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I VOTI DI STAGI. HOULE EMOZIONA E VINCE, VINGEGAARD CONTROLLA E INCASSA, POGACAR PROMETTE E DUBITA
di Pier Augusto Stagi | 19/07/2022 | 18:54

Hugo HOULE. 10 e lode. Fa un numero, nel vero senso della parola. Vince la sua prima gara in linea, dopo un paio di titoli nazionali a cronometro. La vince al Tour, con un colpo di mano, ma per farlo ci vogliono le gambe, e anche buone. Regala alla Israel una vittoria di peso, la seconda dopo quella di Clarke. Una vittoria che Hugo ha dedicato a suo fratello Pierrick, morto dieci anni fa in un tragico incidente (travolto in allenamento da un automobilista ubriaco) e con il quale ha iniziato a correre da ragazzino come triatleta. Vince indicando il cielo. Vince mostrando una medaglietta. Vince in nome di un fratello che lo segue e lo ispira in ogni istante: oggi Hugo è stato accompagnato a toccare il cielo con un dito.

Valentin MADOUAS. 8. Rientra in discesa e si gioca una piazza d’onore d’autore.

Michael WOODS. 8. Giornata magica per il Canada e per la Israel. Lui ha la gamba dei giorni migliori, ma sa attendere, sa proteggere: sa correre.

Matteo JORGERSON. 8. Il 23enne americano della Movistar porta a casa un piazzamento incoraggiante per un team che oggi prova a fare la corsa, ma poi deve frenare i propri entusiasmi. Con Matteo va veloce. Almeno c’è lui.

Michael STORER. 7. Il 25enne australiano della Groupama fa corsa d’attacco e di sofferenza. Spesso si trova a rincorrere, ma sono in tanti a rincorrerlo.

Aleksandr VLASOV. 6,5. Il 26enne russo della Bora-Hansgrohe entra nella fuga di giornata dopo soli tre chilometri di corsa e recupera posizioni preziose nella generale. Adesso è 8°, ma domani e dopo ci sarà da soffrire e il russo non mi sembra in grande condizione.

Simon GESCHKE. 7. Il tedesco della Cofidis fa gli straordinari ed entra anche lui nella fuga di giornata per fare giornata. Soprattutto rimpingua la classifica degli scalatori: adesso comanda con 58 punti, davanti a Meintjes (39) e Powless (37). Ma c’è Vingegaard in agguato (36).

Damiano CARUSO. 6. Più con la testa e con il cuore che con le gambe. Ci prova anche il ragusano a regalarsi una giornata di gloria, ma al Tour non ci si inventa nulla, se la condizione non è ottimale. Porta a casa un decimo posto che è meglio di niente. Dopo tanta fatica…

Wout VAN AERT. 7. Giornata in avanscoperta nel gruppo di testa, poi prezioso nel finale nel dare anche lui il suo contributo. Tattica perlomeno discutibile, ma fin quando la classifica parla per la Jumbo, c’è ben poco da dire.

Jonas VINGEGAARD. 8. Corre con sicurezza e non concede un solo metro a Taddeo, che prova ad attaccarlo sulla prima salita a 50 km dal traguardo. Poi il “re pescatore” dà l’impressione di essere molto più in palla dello sloveno, ma evita di attaccarlo. Non è detto che non lo faccia domani.

Tadej POGACAR. 5,5. Tre gli attacchi dello sloveno alla maglia gialla Jonas Vingegaard sul Port de Lers, a 50 km dall’arrivo: due volte in salita, e una in discesa subito dopo il passaggio dal Gpm. Sul durissimo Mur de Peguere è Kuss a tenerlo a bada, dopo che Rafa Majka (voto 8) viene bloccato e fermato dalla rottura della catena. Ma lo sloveno non è chiaramente in giornata. Promette battaglia, ma resta a ruota di Vingegaard, con il volto che mostra sofferenza. E forse anche qualche dubbio.

Sepp KÜSS. 9. Salta la catena a Majka, entra in azione lui e cala la notte sulle speranze di attacco di Pogacar. Fine delle trasmissioni. Almeno per oggi.

Geraint THOMAS. 6,5. Corsa di resistenza e sacrificio: e resiste. È sempre lì.

David GAUDU. 6,5. Ancora una volta il transalpino medica la situazione. Sembra colare a picco, poi torna a galleggiare senza mai naufragare.

Nairo QUINTANA. 7. Attento, costante, mai veramente in difficoltà. Guai a sottovalutare il colombiano, salito al quarto posto in classifica.

Louis MEINTJES. 5. Oggi paga il conto, finisce ad oltre un minuto. Giornata difficile.

Enric MAS. 4. La sua Movistar ha voglia di fare. Si mette là davanti per preparargli il terreno e non appena arriva Majka a tirare per Pogacar lui si spegne. Fine.

Romain BARDET. 4. Era tra gli uomini più attesi, sempre nel vivo dell’azione, ma oggi arriva morto.

Marc SOLER. 10. Un’agonia, lenta e inesorabile. Lo spagnolo chiede fin dalle prime battute di tappa più e più volte l'intervento del medico per un'insolazione e una "trouble digestif". Un brutto colpo per tutta la UAE Emirates. Un brutto colpo di Soler.

Quinn SIMMONS. 4° C. È un genio: da oggi ha mandato in corsa suo fratello. Dopo tanto penare per via del gran caldo, il giovane talento americano della Trek-Segafredo, conosciuto in gruppo per le sue qualità pedalatorie e per la sua folta barba da hipster, ha pensato bene di far entrare in gioco suo fratello: lo sbarbato Shaved Simmons. All’apparenza sembra molto più giovane di Quinn, ma hanno lo stesso modo di pedalare, la stessa postura e Guercilena assicura che ha anche lo stesso talento del fratello, che ora è stato messo al fresco in ghiacciaia, a 4° C.

AG2R CITRÖEN. 3. Sono rimasti con tre soli corridori. Per il team diretto da Julien Jurdie e Stéphane Goubert è stata una vera mattanza fra Covid (tre) e infortuni (2). Squadra decimata, frantumata e polverizzata. Hanno perso O’Connor, Bouchard, Cherel, Naesen e Paret Peintre. Sono rimasti Cosnefroy, Dewulf e Bob Jungels. Per la serie: chi fa da sé fa per tre.

Jakob FUGLSANG. 30. Il danese è stato il 25° ritiro di questo Tour, mentre il numero 26 è arrivato stamattina con Lennard Kamna (Bora Hansgrohe), non partito a causa di un forte raffreddore, seppur negativo al Covid-19. Positivi al coronavirus nei test molecolari del giorno di riposo sono inoltre risultati Max Walscheid (Cofidis), Mikael Cherel e Aurelien Paret-Peintre, che fanno salire a 29 gli abbandoni totali. Poi il lento incedere di Marc Soler…

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