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I VOTI DI STAGI. I COLORI DI BLING, IL SACRIFICIO DI BETTIOL, POGACAR DEVE SPERARE IN UN CORTO CIRCUITO MA IL RE PESCATORE...
di Pier Augusto Stagi | 16/07/2022 | 18:38

Michael MATTHEWS. 10 e lode. Dopo cinque anni torna vincere al Tour. Per “Bling” è la quarta vittoria sulle strade di Francia. Il ragazzo di Canberra festeggia la seconda vittoria di BikeExchange Jayco in questo Tour e lo fa alla “Bling”, nella sua lingua significa sgargiante, vistoso e appariscente. Vince il braccio di ferro con il nostro Alberto Bettiol, con una resistenza più di testa che di gambe, poi una volta raggiunto il toscano, con quello che gli è rimasto nel serbatoio trova la forza per lasciarselo alle spalle. Aggiorna la propria contabilità e sono numeri che tornano: quattro vittorie al Tour, due al Giro e tre alla Vuelta. Trentanove vittorie in carriera. Otto giorni in maglia rosa, una maglia verde alla Grande Boucle nel 2017. Da Under ’23 iridato nel 2010. Insomma, ha tutti i colori del mondo e qualcosa di più.

Alberto BETTIOL. 9. Fa una corsa di grande sacrificio, mostrando una condizione ottima. Il colpo di pedale è quello dei giorni migliori e la speranza sale come la strada sotto i suoi pedali. Ci conta lui, ci speriamo noi. Poi è Matthews a gettare acqua sul fuoco e a spegnere l’ardore di questo ragazzo che forse alla fine meritava anche di più. Si sacrifica per questioni di squadra, spende tanto, e alla fine in tasca trova pochi centesimi.

Thibaut PINOT. 7. Il 32enne transalpino sbaglia ancora una volta i tempi. Ha una grande gamba, lo si vede ad occhio nudo e lo si vede quando dà gas, ma quei due là sono troppo avanti, c’è poco da fare.

Marc SOLER. 6,5. Entra fin dal mattino nella fuga di giornata e prova a giocarsi la tappa, ma lo spagnolo della Uae Emirates non va oltre un buon piazzamento.

Tadej POGACAR. 6,5. Pronti via e a 182 km dal traguardo parte secco, con Vingegaard è costretto a rincorrerlo. Benvenuti nell’Haute Loire, benvenuti in un altro (alto) Tour. Poi sullo strappo di Mende ci prova, come promesso, ma quando la strada sale le forze tra i due si equivalgono. Temo che la crisi del Col di Granon sia definitiva. È vero, mancano i Pirenei, ma chi ha detto che Vingegaard paghi in salita? Già l’anno scorso - sul Mont Ventoux - mandò al bimbo prodigio un messaggio forte e chiaro, staccandolo e solo successivamente fu raggiunto in discesa dallo sloveno. Taddeo è universale, va forte dappertutto, ma Jonas in salita ha perlomeno il suo passo, se non qualcosa di più. Tour finito? L’aveva in mano Taddeo, ma rimediare a quella “debacle” dovuta ad una crisi di fame (per un piccolo cannibale non alimentarsi bene non è il massimo) è impresa al limite del possibile. Ci vuole una giornata no di Jonas. Ci vuole un corto circuito anche per il danese. Non è come dirlo.

Jonas VINGEGAARD. 6.5. Fa sgobbare la squadra, poi si piazza alla ruota del bimbo prodigio e gli tarpa le ali. Ha il destino nelle sue mani, ma sono le sue gambe a farlo sognare. In ogni caso, per chi non se lo ricordasse, dopo averlo staccato sul Mont Ventoux un anno fa, ed essere arrivato secondo all’esordio in Francia con compiti inzialmente di aiuto a Roglic, nella 17a tappa (Col del Portet) perde da Pogacar 3” e nella successiva 18a (Luz Ardiden) 2”: in pratica perde allo sprint. Nella crono della 20a tappa di 31 km a St. Emilion (è chiaro, non si possono fare paragoni), fa meglio dello sloveno di 25”. C’è solo una certezza: Pogacar farà di tutto per farlo finire nella sua rete, ma il re pescatore difficilmente si farà portare via il cestino del pesce.

David GAUDU. 6,5. Il transalpino della Groupama parte a scoppio ritardato e arriva a una manciata di secondi dalla coppia Pogacar-Vingegaard. Fa davvero un grande numero, ma a metà.

Geraint THOMAS. 6. Subisce anche oggi, ma lotta come un leone e trova il podio.

Romain BARDET. 5,5. Su una salita così breve va chiaramente in affanno e lascia qualche secondo di troppo a Thomas.

Simon GESCHKE. 6,5. Il tedesco della Cofidis si gioca la maglia con Meintjes e Powless. Non è una grandissima giornata per lui, ma difende la maglia a pallini. Guadagna solo due punti (46), ma ne ha in ogni caso 7 in più di Meintjes (39) che si fa sotto e ce l’ha nel mirino.

INTERMARCHÈ WANTY GOBERT. 8. La fuga va e la Jumbo Visma twitta: “Con un gap di oltre 10 minuti, sembra che la fuga lotterà per la vittoria di tappa. Il nostro treno sta controllando la situazione in questo momento”. Immediata la risposta del team belga, che ha Meintjes a tiro di maglia gialla: “Potete rallentare l’andatura un po’ di più? Chiedo per un amico”.

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