cambia in base al percorso che la precede, il meteo, può essere condizionata dal vento e, nonostante tutti i programmi nel meeting pre corsa, in genere bisogna essere bravi a improvvisare. Nel finale ci si concentra su ogni istante, si cerca di evitare i pericoli, si seguono i movimenti dei compagni del treno e del gruppo. E di cogliere l’attimo. Lo sprint è istinto, ragione, anche un pizzico di follia».

Del Milan extra-ciclismo abbiamo già raccontato spesso: le passioni per la Ve­spa, per i boschi e le passeggiate nella na­tura... Che cosa possiamo aggiungere?
«Amo molto lo sport in generale. Se­guo un po’ di tutto. In particolare l’hoc­key della NHL e la NBA. Tra i miei modelli ciclistici c’è Tom Boonen perché spero un giorno di saper eccellere pure nelle Classiche, come faceva lui, e non solo allo sprint. Nel basket uno che mi piace molto per la sua storia è Giannis Antetokounmpo. È venuto dal nulla ed è diventato una stella assoluta del suo sport. Una vita come la sua è un’ispirazione: insegna a credere in sé stessi, nei propri sogni. Nel mio piccolo io voglio alzare ulteriormente l’asticella, migliorare nelle volate, sia in termini di posizione, rapporto, cadenza, potenza. Ci vuole tempo e non ci sono segreti. L’unica ricetta per arrivare do­ve ho in mente è fare, persistere, continuare a spingere».

da tuttoBICI di marzo

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