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LE STORIE DEL FIGIO. PEPP E ARNALDO
dalla Redazione | 13/05/2018 | 07:25

Giuseppe Fezzardi e Arnaldo Caverzasi sono due corridori che sono stati accomunati, oltre che da una lodevole carriera ciclistica lungo percorsi quasi paralleli – seppure in tempi sfalsati ritrovandosi nel gruppo professionistico insieme solamente per tre stagioni – dall’origine nella terra della provincia di Varese.

Vediamo di ripercorrere le carriere di questi due ottimi professionisti con precedenza, per anzianità, a Giuseppe Fezzardi, per tutti il “Pepp”, nato ad Arcisate il 28 dicembre 1939 con il padre proveniente da Medole, in provincia di Mantova mentre la mamma è del luogo.

E’ lanciato al professionismo dopo un’ottima e proficua carriera nelle categorie più giovani, dove spicca la vittoria nell’importante Trofeo Ezio Del Rosso di Montecatini Terme, tutti ottenuti gareggiando con la maglia della blasonata Società Ciclistica Alfredo Binda, un’eccellenza allora, e “andando anche a bottega”, come si dice in lombardo, ossia lavorando già da giovanissimo in aziende del luogo.

L’esordio fra i professionisti avviene nel 1961 vincendo una corsa a Bordighera e classificandosi secondo al Giro della Svizzera Romanda. Veste la maglia bianco-arancione della San Pellegrino, formazione imperniata sui giovani con nello staff tecnico Gino Bartali, dove rimane anche l’anno seguente. Nel 1962 trionfa sulla pista dedicata a Luigi Ganna dello stadio varesino di Masnago, battendo un osso duro fiammingo come Jos Hovenaers con i suoi tifosi in visibilio per il successo nell’amata classica di casa, la Tre Valli Varesine, organizzata dalla S.C. Binda.

L’anno seguente passa alla Cynar capitanata da Vittorio Adorni ed Ercole Baldini, e in quell’anno, firma un’impresa vincendo la classifica finale del Giro della Svizzera, indossando la maglia giallo-oro di leader quasi a casa sua, nella vicina Lugano e difendendosi con valore dai numerosi attacchi sferrati nelle sei frazioni successive. Nel 1964 approda all’Ignis, squadra varesina ma l’anno successivo, il 1965, passa alla Molteni, altra formazione di primissimo piano, dove rimane fino al 1968. Entra subito in grande sintonia con l’ambiente e i colleghi lombardi della squadra blu-camoscio diretta da Giorgio Albani, personaggio che il “Pepp” ricorda come un maestro e amico. E con la maglia della squadra di Arcore, in una “mista” con l’Ignis, vince la Carpentras-Gap, 15^ tappa del Tour 1965, battendo in volata il compagno di fuga Gilbert Desmet, altro “duro” esponente della scuola fiamminga, senza mai comunque fare mancare il suo costante, oscuro, apporto in favore dei capitani.

Si afferma nel 1966 nel Giro del Ticino, evidentemente l’aria di casa, fra varesotto e Canton Ticino, gli fa bene assai, visto i precedenti e in questa stagione riveste anche la maglia azzurra ai mondiali del Nurburgring vinto dall’idolo di casa Rudi Altig, altro campione particolarmente apprezzato da Fezzardi, precedendo Anquetil e Poulidor.
Nel 1969 passa alla Sanson diretta da Vandramino “Mino” Bariviera dove ritrova l’amico Gianni Motta e altri diversi varesotti e varesini mentre l’ultimo periodo della sua attività pedalata lo trascorre vestendo la maglia rossa della Dreher diretta da Franco Cribiori dove collabora ai successi, fra altri, di Patrick Sercu e del danese Ole Ritter.
Ha un piccolo rammarico: non avere mai vinto una tappa del Giro d’Italia in dieci partecipazioni.
Appesa la bicicletta al chiodo inizia, in pratica subito, a lavorare alle dipendenze dell’amministrazione provinciale e quindi al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese, in ruoli amministrativi fino al 1992 quando matura la pensione.
Si riavvicina al ciclismo pedalato quale direttore sportivo della Biancorossi Terziroli nel 1993, squadra che ha formato molti corridori poi passati al professionismo, e risponde poi subito sì alla proposta di Ernesto Colnago, Giuseppe Saronni e Pietro Algeri che gli prospettano di operare per la squadra Lampre curando, gestendo e guidando il camper d’appoggio dei corridori. Inizia così una nuova carriera di “camperista” dove il “Pepp” eccelle da subito mettendo a frutto la sua esperienza e il suo “savoir faire”, in tutte le situazioni. E per circa tredici anni, sempre nell’orbita delle squadre del suo “amico-capo” Giuseppe Saronni che ha frequentato per vari anni nel suo “buen retiro” sulle alture lì vicine, a Marchirolo, è sulle strade del grande ciclismo.
Ora Fezzardi continua a pedalare, con accortezza e prudenza, sulle sue strade e sta vicino alla moglie Ornella, alle figlie Samantha, biologa, Pamela, avvocato e ai nipoti Matteo ed Emma, ritrovando comunque sempre con piacere gli amici del ciclismo.

