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I VOTI DI STAGI. LA RECITA DI POGACAR È DA ACTORS' STUDIO, ROGLIC NON RECITA, BAGIOLI NON FA LA COMPARSA
di Pier Augusto Stagi | 07/10/2023 | 18:11

Tadej POGACAR. 10 e lode. Controlla e osserva, dissimula e finta, si sfila e fila, in salita e soprattutto in discesa, ma anche sul piano. Mago Taddeo ci riempie gli occhi e il cuore, con una corsa di rara bellezza, di assoluta qualità, che ci ha condotto in un mondo lontano e vicino, quando questo ragazzo immenso e raggiungibile si mostra al mondo per un talento raro contornato da semplicità. Sorride Taddeo, con il suo volto bambino, felice come se fosse in un parco giochi, luogo magico e fatato, dove quest’anno ha fatto indigestioni di zucchero filato. Parigi-Nizza, Giro delle Fiandre, Amstel e Freccia, ora il terzo Lombardia consecutivo. Su tredici corse in linea ne ha vinte sei (e le altre le ha chiuse tutte nei primi cinque). Su 49 giorni di corsa 17 sono state le vittorie: una su tre è sua (63 in carriera). È lui il re del ciclismo mondiale. Per il quarto anno consecutivo numero uno del ciclismo mondiale, con la sua UAE al primo posto nella speciale classifica per team, davanti alla Jumbo Visma. Taddeo da Actors' Studio: recita di essere in crisi, ma Roglic non recita affatto.

Andrea BAGIOLI. 9. Il 24enne valtellinese della Soudal Quick-Step è il primo degli umani, in un finale di stagione da autentico superman: 3° alla Bernocchi, 1° al Gran Piemonte, 2° al Lombardia. Il ragazzo ha stoffa e talento, e a questo punto ha tutto per spiccare il volo. Per i prossimi tre anni vestirà la maglia della Lidl Trek di Luca Guercilena, un italiano che può far rinascere il ciclismo tricolore. Questo è un ragazzo che ha il physique du role: è attore nato, non è comparsa. Come oggi.

Primoz ROGLIC. 6,5. Era uno dei grandi favoriti, anzi, per moltissimi il favorito numero uno, più del connazionale volante, che non sembrava al top della condizione. Lotta come un gladiatore, con tenacia e lucidità. Non spreca uno stillo di energia, ma oggi qualcosa nel suo motore manca.

Aleksandr VLASOV. 7. Si mette alle spalle dello sloveno in entrata in casa Bora Hansgrohe e gli fa vedere che lui la comparsa non la vuole fare.

Simon YATES. 7,5. Il gemello di Brent Copeland, nonostante qualche acciacco, mette in scena una grandissima gara, assolutamente da applausi.

Adam YATES. 8. Lavora alla perfezione per il suo capitano, poi resta lì per portare a casa punti preziosi in chiave classifica a squadre: missione compiuta. Campioni del mondo!

Carlos RODRIGUEZ. 7. Il 22enne spagnolo della Ineos-Grenadiers fa corsa d’avanguardia. Sempre nel vivo della competizione, ma ne esce morto.

Remco EVENEPOEL. 17. Nulla a che vedere con la paurosa caduta in quel dì di ferragosto di tre anni fa. Là rischiò la vita, qui ne esce menomato per la corsa di oggi. A Ferragosto di tre anni fa cadde nel finale, lungo la discesa della Colma di Sormano, oggi all’inizio: dopo soli 21 km con Giovanni Aleotti (Bora Hansgrohe) e Sjoerd Bax (UAE, frattura della clavicola). Le botte non solo sono evidenti, ma alla lunga si fanno sentire. Ha tutte le giustificazioni del caso, ma ha il merito, in ogni caso, di aver concluso la corsa: alla grande. Non è da tutti (voto 8).

Ben HEALY. 6,5. Il 23enne irlandese ha l’argento vivo in corpo, lui che ha potenzialità d’oro. Anticipa sempre l’azione, quando potrebbe e dovrebbe provare a restare con la nobiltà della corsa, invece, dopo la sua azione con Marcellusi, finisce in soffitta.

Martin MARCELLUSI. 8. Il 23enne romano della Green Project Bardiani Csf Faizané entra nella fuga fin dal mattino e non ha intenzione di desistere, ma di resistere. Così, quando l’irlandese Ben Healy parte, lui lo insegue e i due fanno corsa di testa. Undicesimo al Memorial Pantani, 7° al Gran Piemonte, oggi una grande prova: proprio un bel modo di concludere una stagione.

Eric MAS. 4. La corsa nemmeno è cominciata e la sua finisce in un amen sul Berbenno, a 110 km dal traguardo. Nessuna caduta, nessun guasto meccanico, semplicemente le gambe non ci sono. E lui con loro.

Samuele BATTISELLA. 16. Il ragazzo dell’Astana entra nella fuga di giornata con altri 15 compagni di avventura. Con lui Thomas De Gendt (Lotto Dstiny), Mattia Bais (Eolo Kometa), Nicolò Buratti (Bahrain Victorious), Ben Swift (Ineos Grenadiers), Simon Geschke (Cofidis), Asbjorn Hellemose (Lidl Trek), Paul Ourselin (Total Energies), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen), Kamil Malecki (Q36.5), Jacob Eriksson e Nils Brun (Tudor), Tobias Bayer e Nicola Conci (Alpecin Deceuninck), Alex Tolio e Martin Marcellusi (Green Project Bardiani Csf Faizanè). Sono loro ad animare la prima fase di questo Lombardia. Sono loro ad osare.

Thibaut PINOT. 10. Sul Colle Aperto chiude la sua parabola di corridore, di atleta di assoluto livello, di uomo di terra che ha saputo a tratti accarezzare anche il cielo. Ha amato il nostro Paese, segnandoselo nel cuore e sulla pelle, e noi l’abbiamo adottato e persino perdonato per aver portato via a Vincenzo Nibali un Lombardia. Grande Thibaut, l’uomo di terra che alla terra tornerà a dedicarsi da domani, ma che mai ha abbandonato se non per sognare in bicicletta. Per accarezzare asfalti e strade bianche. Sul Colle Aperto, i suoi fans l’hanno atteso chiassosi e festanti come sempre alla “curva Pinot”, un muro mobile di sentimenti e anime. Ogni addio ha qualcosa di struggente e malinconico, ma nello sport non ci sono mai gli addii, ci sono tutt’al più degli amorevoli e reiterati arrivederci. Merci Thibaut, grazie Teobaldo, che deriva dal germanico e significa «ardito tra il popolo».  

 

 

 

 

 

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