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I VOTI DI STAGI. JUMBO E UAE INCANTANO, INEOS IN POSIZIONE DI SPARO, ATTENTI A BARDET E QUINTANA
di Pier Augusto Stagi | 11/07/2022 | 18:10

QUICK STEP - ALPHA VINYL. 7. Pronti via e i lupacchiotti di Lefevere fanno saltare immediatamente il banco con Yves Lampaert, che conquista la prima maglia gialla di questo Tour. Potrebbe bastare, ma conosciamo il Wolfpack e Lefevere: non si accontentano. Arriva la vittoria di Fabio Jakobsen, il miracolato, l’indistruttibile, il più veloce, che mette d’accordo tutti. Nel team, il nostro Mattia Cattaneo, che non fa da comparsa, ma in più di un’occasione è un bellissimo protagonista.

JUMBO VISMA. 9. Squadra mostruosa, di infinita grandezza, composta da corridori di assoluto prestigio e livello. Perdono per una caduta Primoz Roglic, che in ogni caso è ancora lì e in ogni caso farà sentire sia la sua presenza sia il suo peso. Due le vittorie di tappa, con l’incontenibile Wout Van Aert, un secondo posto nella generale con Jonas Vingegaard, il secondo posto nella classifica per team e la bellezza di sedici piazzamenti nei primi dieci. Numeri pazzeschi, per un team che è pronto a tutto: anche a prendersi tutto.

UAE EMIRATES. 9. Due vittorie di tappa con Taddeo, che veste la maglia gialla e si piazza altre quattro volte nei dieci. Primo nella generale, primo tra i giovani, quinto nella classifica degli scalatori, terzo in quella a punti. In mezzo e a fianco, la squadra, tutt’altro che arrendevole e deficitaria, ma sul pezzo come poche, tanto da essere terza nella classifica per team. Può bastare.

INEOS GRANADIERS. 7. Sono lì, ben messi, meno Daniel Martinez che si è perso. Thomas è 3°, Adam Yates 4°, Thomas Pidcock 7°, pronti a fare e a inventarsi qualcosa. Primo posto nella classifica per team, nove piazzamenti nei dieci, in attesa delle Alpi, che potrebbero cambiare volto e ambizioni ai granatieri di Sua Maestà Dave Brailsford.

ALPECIN-FENIX. 5. Silvan Dillier è disperso a quasi quaranta minuti dalla maglia gialla. Mathieu Van der Poel è la brutta copia della sua brutta copia: non è certo quello del Giro. Un quinto posto nella tappa inaugurale, poi quattro piazzamenti con Philipsen: punto.

TREK-SEGAFREDO. 5,5. Un paio di piazzamenti con Mads Pedersen, uno con Mollema e uno con Stuyven, in totale quattro volte nei dieci. Qualche acciacco e frazioni non chiaramente ancora adatti ad un team che ha bisogno di tapponi per mettersi in mostra. Un Giulio Ciccone frenato da problemi intestinali, ma da domani qualcosa bisogna cominciare ad inventare.

BAHRAIN-VICTORIOUS. 5. Non è chiaramente la squadra ammirata al Giro e non solo al Giro. Qui è una squadra come tante, confusa tra tante, che ha saputo raccogliere solo due piazzamenti nei dieci in nove tappe. Caruso è lì, pronto a tornare nella top ten, ma non si può dire che il Tour di questa squadra sia stato fin qui semplice e tantomeno redditizio. Da rivedere.

BORA HANSGROHE. 5. Quinti nella classifica per team, cinque anche i piazzamenti nei dieci. Qualche bella azione di Kamna, qualche volatina di Van Poppel, ma chi manca all’appello è Vlasov.

TOTALENERGIES. 5,5. Parte bene Peter Sagan, pimpante e deciso, con qualche piazzamento che lascia presagire qualcosa di buono, ma poi qualcosa si inceppa. Quattro piazzamenti nei dieci e un bellissimo terzo posto di tappa con Boasson Hagen che fa morale. Ma la morale è una: non è sufficiente.

B&B HOTELS. 6. Squadra professional, che si fa vedere e porta a casa quattro piazzamenti, tre con Luca Mozzato, l’altro con Lecroq. Non è poco per un team così.

BIKEEXCHANGE JAYCO. 6,5. Vincono con “il cattivo” Groenewegen, sfiorano il successo almeno in due occasioni con Matthews. Sono venuti per raccogliere tappe, per farsi vedere e li vediamo.

TEAM ARKEA SAMSIC. 6,5. Quintana è lì, nelle posizioni alte della classifica, pronto a rientrare ai piani alti adesso che la corsa salirà di tono. Intanto cinque sono i piazzamenti ottenuti tutti da Hofstetter, e due con l’attempato Nairo, che ha per la testa altro.

TEAM DSM. 6. Romain Bardet è lì, sornione come pochi. Si agita poco, in attesa di scrollarsi di dosso qualcuno. Tre i piazzamenti per il team: due con il transalpino, uno con il nostro Dainese.

LOTTO SOUDAL. 4. In linea con il Giro, cioè molto male. Due piazzamenti appena, con Ewan e Kron. Forse il piccolo velocista australiano dovrebbe prendere più in considerazione la corsa rosa, invece di snobbarla e poi venire sulle strade di Francia per non riuscire a fare una volata che una.

INTERMARCHÈ WANTY GOBERT. 5,5. La rivelazione del Giro e di tutta la primavera fatica. Poco efficace con Kristoff, vive una bella giornata nella quinta tappa a Porte du Hainaut vinta da Clarke, grazie a Taco Van der Hoorn.

COFIDIS. 6. Qualche azione, qualche fuga, la lotta per la maglia a pois, ma per il momento solo due-piazzamenti-due con Benjamin Thomas. Però è al comando della classifica scalatori con il tedesco Simon Geschke.

ISRAEL PREMIER-TECH. 6,5. Vengono al Tour a fari spenti e li accendono con Simon Clarke che regala al team israeliano una vittoria che vale già l’intero Tour.

EF EDUCATION EASYPOST. 7. Nella classifica a squadre sono settimi, in materia di piazzamenti sono a quota tre con Magnus Cort, Alberto Bettiol e Powless, che è 9° in classifica generale. In ogni caso animano la prima settimana con un Magnus Cort da applausi: insomma, fanno il loro.

GROUPAMA-FDJ. 6. Due piazzamenti con Gaudu, uno con Pinot. Nella classifica a squadre è 4°, mentre David Gaudu è 5°. Sono in zona.

MOVISTAR. 5,5. Enric Mas è 8°, anche se non dà mai l’impressione di poter scattare in avanti, anche se non dà mai l’impressione di saltare per aria. Anche se non dà mai l’impressione.

AG2R CITRÖEN. 6,5. Due piazzamenti con Bob Jungels, ma uno è una vittoria, ottenuta dal 29enne redivivo lussemburghese. Dopo tanta sfortuna, sia per il team francese (in pratica perdono subito O’Connor per una caduta) che per l’ex ragazzo prodigio, il segno tangibile di un’uscita dal tunnel.

ASTANA. 4. Non un piazzamento che uno. Poche sortite. Una cosa è certa: ne hanno avute una più del diavolo. Il simbolo del loro Tour? Gianni Moscon, ancora alle prese con il long Covid, ma long è anche il Tour: speriamo…

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