Amici come Arnaldo Caverzasi, varesotto, nato a Porto Ceresio il 12 gennaio 1948, titolare di un ottimo palmarès nelle categorie giovanili, più di cinquanta successi fra allievi e dilettanti, sempre con la maglia storica della Società Ciclistica Alfredo Binda e che era un tifoso del compaesano Fezzardi.

Nel 1970 passa professionista nelle file della Filotex, squadra toscana di primo piano guidata dal direttore sportivo Valdemaro Bartolozzi, una “volpe” del mestiere. Qui Caverzasi trova parecchi corridori della sua zona (Ugo Colombo, Alberto Della Torre, Marcello ed Emanuele Bergamo) e che parlano il suo dialetto, oltre a vari toscani. I due gruppi costituiscono il nocciolo duro della squadra pratese che ottiene risultati di prestigio. E il giovane ed elegante Arnaldo Caverzasi, qualità che lo distinguono sia in bicicletta, sia nella vita, prova subito il piacere della vittoria conquistata in una tappa del Giro della Svizzera, da Arosa-Locarno. La Svizzera, ecco un'altra affinità che lo collega all’amico Pepp Fezzardi, in quegli anni già approdato fra i “senior” o “senatori” del professionismo pedalato. Un successo che bissa, imponendosi nella prima tappa, da Zurigo a Zug, della corsa rosso-crociata l’anno successivo, il 1971. Con la vittoria indossa pure la maglia giallo-oro di leader della generale che mantiene per tre tappe.

Nel 1973 iscrive il suo nome nell’albo d’oro della Coppa Agostoni di Lissone che, in quegli anni, rientrava fra le corse del periodo pre-mondiale, nella calura d’agosto.
Resta alla Filotex fino al termine della stagione 1975 per poi passare, dal 1976 al 1979, alla Scic, la squadra bianco-nera di Parma guidata da Carlo Chiappano, suo grande e sempre rimpianto amico. L’evoluzione della carriera l’aveva condotto a ricoprire il ruolo di corridore al servizio della squadra eseguendo un lavoro sovente oscuro, faticoso, con rinuncia consapevole alle possibilità personali, apprezzato però dai leader. Sapeva interpretare la parte soprattutto sui percorsi misti, senza mai paura di prendere il vento in faccia per dettare il ritmo e tenere i capi al coperto oppure, in base allo sviluppo della corsa, menare con forza per ricucire strappi o fughe.

In carriera si è schierato al via di nove Giri d’Italia e di due Tour de France, tutti portati a termine salvo il Tour 1975 per una caduta che l’ha costretto al ritiro.
Terminata la carriera alla fine del 1979 Arnaldo Caverzasi si dedica per quarant’anni filati alla sua attività di restauratore di mobili nella vicina Svizzera, a Lugano precisamente.
Vive serenamente a Besano con la moglie Doris mentre la figlia, Valeria, architetto, è a Venezia. La bici l’ha tralasciata poiché teme i pericoli del traffico attuale, ma non trascura di essere presente a vari raduni con colleghi corridori.
Besano, da vario tempo comune autonomo, è stata all’epoca frazione di Porto Ceresio, e questa bella località raduna, in pratica a poche centinaia di metri di distanza, anche l’abitazione dell’amico “Pepp” Fezzardi e quella, dove è nato e ha abitato, anche Stefano Garzelli.

E la Svizzera, il Canton Ticino, è lì, a un passo così come la parte sud del bel lago di Lugano o Ceresio che dir si voglia, strade sempre frequentate da protagonisti del grande ciclismo in allenamento e da una moltitudine d’appassionati.

Giuseppe Figini

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